martedì 31 gennaio 2012

Il fantasma della biblioteca di Boston

Lo scrittore nordamericano Nathaniel Hawthorne, esperto in temi fantastici, era solito recarsi tutte le mattine alla Biblioteca dell’ Università di Boston.

Tra i frequentatori abituali dell’ istituto incontrava spesso un anziano sacerdote, il reverendo Harris, col quale conversava quotidianamente di diversi argomenti.

Un giorno Hawthorne rimase molto sorpreso, perché scoprì, tramite un amico, che il reverendo era morto da poco, benché ricordasse di averlo visto in biblioteca quella stessa mattina, immerso nella lettura del suo giornale.

Ma le perplessità e lo sbigottimento dello scrittore, giunsero al culmine quando la mattina seguente si trovò davanti la stessa scena. Hawthorne lanciava sguardi furtivi all’ anziano sacerdote, senza osare avvicinarsi, e osservava con crescente irrequietezza il resto dei frequentatori della biblioteca.

Nessuno, nonostante tra i presenti vi fossero diversi amici e conoscenti del defunto, sembrava essere cosciente dell’ apparizione. In un’ occasione lo scrittore ebbe l’ impressione che il fantasma cercasse di comunicare con lui per trasmettergli qualche messaggio, ma il timore e lo stupore impedirono il contatto.

Finalmente dopo alcune settimane il fantasma sparì.

E’ possibile che la radicata abitudine dell’ anziano reverendo di raggiungere la biblioteca per leggere il giornale continuasse dopo la sua morte? O forse lo scrittore, nel raccontare tutto questo ad un amico, stava solo esercitando ancora una volta la sua abilità di narratore?

Non sembra possibile che sia così, poiché il racconto da un punto di vista letterario è molto povero, e Hawthorne come ho già accennato, era un maestro nella narrazione “soprannaturale”.

(Fonte: I Libri dell’ ignoto, Fantasmi: Leggenda o Realtà, Edizioni Hobby & Work)

giovedì 26 gennaio 2012

Ipotesi sulla natura dei fantasmi

Di solito con il termine “fantasma” si indica un’ entità che non esiste su questo piano di realtà, appartenendo forse ad un altro mondo.

Per spiegare il fenomeni di infestazioni sono state avanzate nel corso degli anni diverse teorie.

Per gli spiritisti, ad esempio, gli spettri non rappresentano altro che spiriti di defunti che accudiscono un determinato luogo per testimoniare la loro sopravvivenza o inviare messaggi a certe persone con determinati propositi.

Esiste anche un’ ipotesi che attribuisce alla telepatia la responsabilità del fenomeno. In proposito sono stati effettuati diversi studi, nel corso dei quali è stata messa in evidenza la notevole frequenza delle apparizioni in presenza di momenti particolari della vita come: malattia, morte, e avvenimenti improvvisi. Sembrerebbe che le persone che si trovano in uno stato di trance critico, possano inviare inconsapevolmente dei messaggi telepatici ai propri familiari o a conoscenti.

Altri studiosi ritengono che gli spettri appartengono alla nostra dimensione. Si tratterebbe di essenze energetiche, che racchiudono in sé i ricordi di una persona morta, rimasta sospesa in qualche modo nello spazio tempo, perché pensa ancora di essere viva, o perché non ha adempiuto a qualche compito che ritiene importante, o perché la sua anima è tormentata.

Una delle tesi più interessanti è quella che mette in relazione le apparizioni di fantasmi con la presenza di adolescenti. E’ probabile che soggetti ipersensibili siano in grado, in momenti particolari della loro vita come la pubertà, di sviluppare un’ energia capace di originare questi fenomeni.

Alcuni studiosi considerano l’ esistenza degli spettri, una conseguenza dell’ impregnazione psichica di determinati luoghi o oggetti. La materia in poche parole, avrebbe registrato, attraverso l’ energia psichica generata, fatti e immagini. Medium o persone dotate di una sensibilità particolare, riuscirebbero a decodificare i messaggi contenuti in questi luoghi.

(Fonte: I Libri dell’ ignoto, Fantasmi: Leggenda o Realtà, Edizioni Hobby & Work)

mercoledì 25 gennaio 2012

L’ orrore di Glamis

Fiabe sanguinose. A vederlo, sembra un castello delle fiabe, con le sue torri a punta e il suo grande parco all’ inglese. E invece il castello di Glamis, a Tayside, in Scozia, si porta dietro da secoli una fama terrorizzante. Tra le sue mura si nasconde il sinistro segreto degli Strathmore, la nobile famiglia che lo abita fin dal sedicesimo secolo.

