Scrivere non è far psicologia. Di solito lo scrittore non dovrebbe parlare dei propri sentimenti. Egli prova delle emozioni, e attraverso le sue parole cerca di destarle nel lettore.
In un certo qual modo lo scrittore prende il lettore per mano, e lo guida attraverso la gioia ed il dolore.
Dovete descrivere ciò che avete visto, in modo da portare il lettore a comprendere. Imparare a fare delle buone descrizioni è molto importante.
lunedì 16 dicembre 2013
martedì 10 dicembre 2013
Dare vita al banale attraverso la scrittura.
Uno scrittore scrive di cose a cui di solito le persone non prestano mai molta attenzione. Il lavoro dello scrittore consiste nel dar vita al banale.
Ridestare il lettore all' eccezionalità dell' esistente. Alle persone che vivono troppo a lungo nello stesso luogo succede una cosa particolare. I loro sensi tendono a intorpidirsi.
E' importante quindi che lo scrittore osservi molto attentamente l' ambiente. Uno scrittore deve essere anche un buon osservatore.
Ridestare il lettore all' eccezionalità dell' esistente. Alle persone che vivono troppo a lungo nello stesso luogo succede una cosa particolare. I loro sensi tendono a intorpidirsi.
E' importante quindi che lo scrittore osservi molto attentamente l' ambiente. Uno scrittore deve essere anche un buon osservatore.
martedì 3 dicembre 2013
L' importanza nei dettagli nella scrittura.
Gli scrittori devono dire di si alla vita, ad ogni aspetto della vita: all' acqua nei bicchieri, al bricchetto del latte, al ketchup sul bancone.
Il compito di molti scrittori è dire di si alle cose vere della vita così come esse esistono. Quindi guardare la realtà.
Accettare la realtà quindi, così come essa è, amare i dettagli, e farsi avanti con un si sulle labbra, in modo che davanti a noi non ci siano più no.
(Natalie Goldberg, Scrivere Zen, Ubaldini Editore)
Il compito di molti scrittori è dire di si alle cose vere della vita così come esse esistono. Quindi guardare la realtà.
Accettare la realtà quindi, così come essa è, amare i dettagli, e farsi avanti con un si sulle labbra, in modo che davanti a noi non ci siano più no.
(Natalie Goldberg, Scrivere Zen, Ubaldini Editore)
lunedì 25 novembre 2013
Momenti da scrittori.
C'è qualcuno che impegnandosi nella scrittura riesce piano piano ad andare avanti, ad arrampicarsi come si suol dire.
C'è chi pensa che anche in questi casi bisogna andare oltre e continuare ad arrampicarsi. Non ci si deve riposare sugli allori.
Quindi bisogna sempre andare comunque avanti. E non bisogna neppure lasciarsi fuorviare dai successi e dagli insuccessi.
C'è chi pensa che anche in questi casi bisogna andare oltre e continuare ad arrampicarsi. Non ci si deve riposare sugli allori.
Quindi bisogna sempre andare comunque avanti. E non bisogna neppure lasciarsi fuorviare dai successi e dagli insuccessi.
mercoledì 13 novembre 2013
Scrivere nel corso del tempo
Si può scrivere per tutta la vita. Per farlo non è necessario seguire una struttura logica. La scrittura è anche improvvisazione.
Non deve esserci necessariamente una direzione precisa, perché riguarda tutto il nostro essere, la nostra vita.
Come esercizio potete provare a scrivere tutto quello che vi passa per la mente in un preciso istante.
Non deve esserci necessariamente una direzione precisa, perché riguarda tutto il nostro essere, la nostra vita.
Come esercizio potete provare a scrivere tutto quello che vi passa per la mente in un preciso istante.
lunedì 4 novembre 2013
La scrittura è un atto comunitario
Abbiamo sempre il timore di imitare qualcun altro e di non avere uno stile personale. Di ciò però non bisogna preoccuparsi.
Scrivere è un atto comunitario. In realtà noi siamo influenzati dagli scrittori che sono venuti prima di noi.
Non bisogna essere presuntuosi. Non è giusto credere di essere persone molto originali.
Scrivere è un atto comunitario. In realtà noi siamo influenzati dagli scrittori che sono venuti prima di noi.
Non bisogna essere presuntuosi. Non è giusto credere di essere persone molto originali.
lunedì 28 ottobre 2013
La scrittura. Ascoltare.
Se volete imparare a scrivere bene, bisogna fare tre cose. E si tratta di tre cose importanti. Molto importanti.
Leggere parecchio. La lettura è importante. Una buona dieta di letture potrebbe aiutarvi a fare progressi.
Scrivete tanto. Non pensate troppo. Entrare nel calore delle parole, dei suoni e delle sensazioni.
Continuare a muovere la penna sul foglio.
Leggere parecchio. La lettura è importante. Una buona dieta di letture potrebbe aiutarvi a fare progressi.
Scrivete tanto. Non pensate troppo. Entrare nel calore delle parole, dei suoni e delle sensazioni.
Continuare a muovere la penna sul foglio.
martedì 22 ottobre 2013
Un paio di dritte sulla scrittura.
