Nel 1992, il governo statunitense finanziò infine un programma SETI operativo, nella forma del "Microwave Observing Program (MOP)" della NASA. Il MOP venne pianificato come sforzo a lungo termine, eseguendo una "ricerca mirata" di 800 specifiche stelle vicine, affiancato al più generale "Sky Survey" per scandagliare il cielo.
Il MOP sarebbe stato compiuto da piatti radio del Deep Space Network della NASA, così come da un piatto da 43 metri a Green Bank e dal grande piatto di Arecibo. I segnali sarebbero stati analizzati da analizzatori di spettro con una capacità di 15 milioni di segnali ciascuno. Questi analizzatori potevano essere raggruppati per ottenere una capacità maggiore. Quelli usati per la ricerca mirata avevano un'ampiezza di banda di 1 Hz per canale, mentre quelli usati per la Sky Survey avevano un'ampiezza di banda di 30 hertz per canale.
Il MOP attirò l'attenzione del Congresso degli Stati Uniti, dove il progetto venne fortemente ridicolizzato, e venne cancellato un anno dopo il suo avvio. I sostenitori del SETI non si arresero, e nel 1995 l'organizzazione non-profit "SETI Institute" di Mountain View (California), fece ripartire il progetto con il nome di Progetto "Phoenix", supportato da fonti di finanziamento privato.
Il Progetto Phoenix, sotto la direzione della Dottoressa Jill Tarter, in precedenza alla NASA, è una continuazione del programma di ricerca mirata, che studia 1.000 stelle vicine simili al Sole, ed usa il radiotelescopio Parkes (64 metri) in Australia. I sostenitori credono che se esiste una civiltà aliena tra quel migliaio di stelle, che trasmette verso di noi con un potente trasmettitore, la ricerca dovrebbe essere in grado di individuarla.
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