Eredità di sangue. La lunga catena di fatti di sangue di cui il castello di Glamis è stato teatro ha avuto inizio nel 1034, quando Re Malcom secondo fu tagliato letteralmente a metà a colpi di claymore (la tipica spada scozzese a lama larga) da un gruppo di ribelli. Il sangue di Malcolm formò sul pavimento una macchia impossibile da cancellare e ancora visibile ai giorni nostri.

Nel 1372 la proprietà del castello passò a Sir John Lyon, che fino ad allora, aveva abitato nel palazzo di Forteviot.

Qui si trovava un calice che – secondo la tradizione - non doveva essere spostato, a pena di gravi sciagure; tuttavia Sir John decise di trasferirlo egualmente nella sua nuova dimora. La maledizione ebbe effetto solo nel 1383, undici anni dopo, quando Sir John venne ucciso in un duello: e proprio in quella data ebbe inizio la catena di morti violente che avrebbe conferito al castello la sua lugubre fama. Tra le vittime della maledizione – troppe, per elencarle in questa sede – si annovera Janet Douglas, Lady Glamis, bruciata sul rogo come strega; il suo spettro, noto come la Dama in Grigio, si aggira ancora tra i corridoi del palazzo.

Raduno di fantasmi. Nel diciassettesimo secolo il castello, già da tempo proprietà degli Strathmore, venne ereditato dal conte Patrick, un individuo dissoluto e violento, amante del gioco e perennemente ubriaco, che tuttavia, manteneva curiosamente un atteggiamento quasi filantropico nei confronti dei suoi fittavoli.

Su di lui circolavano due sinistre leggende: che tenesse nascosto in qualche sotterraneo del castello un figlio nato deforme, e che avesse perso la sua anima giocando a carte con il Diavolo. La partita sarebbe avvenuta in una stanza segreta del castello; una camera della cui esistenza ancor oggi si vocifera, ma che nessuno è mai riuscito a trovare (in un party organizzato dal quattordicesimo conte nei primi anni del secolo scorso, gli ospiti si sparpagliarono per il castello con l’incarico di appendere un fazzoletto a ogni finestra. Successivamente gli ospiti si recarono a controllare nel grande prato attorno all’ edificio. Molte finestre erano prive di fazzoletto, ma, malgrado tutti gli sforzi, nessuno riuscì a localizzare le stanze a cui corrispondevano).

In quella stessa camera Lord Strathmore avrebbe attirato alcuni suoi nemici, e li avrebbe chiusi dentro a morire di fame. I poveretti cominciarono non soltanto a divorarsi tra loro, ma a mangiare carne strappata a morsi dalle proprie braccia. A riprova della veridicità della leggenda, due altri spettri si aggirano nel castello, in compagnia della già citata Dama in Grigio, della Dama in Bianco e dell’ Uomo con la barba grigia (questi ultimi furono ereditati da Patrick Strathmore, e la loro storia non è nota): sono i fantasmi di un negro e di un bianco, due uomini della compagnia che il conte aveva condannato all’ autocannibalismo.

La maledizione degli Strathmore. Come se questo affollamento spettrale non bastasse, al castello è legata un’ altra terribile maledizione, quel segreto degli Strathmore di cui abbiamo accennato in apertura. Si cominciò a parlare di qualcosa di terribile connesso con i maschi della casata fin dalla morte di Patrick; ma fu solo nel 1904 che Claude Bowes-Lyon, tredicesimo conte, ammise pubblicamente l’ esistenza di un segreto.

Dopo aver compiuto ventun anni, il carattere di Bowes-Lyon si era profondamente modificato; sembrava letteralmente ossessionato d una consapevolezza troppo orribile per poterla sopportare. “Se solo sapessi la natura del nostro segreto – confidò a un amico – ti getteresti in ginocchio e ringrazieresti Dio di esserne immune”. Il segreto in questione gli era stato rivelato da suo padre al suo ventunesimo compleanno, con l’ ordine di trasmetterlo a sua volta al proprio figlio.

Di che segreto si trattava? Quando il quattordicesimo Conte compì ventun anni, ne venne a sua volta informato, e come suo padre, precipitò in uno stato di terrore; non seppe resistere e lo rivelò al giardiniere, che abbandonò immediatamente il castello.

