Questo paragrafo è tratto dal libro Consigli a un giovane scrittore di Vincenzo Cerami.
- All' aspirante scrittore a cui sono indirizzati questi miei umili consigli chiedo innanzitutto di cominciare subito a smuovere la fantasia, a farla vivere, ad allenarsi a pensare. L' immaginazione prefigura e per questo è un' attività intellettuale, perché si interroga su tutto e mira al futuro. Immaginare ciò che non esiste è immaginare qualcosa che non potrebbe accadere. Raccontare è in qualche modo porre domande difficili al mondo, questioni che tuttavia non aspettano una risposta. Perché una vicenda si svolge in un modo e non in un altro? Perché si scelgono quei protagonisti e non altri? Fino a che punto siamo noi i padroni del nostro destino? Ma le risposte che arrivano sono altrettanti interrogativi, accendono solo una fioca luce nel buio e nel silenzio della nostra vita più nascosta. -
lunedì 30 aprile 2012
sabato 28 aprile 2012
Bardo Thodol. Che cosa è?
Il libro tibetano dei morti, è un antichissimo volume che parla delle tecniche attraverso le quali un uomo in punto di morte può trasferire il proprio principio vitale in modo da poter affrontare il viaggio che seguirà il trapasso.
Vi è un intervallo di quaranta giorni fra la morte di un individuo e la sua rinascita nel corso del quale, le guide (Lama-santoni) forniscono alla persona tutte le informazioni e i consigli, indispensabili per trasferirsi in un nuovo involucro. La recitazione del Bardo al capezzale di un moribondo è quindi una pratica lamaista che si riallaccia ad antichissime tecniche sciamaniche.
Lo scopo del Bardo è quello di dare agli esseri umani la possibilità di utilizzare le proprie capacità nascoste per affrontare la morte nel modo più corretto ed ottenere una migliore rinascita. In un passo del libro è scritto: “Se uno, mentre si trovava nel mondo umano, ha meditato sulle immagini di queste divine incarnazioni, raggiungerà la liberazione in quanto le riconoscerà quando appariranno nel Bardo, durante le tecniche di insegnamento…”.
Il libro è una delle più antiche opere del Tibet, la vera edizione originale e autorizzata è quella su legno; tutte le altre sono tentativi di trascrizioni, e in qualche caso interpretazioni arbitrarie. (Fonte: Valentino Compassi, Dizionario dell’ Universo Sconosciuto, SUGARCO EDIZIONI)
Vi è un intervallo di quaranta giorni fra la morte di un individuo e la sua rinascita nel corso del quale, le guide (Lama-santoni) forniscono alla persona tutte le informazioni e i consigli, indispensabili per trasferirsi in un nuovo involucro. La recitazione del Bardo al capezzale di un moribondo è quindi una pratica lamaista che si riallaccia ad antichissime tecniche sciamaniche.
Lo scopo del Bardo è quello di dare agli esseri umani la possibilità di utilizzare le proprie capacità nascoste per affrontare la morte nel modo più corretto ed ottenere una migliore rinascita. In un passo del libro è scritto: “Se uno, mentre si trovava nel mondo umano, ha meditato sulle immagini di queste divine incarnazioni, raggiungerà la liberazione in quanto le riconoscerà quando appariranno nel Bardo, durante le tecniche di insegnamento…”.
Il libro è una delle più antiche opere del Tibet, la vera edizione originale e autorizzata è quella su legno; tutte le altre sono tentativi di trascrizioni, e in qualche caso interpretazioni arbitrarie. (Fonte: Valentino Compassi, Dizionario dell’ Universo Sconosciuto, SUGARCO EDIZIONI)
giovedì 26 aprile 2012
Gnomi in giardino
Quando si parla di piccolo popolo, paranormale e spettri, bisogna sempre ricordare che la scienza non riconosce la realtà di questo genere di fenomeni.
Un giorno la signora L.F. Small di Nottingham ebbe la sorpresa di incontrare due gnomi. Era mattina; la donna era seduta davanti a una finestra di casa e guardava il giardino, dove crescevano alcune piante di pomodoro. Per errore, aveva potato al posto dei getti laterali, quelli principali. D’ un tratto scorse due piccoli gnomi alti non più di trenta centimetri che stavano in piedi di fronte alle piante e indicavano il punto in cui sarebbero dovuti crescere i primi pomodori.
