lunedì 23 settembre 2013

Scrivere non è fare psicologia.

Non spetta a noi parlare dei sentimenti. Lo scrittore prova delle emozioni, e mediante le sue parole le ridesta nel lettore. 

 Lo scrittore prende il lettore per mano, e lo guida attraverso la valle della gioia e del dolore, senza bisogno di usare espressamente queste parole. 

 Descrivete ciò che avete visto: il viso della madre, l' ondata di energia di quando il bambino, dopo tanti tentativi riesce finalmente a fare il suo ingresso nel mondo. 

 (Fonte: Scrivere Zen, autore Natalie Goldberg, Ubaldini Editore)

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