La dinastia maschile degli Strathmore si estinse con il quattordicesimo Conte, e ora il castello è di proprietà della nipote, che è totalmente all’ oscuro della natura del segreto: provò a chiederlo all’ ex-giardiniere, il quale rispose: Siete fortunata a non conoscerlo, e non lo saprete mai, perché sareste altrimenti la più infelice delle donne.

(Fonte: Martin Myster presenta Il Dizionario dei Misteri, Le Dimore Misteriose, a cura di Alfredo Castelli e Mario Gerosa, Sergio Bonelli Editore)

martedì 24 gennaio 2012

Il piacere della scrittura

Il processo di scrittura è una fonte continua di vita e di vitalità. Alle volte anche quando ci si sente un po' depressi, scrivere può permetterci di tornare in contatto con noi stessi.


Invece di perdere tempo in occupazioni futili, prendere anche soltanto una matita per mettersi a scrivere può realmente aiutarci a sentirci meglio.


Quando si comincia a scrivere una storia e pian piano questa va definendosi sempre di più, in un certo qual modo è come se si stesse compiendo un viaggio.

lunedì 23 gennaio 2012

Ghost Hunter. I cacciatori di spettri.

I Ghost Hunter (cacciatori di spettri) sono quei ricercatori che indagano sui presunti casi di infestazioni.

Le prime ricerche di questo tipo furono effettuate nella seconda metà dell’ ottocento in Inghilterra. Pioniere di questa materia fu Harry Price.

Oggi i Ghost Hunter utilizzano nelle loro indagini sofisticate apparecchiature, attraverso le quali cercano di individuare le interazioni fisiche che si producono nell’ambiente, nei luoghi al centro di presunte infestazioni.

Nelle case infestate vi sono alle volte improvvisi sbalzi di temperatura, variazioni nella radioattività naturale, e dei campi elettromagnetici. Macchine fotografiche equipaggiate con filtri sensibili allo spettro infrarosso ed ultravioletto, potrebbero in certe occasioni immortalare una presenza ectoplasmatica.

In questo tipo di ricerca inoltre, è molto importante l’atteggiamento mentale di chi effettua l’indagine. La condizione psico-fisica del ricercatore non deve essere disturbata da stati d’ansia o eccitazione; al contrario la mente deve essere ricettiva e libera da preoccupazioni. E’ auspicabile una condizione di profondo rilassamento.

martedì 17 gennaio 2012

La stabilità artistica. Di cosa si tratta?

Si può scrivere alle volte oltre che col computer, utilizzando blocchi per appunti, quaderni, e quadernoni.


Non bisogna avere fretta e credere di dover scrivere immediatamente un capolavoro. Certe volte può essere necessario scrivere anche stupidaggini per diversi anni, affrontando la paura di non avere nulla di significativo da dire.


Se non avremo paura di ascoltare le voci dentro di noi, non avremo nemmeno paura delle critiche esterne.


Quindi non c'è niente di male se si apre un quaderno e si comincia a riempirlo con le cose che sentiamo di dover scrivere, diventando persino prolissi.


Scrivere ed esprimersi liberamente non è affatto sbagliato, si può persino arrivare a mettere su carta gli aspetti più detestabili di noi stessi, senza esaltarli o criticarli, ma semplicemente prendendone atto.


Possiamo fare quindi questo tipo di scelta, una scelta di spontaneità che va compiuta tenendo i piedi saldamente per terra.


Dopo un tempo che varia da persona a persona, e che può richiedere alle volte diversi anni, grazie anche all' esperienza accumulata, si sarà forse pronti per scrivere un buon libro.

venerdì 13 gennaio 2012

Harry Price. Il cacciatore di fantasmi.

La fonte originaria del post che segue è Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Harry Price è stato un famoso ghost hunter, pioniere della ricerca psichica.

Da bambino Price assistette allo spettacolo di un mago, ciarlatano e venditore di pozioni, rimanendo molto colpito. Quell’ evento lo spinse ad acquistare il primo volume (Professor Hoffman’s Modern Magic) di quella che sarebbe diventata la Harry Price Library. Price divenne un esperto di magia da palcoscenico e di sortilegi.