Pensate alla scrittura come alla respirazione. Una persona respira sempre qualsiasi cosa debba fare continua sempre a respirare. Non si può smettere. Altrimenti si muore.
Scrivere non è proprio la stessa cosa. Però se prendete l' abitudine di scrivere costantemente a poco a poco diventa un qualcosa che fa parte di voi.
Questo può aiutarvi nella vostra attività di scrittore, amatoriale o professionistica che sia.
Scrivere non è proprio la stessa cosa. Però se prendete l' abitudine di scrivere costantemente a poco a poco diventa un qualcosa che fa parte di voi.
Questo può aiutarvi nella vostra attività di scrittore, amatoriale o professionistica che sia.
lunedì 14 ottobre 2013
I dettagli. Quanto contano nella scrittura.
Viviamo una vita ordinaria e nello stesso tempo legata al mito. Svolgiamo le nostre normali attività quotidiane e nello stesso il tempo il cuore continua a battere nel corso delle stagioni che viviamo sulla Terra.
Le nostre vite sono importanti. E possiamo registrare i dettagli di queste vite. Soprattutto se amiamo la scrittura.
I nostri dettagli sono anch' essi importanti. Possono ispirarci in ciò che scriviamo.
Le nostre vite sono importanti. E possiamo registrare i dettagli di queste vite. Soprattutto se amiamo la scrittura.
I nostri dettagli sono anch' essi importanti. Possono ispirarci in ciò che scriviamo.
lunedì 7 ottobre 2013
L' esercizio di richiamo
Qualche volta potete provare a fare il seguente esercizio. Pensate a qualcosa, tipo un avvenimento, una frase, un articolo che vi ha fatto un effetto particolare.
Cercate di ricordare anche le immagini o le parole. Ripetete nella vostra mente i dettagli.
Può sembrare una banalità ma può aiutarvi a migliorare nella scrittura.
Cercate di ricordare anche le immagini o le parole. Ripetete nella vostra mente i dettagli.
Può sembrare una banalità ma può aiutarvi a migliorare nella scrittura.
martedì 1 ottobre 2013
Come mai certe volte manca la motivazione?
Quando una persona scrive può capitare di sentirsi poco motivati. Le ragioni possono essere tante.
La motivazione può venire a mancare per qualsiasi ragione. Non vi pubblicano i libri, le vostre storie non vi sembrano interessanti.
Vi può persino passare per la testa la seguente domanda: siamo sicuri che prima o poi diventerò uno scrittore professionista?
L' unico modo per essere veramente motivati nella scrittura è avere una vera passione per essa.
La motivazione può venire a mancare per qualsiasi ragione. Non vi pubblicano i libri, le vostre storie non vi sembrano interessanti.
Vi può persino passare per la testa la seguente domanda: siamo sicuri che prima o poi diventerò uno scrittore professionista?
L' unico modo per essere veramente motivati nella scrittura è avere una vera passione per essa.
mercoledì 25 settembre 2013
Avere impiegati per il proprio business.
Per ottenere maggiori risultati, potete provare a prendere una persona che vi aiuti nel vostro business.
Come pagare questa persona. Certe volte i collaboratori vengono pagati dando una percentuale sugli annunci Google.
Un' altra possibilità, ma è già più difficile, è dare a questo collaboratore uno stipendio. L' attività però dovrebbe andare molto bene.
Come pagare questa persona. Certe volte i collaboratori vengono pagati dando una percentuale sugli annunci Google.
Un' altra possibilità, ma è già più difficile, è dare a questo collaboratore uno stipendio. L' attività però dovrebbe andare molto bene.
lunedì 23 settembre 2013
Scrivere non è fare psicologia.
Non spetta a noi parlare dei sentimenti. Lo scrittore prova delle emozioni, e mediante le sue parole le ridesta nel lettore.
Lo scrittore prende il lettore per mano, e lo guida attraverso la valle della gioia e del dolore, senza bisogno di usare espressamente queste parole.
Descrivete ciò che avete visto: il viso della madre, l' ondata di energia di quando il bambino, dopo tanti tentativi riesce finalmente a fare il suo ingresso nel mondo.
(Fonte: Scrivere Zen, autore Natalie Goldberg, Ubaldini Editore)
Lo scrittore prende il lettore per mano, e lo guida attraverso la valle della gioia e del dolore, senza bisogno di usare espressamente queste parole.
Descrivete ciò che avete visto: il viso della madre, l' ondata di energia di quando il bambino, dopo tanti tentativi riesce finalmente a fare il suo ingresso nel mondo.
(Fonte: Scrivere Zen, autore Natalie Goldberg, Ubaldini Editore)
lunedì 9 settembre 2013
A proposito dei verbi...
Quando si scrive non bisogna passare le ore a cercare nuovi verbi. Basta usare bene quelli che si conoscono.
E' importante imparare a comprendere tutti gli aspetti del linguaggio. In questo modo, si impara a scrivere meglio.
La nostra sarà una scelta consapevole, e non un punto della frase in cui siamo disattenti. Essere consapevoli quando si scrive è importante.
E' importante imparare a comprendere tutti gli aspetti del linguaggio. In questo modo, si impara a scrivere meglio.