Indossavano tuniche marroni e i loro visi erano così corrucciati che la signora Small si scusò mentalmente con loro per il danno che aveva procurato alle piante. I due gnomi la guardarono con aria severa e poi svanirono. Alcuni giorni dopo, mentre era seduta in camera sua, guardò in basso e vide i due nanetti che reggevano uno strano cesto pieno di pomodori.
Guardandola con le loro espressioni austere le suggerirono telepaticamente di cogliere tutti i pomodori finché erano verdi, di avvolgerli nella carta e di conservarli in un posto buio per lasciarli maturare. In questo modo avrebbe avuto comunque un buon raccolto. Abbandonarono la stanza solo quando furono certi che la donna aveva compreso. (Fonte: Marjorie Johnson, il Popolo del bosco, Editore Armenia)
Un giorno la signora L.F. Small di Nottingham ebbe la sorpresa di incontrare due gnomi. Era mattina; la donna era seduta davanti a una finestra di casa e guardava il giardino, dove crescevano alcune piante di pomodoro. Per errore, aveva potato al posto dei getti laterali, quelli principali. D’ un tratto scorse due piccoli gnomi alti non più di trenta centimetri che stavano in piedi di fronte alle piante e indicavano il punto in cui sarebbero dovuti crescere i primi pomodori.
Indossavano tuniche marroni e i loro visi erano così corrucciati che la signora Small si scusò mentalmente con loro per il danno che aveva procurato alle piante. I due gnomi la guardarono con aria severa e poi svanirono. Alcuni giorni dopo, mentre era seduta in camera sua, guardò in basso e vide i due nanetti che reggevano uno strano cesto pieno di pomodori.
Guardandola con le loro espressioni austere le suggerirono telepaticamente di cogliere tutti i pomodori finché erano verdi, di avvolgerli nella carta e di conservarli in un posto buio per lasciarli maturare. In questo modo avrebbe avuto comunque un buon raccolto. Abbandonarono la stanza solo quando furono certi che la donna aveva compreso. (Fonte: Marjorie Johnson, il Popolo del bosco, Editore Armenia)
lunedì 23 aprile 2012
La sincerità nella scrittura
Lo scrivere può insegnarci a rispettare la verità, che dalla pagina si diffonde in tutta la nostra esistenza.
Altrimenti, vi sarebbe una eccessiva separazione tra ciò che siamo in quanto scrittori e il modo in cui conduciamo la nostra esistenza quotidiana. La sfida è questa: far si che lo scrivere ci insegni a vivere, e la vita ci insegni a scrivere.
E' un flusso e riflusso.
(Fonte: Natalie Goldberg, Scrivere Zen)
Altrimenti, vi sarebbe una eccessiva separazione tra ciò che siamo in quanto scrittori e il modo in cui conduciamo la nostra esistenza quotidiana. La sfida è questa: far si che lo scrivere ci insegni a vivere, e la vita ci insegni a scrivere.
E' un flusso e riflusso.
(Fonte: Natalie Goldberg, Scrivere Zen)
giovedì 19 aprile 2012
La Monaca di Dresda (profezie)
Quando si parla di paranormale e profezie bisogna sempre ricordare che la scienza, così come tutta la cultura ufficiale, non riconoscono la realtà di questi fenomeni.
La monaca di Dresda visse tra il 1680 e il 1706, in un convento sulle rive dell’ Elba. Di questa donna misteriosa non si sapeva molto, a parte il fatto che era semianalfabeta e che quando entrava in delirio parlava il Greco e il Latino. Fu proprio in queste lingue che scrisse diverse lettere indirizzate ai potenti della Terra, in cui li informava delle sue visioni profetiche.
Era stata forse scelta da delle entità divine per fare da tramite fra il loro mondo e il nostro. Le sue profezie si spingono fino all’ anno 3033 dopo Cristo, anno della fine del mondo, che giungerà dopo un lungo periodo di catastrofi. Altri anni caratterizzati da gravi crisi, disastri, e carestie saranno il 2419, il 2483, il 2490, il 2516 e il 2593.