La sua esperienza nei giochi di mano, di abilità e nei trucchi "magici" lo misero sulla buona strada per quella che sarebbe divenuta la sua passione predominante, l'investigazione della fenomenologia paranormale
Nel 1925, istituì il National Laboratory of Psychical Research e fu nominato ricercatore ufficiale esterno per la American Society for Psychical Research, incarico che mantenne fino al 1931.

Nel 1929 iniziò ad investigare sulla Canonica di Borley, nell'Essex, indagine che sarebbe durata per ben 10 anni.

Le indagini di Price furono veramente innumerevoli.

Il caso più celebre di cui si occupò con il suo National Laboratory of Psychical Research fu quello della medium Helen Duncan. Nel 1934, 50 sterline furono offerte alla medium affinché si lasciasse esaminare in condizioni scientifiche. Un campione di ectoplasma era stato precedentemente analizzato dal Laboratorio, e si era scoperto che era composto in larga parte da albume d'uovo. Price svelò che le manifestazioni spiritiche della Duncan erano ottenute con delle garze di stamigna ingoiate e poi rigurgitate.

Inoltre, nel 1936, Price trasmise da una presunta casa infestata di Meopham, nel Kent, per la BBC e pubblicò The Confessions of a Ghost-Hunter (Confessioni di un cacciatore di fantasmi) e The Haunting of Cashen's Gap (L'infestazione di Cashen's Gap).

(Fonte: Wikipedia, l’enciclopedia libera)

giovedì 12 gennaio 2012

Rosmary Brown

Rosmary Brown nacque in una vecchia casa di Londra in una famiglia con scarsi mezzi economici. Studiò musica con risultati un po’ deludenti, per poi sposarsi e diventare una casalinga. Il marito morì dopo una lunga malattia, lasciando la moglie e i due figli di otto e quattro anni nella più completa indigenza. Tutto questo accadde nel 1961.

Rosmary Brown, fin da bambina possedeva un dono poco comune. Aveva soltanto sette anni quando vide per la prima volta lo spettro di Franz Listz. Un giorno mentre si trovava nella sua camera le apparì un anziano dai capelli bianchi, vestito con una sottana nera. Le disse che durante tutta la sua vita in Terra era stato musicista e compositore e che sarebbe tornato in futuro per insegnarle la musica.

Dopo la morte del marito di Rosmary, il fantasma mantenne la sua promessa. Cominciò ad apparire alla donna accompagnato dagli spettri di altri illustri musicisti. Compositori assolutamente diversi fra loro, quali lo stesso Listz, Beethoven, Debussy, Chopin, Shubert o Bach, trasmisero la propria musica a Rosmary che raccontò così di aver copiato sotto dettatura più di quattrocento composizioni.

I critici musicali cercarono di dimostrare che l’ interpretazione musicale della signora inglese non era altro che un’ imitazione, ma non ci riuscirono. Molti esperti di musica si convinsero che si trattava di ben altro.

Si arrivò a confrontare attraverso un computer la nuova musica di Brown con i pezzi dei musicisti citati. Il direttore d’ orchestra Leonard Bernstein, dopo aver interpretato un pezzo che, secondo questa straordinaria signora, proveniva direttamente dallo spirito di Rachmaninoff affermò che quella non poteva essere che musica del “vero Rachmaninoff”.

(Fonte: I Libri dell’ ignoto, Fantasmi: Leggenda o Realtà, Edizioni Hobby & Work)

mercoledì 11 gennaio 2012

La casa più infestata d’ Inghilterra

Fu Harry Price, un celebre detective dell’ occulto inglese, a definire Borley Rectory, la casa più infestata d’ Inghilterra. Il Rettorato era una costruzione sinistra, isolata nella campagna dell’ Essex, con le finestre murate e con molte ali aggiunte in epoche diverse che la rendevano complicata e immensa. Le apparizioni che vi si verificarono furono tante e tali che, per elencarle, ci vorrebbe un intero libro: dallo scalpitare di cavalli fantasma, a sinistri mormorii, a materializzazioni di ogni tipo, tra cui scritte misteriose sulle pareti. In una delle camere da letto compariva un essere noto come “La Forma Nera” che sprigionava un insopportabile fetore. Malgrado gli interventi di Price, le infestazioni continuarono; Borley Rectory venne distrutta nel 1939 da uno degli incendi che si sprigionavano regolarmente (un altro mistero) senza apparente ragione.
(Fonte: Martin Myster presenta Il Dizionario dei Misteri, Le Dimore Misteriose, a cura di Alfredo Castelli e Mario Gerosa, Sergio Bonelli Editore)

martedì 10 gennaio 2012

Un racconto di Plinio il Giovane

Uno dei primi racconti classici sui fantasmi è giunto fino a noi grazie al celebre avvocato e scrittore latino Plinio il Giovane.