La nostra sarà una scelta consapevole, e non un punto della frase in cui siamo disattenti. Essere consapevoli quando si scrive è importante.
mercoledì 7 agosto 2013
Quando si ama il mondo e si scrive.
Certe volte si scrive perché si ama il mondo. Forse non succede spesso, per Hemingway era così.
Si può portare questo segreto, nei salotti, nelle verande, in giardino e al mercato.
Che tutto fiorisca: la poesia e colui che la scrive.
(Fonte: Natalie Goldberg, Scrivere Zen, Ubaldini Editore)
Si può portare questo segreto, nei salotti, nelle verande, in giardino e al mercato.
Che tutto fiorisca: la poesia e colui che la scrive.
(Fonte: Natalie Goldberg, Scrivere Zen, Ubaldini Editore)
mercoledì 24 luglio 2013
Cosa è un revisore?
Quando ci si dedica allo scrivere, è importante tenere il creatore separato dal revisore, cioè dal censore interno, così che il creatore goda di ampio spazio, per respirare, esplorare ed esprimersi.
Se il revisore comincia a scocciare sul serio, e ci si trova in difficoltà a distinguerlo dalla propria voce creativa, ogni volta che è necessario sedetevi e scrivete quello che vi sta dicendo; concedetegli di esprimersi pienamente.
Sono semplici consigli che possono ritornare utili.
( Natalie Goldberg, Scrivere Zen, Ubaldini Editore )
Se il revisore comincia a scocciare sul serio, e ci si trova in difficoltà a distinguerlo dalla propria voce creativa, ogni volta che è necessario sedetevi e scrivete quello che vi sta dicendo; concedetegli di esprimersi pienamente.
Sono semplici consigli che possono ritornare utili.
( Natalie Goldberg, Scrivere Zen, Ubaldini Editore )
lunedì 15 luglio 2013
La scrittura come divertimento o come studio?
Nel suo libro sulla scrittura creativa On Writing, Stephen King, invita tutti gli aspiranti autori, a prendere la scrittura seriamente, non come un semplice divertimento.
Lo scrittore mette in evidenza l' errore che si compie quando la si prende un po' sottogamba. Propone un vero programma di lavoro per chi vorrebbe diventare scrittori, avvertendo che geni non si diventa, ma bravi scrittori invece si può. Studiando e anche tanto.
Naturalmente l' Italia non è un paese che da molte opportunità se paragonata con gli Stati Uniti. Nulla toglie però che se sognate di diventare scrittori, potreste impegnarvi davvero. Io l'ho fatto per tanti anni, poi ho un po' gettato la spugna e scrivo solo quando mi sento.
Praticamente io non studio più la scrittura, seguendo il sistema proposto da Stephen King.
Lo scrittore mette in evidenza l' errore che si compie quando la si prende un po' sottogamba. Propone un vero programma di lavoro per chi vorrebbe diventare scrittori, avvertendo che geni non si diventa, ma bravi scrittori invece si può. Studiando e anche tanto.
Naturalmente l' Italia non è un paese che da molte opportunità se paragonata con gli Stati Uniti. Nulla toglie però che se sognate di diventare scrittori, potreste impegnarvi davvero. Io l'ho fatto per tanti anni, poi ho un po' gettato la spugna e scrivo solo quando mi sento.
Praticamente io non studio più la scrittura, seguendo il sistema proposto da Stephen King.
lunedì 8 luglio 2013
Il nostro modo di rapportarci alla scrittura.
Tanti anni fa, quando ho cominciato a scrivere per diletto, il mondo letterario mi sembrava un qualcosa di magico.
Persino gli autori che avevano avuto una vita sfortunata, mi sembrava avessero vissuto in un certo qual modo in modo affascinante.
E così scrivevo, e in un certo qual modo scrivere mi aiutava a portare avanti un mio sogno personale, quello di pubblicare prima o poi un libro.
Oggi sono una persona più matura e vedo le cose in modo più realistico. Scrivere mi piace ancora, ma non avverto più quel pizzico di magia che rendeva ogni cosa più bella.
Persino gli autori che avevano avuto una vita sfortunata, mi sembrava avessero vissuto in un certo qual modo in modo affascinante.
E così scrivevo, e in un certo qual modo scrivere mi aiutava a portare avanti un mio sogno personale, quello di pubblicare prima o poi un libro.
Oggi sono una persona più matura e vedo le cose in modo più realistico. Scrivere mi piace ancora, ma non avverto più quel pizzico di magia che rendeva ogni cosa più bella.
lunedì 1 luglio 2013
Scrivere nei pub e nei ristoranti.
Hemingway ha scritto diversi dei suoi racconti seduto al bancone di un pub di Parigi. Il breve testo che segue potrebbe essere per voi una fonte di ispirazione. E' tratto dal libro Scrivere Zen, pubblicato dalla casa editrice Ubaldini Editore. L' autrice è Natalie Goldberg.