Una delle sue profezie più significative è quella che parla delle tre piaghe della purificazione, che si riferiscono alla “fine dell’ età del figlio”, cioè al Duemila.
In questa profezia è prevista l’ epidemia dell’ AIDS e la terza guerra mondiale, cui seguiranno la fame e una grande siccità.
(Fonti varie)
La monaca di Dresda visse tra il 1680 e il 1706, in un convento sulle rive dell’ Elba. Di questa donna misteriosa non si sapeva molto, a parte il fatto che era semianalfabeta e che quando entrava in delirio parlava il Greco e il Latino. Fu proprio in queste lingue che scrisse diverse lettere indirizzate ai potenti della Terra, in cui li informava delle sue visioni profetiche.
Era stata forse scelta da delle entità divine per fare da tramite fra il loro mondo e il nostro. Le sue profezie si spingono fino all’ anno 3033 dopo Cristo, anno della fine del mondo, che giungerà dopo un lungo periodo di catastrofi. Altri anni caratterizzati da gravi crisi, disastri, e carestie saranno il 2419, il 2483, il 2490, il 2516 e il 2593.
Una delle sue profezie più significative è quella che parla delle tre piaghe della purificazione, che si riferiscono alla “fine dell’ età del figlio”, cioè al Duemila.
In questa profezia è prevista l’ epidemia dell’ AIDS e la terza guerra mondiale, cui seguiranno la fame e una grande siccità.
(Fonti varie)
martedì 17 aprile 2012
La flessibilità nella scrittura
Quando si scrive è importante imparare ad essere flessibili. Scrivere è un' attività che richiede un certo impegno.
E' indispensabile non ingannare noi stessi, affrontare i nostri sentimenti, le nostre speranze ed i nostri sogni.
Se dopo anni che scriviamo continuiamo ad annoiarci significa che non abbiamo stabilito un buon rapporto con noi stessi e la scrittura.
(Fonte: Scrivere ZEN, Natalie Goldberg)
E' indispensabile non ingannare noi stessi, affrontare i nostri sentimenti, le nostre speranze ed i nostri sogni.
Se dopo anni che scriviamo continuiamo ad annoiarci significa che non abbiamo stabilito un buon rapporto con noi stessi e la scrittura.
(Fonte: Scrivere ZEN, Natalie Goldberg)
giovedì 12 aprile 2012
Gli gnomi e il calzolaio (leggenda)
Esistono molte storie che appartengono al folclore popolare. Naturalmente la scienza non crede nell' esistenza di fate, gnomi e folletti.
Un giorno Toni, un calzolaio della Val Badia si accingeva a completare un paio di scarpe.
Il sole era ormai prossimo al tramonto ed era ormai ora di ritornare a casa.
Così Toni si alzò stancamente dal suo sgabello, lasciò sul piano di lavoro le scarpe ancora incomplete, chiuse l’ uscio e si rimise sulla strada del ritorno.
L’ indomani quando riaprì la bottega, scoprì sorpreso che le scarpe erano già pronte. Per tutta la giornata continuò a rimuginare sul quel bizzarro avvenimento. Quando tornò a casa raccontò alla moglie l’accaduto suscitando in lei una viva curiosità. Fu proprio la moglie a consigliargli di passare una notte in bottega per cercare di risolvere il mistero.
Toni però, non era mai stato un uomo coraggioso. La paura di incontrare qualche fantasma o addirittura una strega lo spinse ad abbandonare la bottega prima dello scoccare della mezzanotte.
A quel punto, la moglie contrariata, decise di prendere il posto del marito. Nascosta dietro una stufa rimase in attesa. Dopo un po’ il profondo silenzio che aleggiava nell’ aria venne interrotto dal cigolio della porta e due piccoli gnomi apparvero con la lanterna in mano.
Si sedettero davanti al piano di lavoro, presero i chiodini e il martello e cominciarono a lavorare di gran lena. Una simile scoperta toccò profondamente nell’animo dei due coniugi, che per sdebitarsi comprarono un paio di graziosi vestitini e li misero sul banco.
La notte successiva gli gnomi apparvero di nuovo nella bottega. Indossarono i vestitini, ma non tornarono mai più.