Sembra che ad Atene, nel primo secolo dell’ era ormai passata, esistesse una casa incantata. Le persone che vivevano nei dintorni sostenevano che nel cuore della notte si udiva spesso il rumore di catene trascinate e più d’una persona aveva scorto il fantasma di un anziano dalla lunga barba bianca e dai capelli ricci, che agitava le catene che pendevano dalle sue caviglie e dai polsi.

Data la cattiva reputazione dell’ edificio, il proprietario non riusciva a trovare qualcuno disposto a risiedervi. Fu allora che il filosofo Atenodoro, giunto da poco ad Atene con l’intenzione di trovare un posto dove stabilirsi venne a conoscenza di quella storia straordinaria. Invogliato dal prezzo basso dell’ affitto, decise di trasferirvisi.

La prima notte, stava lavorando alla luce di una candela, quando avvertì il rumore delle catene. Inizialmente non vi fece molto caso, ma poi il rumore divenne più intenso, tanto che Atenodoro finì per avvertirlo come se fosse nella sua stanza. A quel punto abbandonò per un istante il suo lavoro e sollevò la testa. Con grande stupore si ritrovò ad osservare proprio il fantasma che tante volte gli era stato descritto. Lo spettro gli fece un segno con la mano come a volergli dire qualcosa. Tuttavia, dopo i primi istanti di perplessità, Atenodoro distolse lo sguardo e si rimise a lavorare. L’apparizione agitò con forza le sue catene cercando di attirare l’ attenzione di quello sconosciuto, ma poi capì che era del tutto inutile e decise di ritirarsi.

Notando che si allontanava però, il filosofo pensò di seguirlo. Il fantasma svanì improvvisamente in un punto preciso del cortile. L’indomani alla presenza di un notaio Atenodoro fece scavare in quel punto. Dopo un po’, procedendo nello scavo, si trovarono delle ossa umane legate a delle catene. Le reliquie vennero in seguito trasportate nel cimitero della città dove ricevettero una pietosa sepoltura. Da allora le apparizioni dello spettro cessarono.

(Fonte: I Libri dell’ ignoto, Fantasmi: Leggenda o Realtà, Edizioni Hobby & Work)

lunedì 9 gennaio 2012

Leggende metropolitane. Gli autostoppisti fantasma

Sono innumerevoli le storie riguardanti autostoppisti fantasma che si aggirano nelle strade di tutto il mondo. Si tratta di una casistica molto vasta, i cui casi più eclatanti si sono verificati in Inghilterra.

Un passante è fermo per la strada con il pollice alzato. Un automobilista decide di dargli un passaggio, ma dopo un po’ si accorge che l’ autostoppista è sparito nel nulla. Concentrato sulla guida il proprietario della vettura aveva distolto lo sguardo per un po’ di tempo. Non si aspettava di certo che l’altro potesse scomparire.

Molte delle storie che si raccontano sono sicuramente false. Non mancano però gli episodi meritevoli d’attenzione.

giovedì 5 gennaio 2012

La processione degli Elfi

Il racconto che segue è tratto dal libro Il Popolo del Bosco, scritto da Marjorie Johnson ed edito da Armenia.

Un giorno il signor Jean Dart si trovava nella casa dei suoi amici Burnham e Mac, a Londra. Poiché i suoi amici dovevano recarsi in città il signor Dart si offrì di occuparsi della vecchia zia che viveva con loro. Dopo pranzo l’ anziana si addormentò e l’uomo pensò di approfittarne per fare una passeggiata.

Si ritrovò presto vicino ad un ruscello, dove avvertì dapprima un canto profondo, e poi un suono più alto che divenne sempre più forte, fin quando non scorse una processione di elfi.

Le creature si muovevano a coppie ed erano vestite con i colori della campagna, un po’ come dei contadini, ma con i visi più graziosi.

L’ elfo in testa alla processione reggeva un calice con entrambe le mani. Dall’ oggetto si sollevavano bollicine di tanti colori diversi. Gli elfi formarono un cerchio intorno al signor Dart e quello che teneva un calice lo sollevò in aria in modo che l’ uomo potesse guardarci dentro.