-Quando si decide di andare a scrivere al bar o al ristorante, bisogna instaurare un rapporto con chi ci serve. Andiamoci a stomaco vuoto, così che ci venga voglia di ordinare qualcosa. Qualche volta mi capita di non avere fame e di ordinare lo stesso da mangiare; poi metto i piatti da una parte e tiro fuori il quaderno.
Nell' ora che segue, magari mangiucchio un po' di cipolla fritta o di spinaci in insalata. Se ordinassi solo del caffé, non potrei sfruttare l' opportunità di prendere gratis quante tazze mi pare. -
-Quando si decide di andare a scrivere al bar o al ristorante, bisogna instaurare un rapporto con chi ci serve. Andiamoci a stomaco vuoto, così che ci venga voglia di ordinare qualcosa. Qualche volta mi capita di non avere fame e di ordinare lo stesso da mangiare; poi metto i piatti da una parte e tiro fuori il quaderno.
Nell' ora che segue, magari mangiucchio un po' di cipolla fritta o di spinaci in insalata. Se ordinassi solo del caffé, non potrei sfruttare l' opportunità di prendere gratis quante tazze mi pare. -
martedì 25 giugno 2013
Entrare in rapporto con la letteratura.
Scrivere non è soltanto scrivere, ma è anche entrare in rapporto con altri scrittori. Ciò può avvenire fra l' altro attraverso i loro libri.
E' sbagliato quando si legge l' opera di un grande scrittore pensare: - lui e troppo bravo ed io invece faccio schifo - . Questo non è il giusto modo di pensare.
E' sbagliato anche pensare: - io sono uno scrittore troppo bravo – Dato che in realtà potreste fare veramente schifo.
Gioite del fatto che altri siano dei geni, senza sminuirvi eccessivamente. Potreste sempre migliorare, studiando. E' possibile col tempo.
E' sbagliato quando si legge l' opera di un grande scrittore pensare: - lui e troppo bravo ed io invece faccio schifo - . Questo non è il giusto modo di pensare.
E' sbagliato anche pensare: - io sono uno scrittore troppo bravo – Dato che in realtà potreste fare veramente schifo.
Gioite del fatto che altri siano dei geni, senza sminuirvi eccessivamente. Potreste sempre migliorare, studiando. E' possibile col tempo.
lunedì 17 giugno 2013
Un buon posto per esercitarsi alla scrittura.
Se per scrivere avete bisogno di una stanza, trovatevi una stanza e basta. Non fatene un affare di stato.
Se il tetto è sano, se la stanza ha una finestra e se d' inverno potete riscaldarla, metteteci dentro la scrivania, degli scaffali, una sedia comoda e cominciate a scrivere.
E' inutile quindi inventare degli espedienti per evitare di scrivere. Cercate di scrivere e basta.
(Fonte: Scrivere Zen, Editore Ubaldini, autore: Natalie Goldberg)
Se il tetto è sano, se la stanza ha una finestra e se d' inverno potete riscaldarla, metteteci dentro la scrivania, degli scaffali, una sedia comoda e cominciate a scrivere.
E' inutile quindi inventare degli espedienti per evitare di scrivere. Cercate di scrivere e basta.
(Fonte: Scrivere Zen, Editore Ubaldini, autore: Natalie Goldberg)
lunedì 10 giugno 2013
I dettagli nella scrittura.
Certe volte quando scriviamo, abbiamo la tendenza a confondere i dettagli con ciò che è insignificante, non gli diamo quindi valore.
In realtà invece contano molto. Attraverso i dettagli possiamo veramente valorizzare i nostri scritti, non dobbiamo assolutamente sottovalutare la loro importanza.
Basti pensare alla differenza che passa fra una descrizione scialba di una città, e una descrizione invece ricca di dettagli.
In realtà invece contano molto. Attraverso i dettagli possiamo veramente valorizzare i nostri scritti, non dobbiamo assolutamente sottovalutare la loro importanza.
Basti pensare alla differenza che passa fra una descrizione scialba di una città, e una descrizione invece ricca di dettagli.
lunedì 3 giugno 2013
Motivazione e scrittura. Il non arrendersi.
Sappiamo tutti che per ogni libro di successo che arriva nelle librerie, migliaia non arrivano nemmeno alla pubblicazione.
Tuttavia anche quando si ricevono dei rifiuti, bisogna andare avanti. Se ci va di scrivere dobbiamo continuare a farlo.
Se non riusciamo a pubblicare un libro, proviamo a scriverne altri. Perlomeno avremo l' occasione di fare pratica.
(Fonte: Scrivere Zen, autore: Natalie Goldberg, Ubaldini Editore)
Tuttavia anche quando si ricevono dei rifiuti, bisogna andare avanti. Se ci va di scrivere dobbiamo continuare a farlo.
Se non riusciamo a pubblicare un libro, proviamo a scriverne altri. Perlomeno avremo l' occasione di fare pratica.
(Fonte: Scrivere Zen, autore: Natalie Goldberg, Ubaldini Editore)
lunedì 27 maggio 2013
Scrittura creativa. E' importante concentrarsi?
Quando scriviamo l' universo in un certo senso si muove insieme a noi, è sempre alle nostre spalle.
Ricordarsi del mondo che ci circonda, del cielo limpido o nuvoloso fuori dalla finestra, questo non guasta.
