lunedì 5 maggio 2014

Due parole sulla scrittura spontanea.

Si racconta che in Giappone esistevano dei grandi poeti zen che scrivevano dei bellissimi haiku. Li mettevano in una bottiglia e li abbandonavano poi alla corrente di un fiume. 

Il processo è un po' questo: si scrive, non si rilegge, e si abbandona al mondo ciò che si è scritto. E' importante essere ispirati. 

Alle volte si può anche centrare il bersaglio, però è importante essere anche disposti a rinunciare a quello che si è scritto. 

 (Fonte: Natalie Goldberg, Scrivere Zen, Ubaldini Editore)

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