(Fonte: Marco Massignan, Il piccolo popolo, Tascabili XENIA)
Un giorno Toni, un calzolaio della Val Badia si accingeva a completare un paio di scarpe.
Il sole era ormai prossimo al tramonto ed era ormai ora di ritornare a casa.
Così Toni si alzò stancamente dal suo sgabello, lasciò sul piano di lavoro le scarpe ancora incomplete, chiuse l’ uscio e si rimise sulla strada del ritorno.
L’ indomani quando riaprì la bottega, scoprì sorpreso che le scarpe erano già pronte. Per tutta la giornata continuò a rimuginare sul quel bizzarro avvenimento. Quando tornò a casa raccontò alla moglie l’accaduto suscitando in lei una viva curiosità. Fu proprio la moglie a consigliargli di passare una notte in bottega per cercare di risolvere il mistero.
Toni però, non era mai stato un uomo coraggioso. La paura di incontrare qualche fantasma o addirittura una strega lo spinse ad abbandonare la bottega prima dello scoccare della mezzanotte.
A quel punto, la moglie contrariata, decise di prendere il posto del marito. Nascosta dietro una stufa rimase in attesa. Dopo un po’ il profondo silenzio che aleggiava nell’ aria venne interrotto dal cigolio della porta e due piccoli gnomi apparvero con la lanterna in mano.
Si sedettero davanti al piano di lavoro, presero i chiodini e il martello e cominciarono a lavorare di gran lena. Una simile scoperta toccò profondamente nell’animo dei due coniugi, che per sdebitarsi comprarono un paio di graziosi vestitini e li misero sul banco.
La notte successiva gli gnomi apparvero di nuovo nella bottega. Indossarono i vestitini, ma non tornarono mai più.
(Fonte: Marco Massignan, Il piccolo popolo, Tascabili XENIA)
mercoledì 11 aprile 2012
Errori nello scrivere. Il senso del dovere. Perché nuoce all' aspirante scrittore.
Per scrivere meglio, è bene esercitarsi. Nel suo libro Scrivere Zen, Natalie Goldberg spiega che non bisogna lasciarsi prendere la mano dal senso del dovere, altrimenti la scrittura si trasforma in un qualcosa di meccanico.
Non necessariamente se una persona decide di scrivere ogni giorno per allenamento farà progressi nella scrittura. In questo modo si comporta lo sgobbone.
E' invece necessario impegnarsi realmente, fare uno sforzo e metterci cuore. Se dovete scrivere solo per dovere allora è meglio che lasciate perdere fin quando non sentirete veramente il desiderio di dire qualcosa.
Non necessariamente se una persona decide di scrivere ogni giorno per allenamento farà progressi nella scrittura. In questo modo si comporta lo sgobbone.
E' invece necessario impegnarsi realmente, fare uno sforzo e metterci cuore. Se dovete scrivere solo per dovere allora è meglio che lasciate perdere fin quando non sentirete veramente il desiderio di dire qualcosa.
giovedì 5 aprile 2012
Incontro con un coboldo
Quando si parla di gnomi e folletti, si fa riferimento a fiabe e leggende. Tuttavia c'è anche chi crede che esistano sul serio; il brano che segue è tratto da un libro in cui viene sostenuta questa ipotesi. Naturalmente la scienza non accetta simili convinzioni.
Da bambino il signor S. Henshaw era solito giocare con la sorella nel giardino di casa sua a Ikelstone nel Derbyshire. Un giorno stanco di giocare, propose di far rotolare di lato un ciocco di legno che si trovava accanto a uno steccato.
Quando lo spostarono, videro comparire una strana figura, alta circa una quindicina di centimetri, che stava a gambe divaricate su un buco nel terreno del diametro di sette otto centimetri. L’ omino era nudo e portava un pezzo di cipolla sul capo a mo di berretto. La barba ed i capelli erano di colore biondo paglierino.
Il signor Henshaw ricorda di aver detto alla sorella di andare a prendere un paio di forbici in casa per tagliare l’omino in due. Dopo un po’, spazientito dal suo ritardo cominciò a fissare la porta di casa distogliendo l’attenzione dal piccoletto. Quando si voltò nuovamente versò il posto in cui si era trovato il coboldo, non lo vide più. A distanza di molti anni, il signor Henshaw e la sorella ricordano chiaramente quell’ episodio.