Quando si scrive è bene concentrarsi. La concentrazione tuttavia non deve portarci a tagliar fuori il mondo, ma a permettergli di esistere. Ed è un' equilibrio molto, molto precario.
(Fonte: Natalie Goldberg, Scrivere Zen, Ubaldini Editore - Roma)
Ricordarsi del mondo che ci circonda, del cielo limpido o nuvoloso fuori dalla finestra, questo non guasta.
Quando si scrive è bene concentrarsi. La concentrazione tuttavia non deve portarci a tagliar fuori il mondo, ma a permettergli di esistere. Ed è un' equilibrio molto, molto precario.
(Fonte: Natalie Goldberg, Scrivere Zen, Ubaldini Editore - Roma)
lunedì 20 maggio 2013
Oltre gli schemi. Quando la scrittura non è meccanica.
Se vi piace scrivere probabilmente, soprattutto se vi dedicate alla scrittura da poco, non è da escludersi che siate soliti imitare lo stile dello scrittore che vi piace di più.
E' molto facile che sia così all' inizio. Anche se studiate scrittura creativa, proprio per questa ragione la vostra scrittura potrebbe essere un po' troppo legata a degli stili.
Quando si scrive, pian piano, non è una cattiva idea cercare di liberarsi da troppi schemi mentali acquisiti legati al processo di scrittura in sé, per scrivere in modo più spontaneo, naturale.
E' molto facile che sia così all' inizio. Anche se studiate scrittura creativa, proprio per questa ragione la vostra scrittura potrebbe essere un po' troppo legata a degli stili.
Quando si scrive, pian piano, non è una cattiva idea cercare di liberarsi da troppi schemi mentali acquisiti legati al processo di scrittura in sé, per scrivere in modo più spontaneo, naturale.
lunedì 13 maggio 2013
Un modo intelligente di scrivere on line.
Quando si scrive on line si può anche provare ad essere naturali come quando si parla, senza tralasciare però di essere precisi, stiamo parlando sempre di un testo on line, che quindi deve essere innanzitutto studiato.
Mi riferisco quindi ad un modo di esprimersi nei testi scritti che sia più naturale, suoni quasi come una voce, ma non sia però più sciatto.
Ci vuole una certa bravura per raggiungere un simile risultato.
Mi riferisco quindi ad un modo di esprimersi nei testi scritti che sia più naturale, suoni quasi come una voce, ma non sia però più sciatto.
Ci vuole una certa bravura per raggiungere un simile risultato.
lunedì 6 maggio 2013
Quando si scrive e viene a mancare la motivazione.
Non è raro che quando una persona scrive ad un certo punto cominci a non sentirsi più motivata. Può accadere per qualsiasi ragione.
Potreste perdere la motivazione perché non trovate un editore disposto a pubblicarvi un libro. Perché a un certo punto quello che fate vi sembra inutile.
Potreste anche ad un certo punto entrare in una libreria e diventare consapevoli che ci sono già in circolazione moltissimi libri, anche validi. La domanda che potreste rivolgere a voi stessi a quel punto sarebbe la senguente: ma siamo sicuri che prima o poi riuscirò a diventare uno scrittore?
In realtà l'unico modo per essere realmente motivati nella scrittura è avere una vera passione per essa e scrivere nei periodi in cui si ha realmente voglia di scrivere.
Potreste perdere la motivazione perché non trovate un editore disposto a pubblicarvi un libro. Perché a un certo punto quello che fate vi sembra inutile.
Potreste anche ad un certo punto entrare in una libreria e diventare consapevoli che ci sono già in circolazione moltissimi libri, anche validi. La domanda che potreste rivolgere a voi stessi a quel punto sarebbe la senguente: ma siamo sicuri che prima o poi riuscirò a diventare uno scrittore?
In realtà l'unico modo per essere realmente motivati nella scrittura è avere una vera passione per essa e scrivere nei periodi in cui si ha realmente voglia di scrivere.
lunedì 29 aprile 2013
La visione remota. Di cosa si tratta?
L' argomento di quest' articolo proviene da una fonte internet. Non posso garantire la veridicità del contenuto. Vi ricordo inoltre che la scienza è molto scettica riguardo a certi argomenti.
Lyn Buchanan un ex agente dell' intelligence militare degli Stati Uniti, nel corso di un' intervista ha sostenuto che ognuno di noi è capace di ricevere delle impressioni sensoriali fisiche, che secondo molti provengono dalla mente subconscia. La visione remota si basa sull' idea che queste informazioni in realtà esistono già nel subconscio.
Con la visione remota queste informazioni vengono semplicemente estratte dal subconscio, e portate alla mente cosciente, in modo che possano essere messe su carta. Si tratta quindi di una specie di processo di registrazione.
Un' unità chiamata Grillflame venne spesso utilizzata per localizzare installazioni militari nemiche oppure rampe missilistiche e sottomarini. Durante la guerra del golfo fu impiegata per individuare il deposito di armi chimiche di Saddam Hussein.
A quanto pare quanto più esperti di visione remota visualizzavano la stessa immagine, quanto più era probabile che la visione fosse corretta.
