Quello della combustione umana spontanea è un fenomeno raro su cui la scienza ufficiale non ha molto indagato. Normalmente la scienza si occupa di altre questioni.
La Combustione umana spontanea è senza ombra di dubbio uno dei fenomeni più sinistri e difficili da spiegare fra i tanti che nel corso dei secoli si sono verificati nelle diverse aree del pianeta. Individui del tutto normali, non sottoposti ad alcun intervento esterno prendono improvvisamente fuoco perdendo la vita. In alcuni casi ciò è anche accaduto di fronte agli occhi sbalorditi di testimoni oculari. Per un lungo periodo di tempo la scienza ufficiale non ha voluto prendere in considerazione il fenomeno. I casi di autocombustione venivano negati e spiegati con cause più comuni come l’omicidio, il suicidio, o addirittura gli incidenti domestici.
Il primo caso documentato di autocombustione umana risale al 1725 e vide protagonista Nicole Millet. Il marito della donna fu accusato di omicidio; chi lo riteneva il responsabile dell’ accaduto sostenne che aveva tentato di bruciare il corpo della moglie nel camino. Nicole Millet era una alcolista, si pensava che i lunghi anni di litigi avessero esasperato il marito spingendolo verso quella drastica decisione. I casi di autocombustione umana sono innumerevoli, nel 1763 Jonas Dupont pubblicò sull’ argomento anche un libro, De Incendiis Corporis Humani Spontaneis in cui parlava di vari casi interessanti partendo dalla vicenda giudiziaria di Millet. Fra i tanti episodi avvenuti, non si può non citare quello che vide protagonista un settantatreenne residente in Galles nel 1980. Il poverino morì in circostanze sconcertanti. Gli agenti che arrivarono sulla scena della morte dell’ anziano non videro altro che un cumulo di cenere bianca brillante alla cui estremità c’erano i piedi di un individuo di sesso maschile con indosso un paio di calzini bianchi. Furono anche trovati i resti di un cranio carbonizzati.
La poltrona su cui l’uomo era stato seduto era in parte bruciata, l’intera stanza inoltre, era invasa da una luce rossastra causata dai depositi di materiale organico bruciato depositato sulle lampade al suo interno. Sono innumerevoli le teorie con cui nel corso degli anni si è cercato di spiegare questo misterioso fenomeno. Si va dalla pirocinesi, cioè la capacità di generare e controllare il fuoco da parte di individui predisposti, alla combustione favorita dall’ alto tasso alcolico della vittima, al malfunzionamento biologico dei mitocondri (gli organi cellulari che gestiscono l’energia).
(Fonti varie su Internet)
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