(Fonte: Marjorie Johnson, il Popolo del Bosco, Edizioni Armenia)
Da bambino il signor S. Henshaw era solito giocare con la sorella nel giardino di casa sua a Ikelstone nel Derbyshire. Un giorno stanco di giocare, propose di far rotolare di lato un ciocco di legno che si trovava accanto a uno steccato.
Quando lo spostarono, videro comparire una strana figura, alta circa una quindicina di centimetri, che stava a gambe divaricate su un buco nel terreno del diametro di sette otto centimetri. L’ omino era nudo e portava un pezzo di cipolla sul capo a mo di berretto. La barba ed i capelli erano di colore biondo paglierino.
Il signor Henshaw ricorda di aver detto alla sorella di andare a prendere un paio di forbici in casa per tagliare l’omino in due. Dopo un po’, spazientito dal suo ritardo cominciò a fissare la porta di casa distogliendo l’attenzione dal piccoletto. Quando si voltò nuovamente versò il posto in cui si era trovato il coboldo, non lo vide più. A distanza di molti anni, il signor Henshaw e la sorella ricordano chiaramente quell’ episodio.
(Fonte: Marjorie Johnson, il Popolo del Bosco, Edizioni Armenia)
martedì 3 aprile 2012
Gli Gnomi ed il fucile
Questo singolare episodio è tratto da libro Il Popolo del Bosco, scritto da Marjorie Johnson ed edito da Armenia. Naturalmente si tratta di un argomento che può soltanto fare sorridere le persone razionali che credono nella scienza e non nel folclore.
Quando era ancora ragazzino, un signore di nome Bruce Glaister aveva preso di nascosto il fucile del padre per andare a sparare nella palude. Tuttavia, quando venne l’ora di ritornare a casa, nascose l’arma in mezzo alla brughiera, perché aveva paura di imbattersi nel padre. Quando tornò a riprenderla, si accorse che un gruppo di gnomi si era fermato lì vicino e la stava guardando con curiosità. Spaventato corse a casa per raccontare ogni cosa alla madre. La signora però, era una donna religiosa e severa. Non credette alla sua storia e lo punì per avere mentito.
Quando era ancora ragazzino, un signore di nome Bruce Glaister aveva preso di nascosto il fucile del padre per andare a sparare nella palude. Tuttavia, quando venne l’ora di ritornare a casa, nascose l’arma in mezzo alla brughiera, perché aveva paura di imbattersi nel padre. Quando tornò a riprenderla, si accorse che un gruppo di gnomi si era fermato lì vicino e la stava guardando con curiosità. Spaventato corse a casa per raccontare ogni cosa alla madre. La signora però, era una donna religiosa e severa. Non credette alla sua storia e lo punì per avere mentito.
lunedì 2 aprile 2012
Buoni e cattivi libri. Un programma di letture.
Come ho già detto in un altro post, leggere un discreto numero di libri ogni anno è molto importante per chi aspira a diventare uno scrittore professionista.
Quali libri scegliere però? Devono essere per forza buoni libri, o anche dei pessimi libri possono servire al nostro scopo?
Dato che ciascuno di noi ha i suoi gusti particolari, in fatto di letture, naturalmente la scelta è soggettiva.
Inevitabilmente finirete per leggere però, anche dei cattivi libri. Ci sono persone che quando si accorgono che un libro non gli piace lo lasciano perdere e ne cominciano un altro.
Io di solito invece li leggo fino alla fine. Anche da un pessimo libro infatti, si può imparare qualcosa sulla scrittura.
Quali libri scegliere però? Devono essere per forza buoni libri, o anche dei pessimi libri possono servire al nostro scopo?
Dato che ciascuno di noi ha i suoi gusti particolari, in fatto di letture, naturalmente la scelta è soggettiva.
Inevitabilmente finirete per leggere però, anche dei cattivi libri. Ci sono persone che quando si accorgono che un libro non gli piace lo lasciano perdere e ne cominciano un altro.
Io di solito invece li leggo fino alla fine. Anche da un pessimo libro infatti, si può imparare qualcosa sulla scrittura.
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