Lyn Buchanan un ex agente dell' intelligence militare degli Stati Uniti, nel corso di un' intervista ha sostenuto che ognuno di noi è capace di ricevere delle impressioni sensoriali fisiche, che secondo molti provengono dalla mente subconscia. La visione remota si basa sull' idea che queste informazioni in realtà esistono già nel subconscio.
Con la visione remota queste informazioni vengono semplicemente estratte dal subconscio, e portate alla mente cosciente, in modo che possano essere messe su carta. Si tratta quindi di una specie di processo di registrazione.
Un' unità chiamata Grillflame venne spesso utilizzata per localizzare installazioni militari nemiche oppure rampe missilistiche e sottomarini. Durante la guerra del golfo fu impiegata per individuare il deposito di armi chimiche di Saddam Hussein.
A quanto pare quanto più esperti di visione remota visualizzavano la stessa immagine, quanto più era probabile che la visione fosse corretta.
lunedì 22 aprile 2013
L' amicizia fra Jung e Pauli.
Negli anni trenta Jung incontra Wolfgang Pauli, un fisico austriaco premio Nobel nel 1945. Pauli è reduce dal fallimento del matrimonio e trasferitosi in Svizzera cerca un aiuto terapeutico. La terapia non avrà grande successo e Pauli l'abbandona ma i due si stimano ed iniziano una amicizia scientifica. L'incontro tra Jung e Pauli generò il quarto escluso dalla triade della fisica classica: tempo, spazio e causalità, a questo quarto escluso è stato dato il nome di sincronicità. In analogia alla causalità che agisce in direzione della progressione del tempo e mette in connessione due fenomeni che accadono nello stesso spazio in tempi diversi, viene ipotizzata l'esistenza di un principio che mette in connessione due fenomeni che accadono nello stesso tempo ma in spazi diversi.
Nel 1952 Jung e Pauli pubblicarono due saggi nel un volume Naturerklärung und Psyche: il saggio di Pauli applicava il concetto di archetipo alla costruzione delle teorie scientifiche di Keplero; il saggio di Jung era intitolato -Sincronicità come principio di nessi acausali-, dove per la prima volta lo piscologo definisce la parola. Per sue stesse parole, si era limitato per venti anni fino allora ad accennarne solamente il concetto, perché riteneva di essere scientificamente impreparato. Nel saggio si tenta una analisi statistica di eventi acausali ma senza grande successo.
Lo stesso Jung è imbarazzato verso la comunità scientifica dell'indefinitezza del suo studio, ma tuttavia si sente pressato e giustificato dalle proprie esperienze personali che per lui sono da considerare evidenze empiriche, fenomenologie su cui lavorare con metodo scientifico. Nella prefazione del saggio dice: - [la sincronicità è ] ... un tentativo di porre i termini del problema in modo che, se non tutti, almeno molti dei suoi aspetti e rapporti diventino visibili e, almeno spero, si apra una strada verso una regione ancora oscura, ma di grande importanza per quanto riguarda la nostra concezione del mondo. -
(fonte: http://mondiparalleli.blogfree.net/)
Nel 1952 Jung e Pauli pubblicarono due saggi nel un volume Naturerklärung und Psyche: il saggio di Pauli applicava il concetto di archetipo alla costruzione delle teorie scientifiche di Keplero; il saggio di Jung era intitolato -Sincronicità come principio di nessi acausali-, dove per la prima volta lo piscologo definisce la parola. Per sue stesse parole, si era limitato per venti anni fino allora ad accennarne solamente il concetto, perché riteneva di essere scientificamente impreparato. Nel saggio si tenta una analisi statistica di eventi acausali ma senza grande successo.
Lo stesso Jung è imbarazzato verso la comunità scientifica dell'indefinitezza del suo studio, ma tuttavia si sente pressato e giustificato dalle proprie esperienze personali che per lui sono da considerare evidenze empiriche, fenomenologie su cui lavorare con metodo scientifico. Nella prefazione del saggio dice: - [la sincronicità è ] ... un tentativo di porre i termini del problema in modo che, se non tutti, almeno molti dei suoi aspetti e rapporti diventino visibili e, almeno spero, si apra una strada verso una regione ancora oscura, ma di grande importanza per quanto riguarda la nostra concezione del mondo. -
(fonte: http://mondiparalleli.blogfree.net/)
lunedì 15 aprile 2013
Le quattro nobili verità. Di che si tratta?
Fratello, vi sono quattro verità: l' esistenza della sofferenza, la causa della sofferenza, l' estinzione della sofferenza e il sentiero che conduce all' estinzione della sofferenza. Le chiamo le quattro nobili verità.
Fratelli, la prima nobile verità è l' esistenza della sofferenza.
Nascita, vecchiaia, malattia e morte, sono sofferenza.
Tristezza, ira, invidia, timore, ansia, paura e disperazione sono sofferenza.
L' essenza di ciò che si ama è sofferenza.
La presenza di ciò che si odia, è sofferenza. Il desiderio, è sofferenza.
L' avversione, è sofferenza.
Questa, è la Prima Nobile Verità.
