Non tutti gli scienziati ritengono che la ricerca di intelligenze extraterrestri sia una vera e propria scienza e la inseriscono quindi tra le pseudoscienze. Benché molte delle critiche mosse a SETI siano discutibili quanto SETI stessa, esiste una critica fondata, sempre che si consideri SETI una teoria anziché una ricerca empirica. Il criterio di Karl Popper, per distinguere la scienza da ciò che non lo è, è chiaro e succinto La metodologia scientifica esiste se le teorie sono soggette ad una rigorosa verifica empirica e non esiste ogniqualvolta la pratica è volta a proteggere una teoria anziché a verificarla. Secondo alcuni, in accordo a questo criterio, SETI non è una scienza (i critici più estremi l'hanno etichettata come religione). Il problema di fondo di SETI, secondo i suoi detrattori, è che manca di falsificabilità.
Esistono svariati modi di spiegare risultati positivi di esperimenti SETI, ma una condizione che ne indichi il fallimento definitivo non è data. Ironicamente, il bisogno di una tale condizione può essere trovata perfino negli scritti di un sostenitore di SETI. Carl Sagan, famoso scienziato, eminente scettico ed affabile divulgatore, nel suo libro The Demon-Haunted World: Science as a Candle in the Dark spiega il suo cosiddetto "Rivelatore di bufale". Secondo i critici di SETI, SETI non passa tutte le prove che Sagan indica: Il parere delle autorità ha un peso minimo (in scienza non esistono "autorità"). "Il rasoio di Occam" - tra due ipotesi che spiegano i dati in modo altrettanto soddisfacente, si sceglie la più semplice Chiedersi se le ipotesi possono, almeno in linea di principio, essere smentite (dimostrarsi false attraverso un test non ambiguo). In altre parole, l'ipotesi è verificabile? Possono altri duplicare l'esperimento e giungere agli stessi risultati? Oltre al problema della riproducibilità, anche la prima voce è spesso violata - ironicamente citando lo stesso Sagan come un'autorità la cui adesione a SETI ne rinforza automaticamente la scientificità.
Il secondo punto è violato dal concetto basilare di SETI: tutti i dati ottenuti dalle ricerche astronomiche sono stati finora adeguatamente spiegati senza dover assumere che esista vita intelligente nella nostra (o in nessuna) galassia. Secondo questa linea di critica, SETI sta cercando risposte a domande che non emergono dai dati finora disponibili. I difensori di SETI rispondono a quest'ultima critica osservando che nessuno ha la prova dell'esistenza di vita intelligente, ma che sia solo possibile o probabile che esista. Una critica come quella mossa bollerebbe di non scientificità qualsiasi cosa ancora da scoprire. Ed anche in termini di "rasoio di Occam" è molto controverso stabilire se l'ipotesi che sia la sola Terra ad ospitare vita intelligente nell'intero universo sia la più "semplice". Data la popolarità di SETI nell'agone pubblico, è difficile che tali voci critiche prevalgano.
Tuttavia tali critiche rendono difficile l'acquisire fondi pubblici per la ricerca, che infatti si avvale principalmente di contributi privati. Curiosità Esiste un film, interpretato da Jodie Foster e tratto da un romanzo scritto da Carl Sagan, chiamato "Contact", focalizzato sull'attività (e sulle speranze) del progetto SETI.
(Fonte: Wikipedia, L’enciclopedia libera)
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