In una cronaca del 1400, lo studioso Giovanni Fantaguzzi racconta di un folletto innamorato di una giovane massaia e dei dispetti che era solito procurare al suo catino. Il Mazapegul si innamora delle giovani di casa, le insegue, scompiglia loro i capelli, si insinua sotto le sottane, salta sui letti impedendo alle fanciulle di respirare; è geloso e vendicativo; lascia orme di gatto, vive in camera da letto e nelle stalle, dove disturba gli animali. Indossa un berrettino rosso che appoggia sull’ orlo del pozzo di casa quando è in procinto di entrare; è invisibile, ma talvolta può mostrarsi. Spesso si associa la sua presenza al vortice del vento “e fulet”. Numerosi sono gli accorgimenti prodotti dagli abitanti delle campagne per tenerlo lontano dalle abitazioni: dal forcone posto sotto il letto o nelle stalle, all’ inevitabile ricorso al sacerdote-esorcista capace di riportare la perduta tranquillità all’ interno del focolare domestico.
(Fonte: Marco Massignan, Il Piccolo Popolo, Tascabili Xenia)
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