Fratelli, la Seconda Nobile Verità è la causa della sofferenza.
La causa della sofferenza è l' attaccamento.
L' attaccamento a sua volta è causato dall' ignoranza.
L' ignoranza che causa l' attaccamento è l' ignoranza della realtà, è l' ignoranza che la realtà è impermanente.
L' ignoranza della realtà produce l' attaccamento perché si crede permanente ciò che è impermanente.
L' attaccamento produce la tristezza, l' ira, l' invidia, il timore, l' ansia, la paura, e la disperazione.
Questa è la seconda nobile verità.
Fratelli, la terza nobile verità è l' estinzione della sofferenza. La sofferenza può estinguersi con l' estinzione della sua causa, cioè dell' ignoranza e quindi dell' attaccamento.
Questa è la terza nobile verità.
Fratelli, la quarte nobile verità è la via che conduce all' estinzione della sofferenza: sono gli otto nobili sentieri.
Questa è la quarta nobile verità.
(Fonte: Giulio Cesare Giacobbe, Come diventare un buddha in cinque settimane, Editore Ponte alle Grazie)
Fratelli, la prima nobile verità è l' esistenza della sofferenza.
Nascita, vecchiaia, malattia e morte, sono sofferenza.
Tristezza, ira, invidia, timore, ansia, paura e disperazione sono sofferenza.
L' essenza di ciò che si ama è sofferenza.
La presenza di ciò che si odia, è sofferenza. Il desiderio, è sofferenza.
L' avversione, è sofferenza.
Questa, è la Prima Nobile Verità.
Fratelli, la Seconda Nobile Verità è la causa della sofferenza.
La causa della sofferenza è l' attaccamento.
L' attaccamento a sua volta è causato dall' ignoranza.
L' ignoranza che causa l' attaccamento è l' ignoranza della realtà, è l' ignoranza che la realtà è impermanente.
L' ignoranza della realtà produce l' attaccamento perché si crede permanente ciò che è impermanente.
L' attaccamento produce la tristezza, l' ira, l' invidia, il timore, l' ansia, la paura, e la disperazione.
Questa è la seconda nobile verità.
Fratelli, la terza nobile verità è l' estinzione della sofferenza. La sofferenza può estinguersi con l' estinzione della sua causa, cioè dell' ignoranza e quindi dell' attaccamento.
Questa è la terza nobile verità.
Fratelli, la quarte nobile verità è la via che conduce all' estinzione della sofferenza: sono gli otto nobili sentieri.
Questa è la quarta nobile verità.
(Fonte: Giulio Cesare Giacobbe, Come diventare un buddha in cinque settimane, Editore Ponte alle Grazie)
lunedì 8 aprile 2013
Ma allora questi misteriosi Ufo esistono sul serio?
Fino all' età di 33 anni la mia risposta riguardo all' esistenza degli UFO e degli alieni era la seguente : si gli UFO esistono veramente.
Oggi, ho 37 anni e pur non escludendo che nell' Universo possano esserci dei pianeti che ospitano qualche forma di vita intelligente simile all' uomo, non credo più nell' esistenza degli UFO e degli alieni.
Sono convinto che mai un' astronave proveniente da un altro pianeta sia precipitata o abbia visitato la Terra. Oggi per me quello dei dischi volanti è solo un mito.
Gli scienziati la pensano così da sempre. Solo pochissimi hanno una convinzione diversa. Anche per la scienza gli UFO sono solo un mito.
Perché ho cambiato idea? Praticamente ho compreso che in uno stato di consapevolezza alterato, dovuto all' assunzione di droghe, alla meditazione, alla depressione o a qualche trauma, o all' effetto collaterale di qualche farmaco, il nostro cervello può veramente farci vedere qualsiasi cosa.
Inoltre ho dovuto accettare un po' a malincuore quello che da sempre viene detto in televisione : anche quello degli UFO, così come del mistero in generale è un business come tanti altri.
Oggi, ho 37 anni e pur non escludendo che nell' Universo possano esserci dei pianeti che ospitano qualche forma di vita intelligente simile all' uomo, non credo più nell' esistenza degli UFO e degli alieni.
Sono convinto che mai un' astronave proveniente da un altro pianeta sia precipitata o abbia visitato la Terra. Oggi per me quello dei dischi volanti è solo un mito.
Gli scienziati la pensano così da sempre. Solo pochissimi hanno una convinzione diversa. Anche per la scienza gli UFO sono solo un mito.
Perché ho cambiato idea? Praticamente ho compreso che in uno stato di consapevolezza alterato, dovuto all' assunzione di droghe, alla meditazione, alla depressione o a qualche trauma, o all' effetto collaterale di qualche farmaco, il nostro cervello può veramente farci vedere qualsiasi cosa.
Inoltre ho dovuto accettare un po' a malincuore quello che da sempre viene detto in televisione : anche quello degli UFO, così come del mistero in generale è un business come tanti altri.
giovedì 4 aprile 2013
Perché è bene sapere cosa è una cartella dattiloscritta?
Una cartella dattiloscritta è composta da una pagina di 60 colonne e 30 righe, pari quindi a 1800 caratteri. Perché è importante sapere di cosa si tratta?