All’ interno del calice il signor Dart vide il mondo intero. “Ecco come potrebbe e dovrebbe essere il vostro mondo. Siate forti nel cuore e nello spirito, e accadrà. Ci vorranno molti anni. Molti sono già sulla buona strada, cercano e si sforzano di rimediare agli errori del passato per realizzarlo.”

Dopo aver pronunciato quelle parole gli elfi si congedarono dall’ uomo, avvertendolo che un giorno si sarebbero incontrati di nuovo.

Quali sistemi vengono utilizzati per guadagnare con i blog?

Un blogger, che voglia inserire pubblicità nel proprio sito, può firmare un accordo con intermediari che fanno parte di società specializzate, il cui lavoro consiste proprio nel prendere contatto con gli inserzionisti.


Volendo degli intermediari si può anche fare a meno, vendendo direttamente gli spazi pubblicitari del proprio blog. E' un lavoro che richiede tempo ed energia, dato che in linea generale sono pochi i blogger che decidono di tentare questa strada.


Un caso decisamente diverso è quello dell' inserzionista, che contattando direttamente un blogger, si offre di sponsorizzare il suo blog. Un accordo di questo tipo si rivela spesso molto più remunerativo per un blogger, in quanto la figura dell' intermediario viene eliminata fin dall' inizio.


Quelli che seguono sono i modelli di business per le inserzioni on line:


a) Costo per impression. In questo caso i clienti pagano per il numero di volte che le pagine che contengono la loro pubblicità vengono caricate.


b) Costo per clic. Il navigatore clicca sulla pubblicità e viene rediretto sul sito dello sponsor. Il blogger guadagnare una per il clic effettuato dal visitatore.


c) Costo per azione. L' inserzionista paga solo se il lettore svolge una determinata azione, dopo aver visto e cliccato sulla pubblicità del blog.


e) Sponsorizzazione. In quest' ultimo caso, l' inserzionista può decidere di sponsorizza l' intero blog o solo una parte di esso.

martedì 3 gennaio 2012

Monacello. Spiritello dispettoso.

Il Monacello è uno spiritello dispettoso che appartiene al mondo dei folletti. Sono molto le storie, vere o inventate che lo vedono protagonista. La sua leggenda è nata nel napoletano.

Piccolo – il suo aspetto è quello di un nanerottolo alto all’ incirca quanto un bambino di tre anni – ama vestirsi come un frate (da qui il nome monacello).

E’ un folletto casalingo, pessimo inquilino, in quanto sempre pronto a far danni. Disturba le persone, quando meno se lo aspettano, arrivando sempre all’ improvviso, di solito poco prima che si addormentino. Alle volte si affeziona agli abitanti della casa, e li segue per tutta la loro vita anche se si trasferiscono in un’ altra abitazione.

Veloce e imprendibile, ama intrecciare le criniere dei cavalli. E’ il responsabile di un gran numero di scherzi: nasconde gli oggetti, rompe piatti e bicchieri, leva improvvisamente le coperte alle persone che dormono. Adora inoltre sedersi sulle loro pance in modo da impedirgli di respirare correttamente. In questi casi provoca nelle sue vittime degli incubi pieni di visioni angoscianti.

Un’ altra attività prediletta dal folletto è quella di appoggiarsi alle donne quando sono al letto provocandone il lamento e il desiderio.

Il monacello porta sulla testa un bizzarro cappello rosso a cui è molto attaccato. Secondo la leggenda, chi abbia la fortuna di sottrarglielo in un momento di distrazione, potrà costringerlo a rivelare l’ ubicazione di una pentola magica piena di monete d’ oro.

Scrittura creativa. Come trovare dei validi argomenti.

Certe volte quando ci sediamo al computer per metterci a scrivere non riusciamo a trovare degli argomenti validi di cui parlare. In questi casi la pagina vuota può avere un effetto intimidatorio.


Cosa si può fare allora in questi casi? Una valida soluzione potrebbe essere quella di utilizzare una pagina di quaderno, per annotare le idee che via via ci vengono in mente.


Tenere in poche parole una lista. Ogni qual volta che vi viene in mente qualche spunto che ritenete valido aggiungetelo sul foglio di carta.


Avrete così del materiale da utilizzare come punto di partenza per scrivere un racconto oppure una storia.