Negli ultimi anni si è scoperto che gli abissi dell’ oceano sono popolati da migliaia di calamari giganteschi. Bianchi e con un corpo enorme, hanno tentacoli dentati lunghi fino a 11 metri. Rispetto a molti altri animali marini possiedono un’ intelligenza superiore.
La famiglia dei calamari annovera specie ancora quasi sconosciute, spesso inquietanti, talvolta aggressive, perfino con tendenze "cannibali". Attualmente i calamari sono oggetto di studio da parte degli scienziati in quanto possiedono delle caratteristiche straordinarie. Crescono a una velocità notevolmente superiore rispetto a quella delle altre specie (da 10 mm a 13 m in soli 2 anni) e possiedono un metabolismo che consente di trasformare in massa muscolare il 50% di quello che mangiano.
Le stragi di pesci compiute dall’ uomo stanno permettendo a questi esseri di conquistare gli oceani. Si sono infatti diffusi e moltiplicati un po’ dappertutto. I biologi sognano di riuscire prima o poi a catturare (in modo da poterle studiare) le due specie più grandi: l'Architeuthis dux. più noto come "calamaro gigante" e il Mesonycfwteuthis. detto "calamaro colossale".
Il primo ha un corpo lungo 2.5 m, tentacoli di 11 m e pesa fino a 275 kg. Il secondo, di cui è stato di recente pescato un esemplare in Antartide, ha un corpo di 4-5 m tentacoli lunghi 8 m e pesa fino a 300 kg. Di entrambe le specie nessuno scienziato è mai riuscito a vedere un esemplare adulto in vita. E questo benché dal 1997 al 2002 si siano succedute decine di missioni, con batiscafi, a 1.000 metri di profondità nei mari della Nuova Zelanda, al largo delle spagnole Asturie e nei mari dell'Antartide.
Questi esseri in un passato ormai lontano sono stati citati da Omero e da Aristotele. Persino Plinio il Vecchio li descrive con notevole precisione. Molti racconti nordici risalenti al medioevo attribuiscono a queste creature (chiamate “kraken”), la capacità di trascinare intere navi negli oceani. Che non si tratti di semplici leggende lo ha dimostrato l’ avventura di una barca a vela di 23 t. il Geronimo che è stata afferrata mentre viaggiava a 35 km/h nell’ Atlantico, dai tentacoli di un calamaro gigante che ha mollato la presa solo dopo aver fermato la barca.
(Fonte: Focus n.131 - Settembre 2003)
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