Innanzitutto perché se partecipate ad i concorsi letterari, nei vari bandi che potete trovare su Internet viene sempre indicato il numero massimo di cartelle da cui deve essere composto un racconto oppure un romanzo.
Anche le case editrici stesse nei loro siti fanno alle volte riferimento alle cartelle dattiloscritte. Per ragioni diverse però.
Innanzitutto perché se partecipate ad i concorsi letterari, nei vari bandi che potete trovare su Internet viene sempre indicato il numero massimo di cartelle da cui deve essere composto un racconto oppure un romanzo.
Anche le case editrici stesse nei loro siti fanno alle volte riferimento alle cartelle dattiloscritte. Per ragioni diverse però.
martedì 2 aprile 2013
Paradosso di Fermi. Possibili soluzioni. Sono fra noi?
Secondo alcune tesi esseri alieni ci avrebbero già contattato e sarebbero addirittura tra noi. Ogni anno si accumulano centinaia di documenti fotografici su oggetti volanti non identificati (UFO).
Questi argomenti difficilmente possono essere considerati seriamente. I pochi casi non riconducibili ad una evidente origine terrestre sono comunque molto dubbi.
Ritrovamenti di antichi oggetti o rappresentazioni artistiche (vedi OOPART) secondo alcuni documenterebbero l'arrivo di civiltà evolute sulla Terra in epoche passate. Si è sostenuto che oggetti come la pila di Baghdad o presunte sagome di aeroplani ritrovati in antichi edifici sudamericani, possano essere frutto, secondo alcuni, dell'esperienza di contatto di queste antiche civiltà con esseri evoluti di provenienza extraterrestre. Anche queste ipotesi difficilmente trovano un riscontro scientifico.
(Fonte: Wikipedia, L’enciclopedia libera)
Questi argomenti difficilmente possono essere considerati seriamente. I pochi casi non riconducibili ad una evidente origine terrestre sono comunque molto dubbi.
Ritrovamenti di antichi oggetti o rappresentazioni artistiche (vedi OOPART) secondo alcuni documenterebbero l'arrivo di civiltà evolute sulla Terra in epoche passate. Si è sostenuto che oggetti come la pila di Baghdad o presunte sagome di aeroplani ritrovati in antichi edifici sudamericani, possano essere frutto, secondo alcuni, dell'esperienza di contatto di queste antiche civiltà con esseri evoluti di provenienza extraterrestre. Anche queste ipotesi difficilmente trovano un riscontro scientifico.
(Fonte: Wikipedia, L’enciclopedia libera)
lunedì 1 aprile 2013
Paradosso di Fermi. Problemi di ricezione.
Non siamo in grado di ricevere le loro comunicazioni
Tutti i nostri attuali tentativi di inviare o ricevere comunicazioni con altri mondi si sono basati sull'utilizzo di onde elettromagnetiche. Così come prima dell'epoca di Guglielmo Marconi non avremmo neppure immaginato di usare questo mezzo, così potremmo non essere neppure in grado di immaginare le tecniche usate da civiltà più evolute di noi. Alcune tecnologie teorizzate potrebbero essere basate sui neutrini, le onde gravitazionali o l'entanglement quantistico. Attualmente non saremmo in grado di ricevere alcun messaggio trasmesso con questi sistemi. Si può comunque ipotizzare che una civiltà attraversi diverse fasi di evoluzione tecnologica, passando anche per le relativamente facili onde elettromagnetiche. È ragionevole ritenere che scienziati di questa civiltà siano in grado comunque di ricevere e decodificare segnali radio, anche se per loro ormai obsoleti.
Rimanendo nel campo delle onde radio dobbiamo tenere in considerazione il problema delle velocità della luce. Le microonde (unica banda in grado di uscire dall'atmosfera) da noi emesse da quando si è sviluppata la televisione, si stanno ancora allontanando da noi alla velocità della luce in tutte le direzioni. La sfera entro la quale queste informazioni sono ricevibili è detta sfera di Marconi, e il suo raggio in anni luce coincide con il periodo in anni dal quale le trasmissioni sono iniziate. Nel caso della Terra questo valore è di circa 50 anni luce. Ogni civiltà all'esterno di essa non è ancora in grado di individuarci. Inoltre si ha la tendenza ad ottimizzare le trasmissioni focalizzandole in fasci di bassa energia a microonde o laser, in modo simile a quello che sta avvenendo sulla Terra con i ponti radio ed i telefoni cellulari di ultima generazione.
Da molti anni è in corso un progetto che cerca sistematicamente di individuare possibili trasmissioni intelligenti provenienti dal cosmo: il progetto SETI@home. I segnali radio vengono ricevuti dal radiotelescopio di Arecibo in Porto Rico e analizzati da una rete di migliaia di personal computer di partecipanti volontari.
Fino ad ora (2006) nessun segnale è stato rilevato da questo progetto e da tutti i precedenti tentativi.
Recentemente è però stato fatto notare, relativamente alla possibile ricezione di segnali dal cosmo, che una modulazione particolarmente evoluta diventa sempre più difficile da riconoscere come portatrice di informazione e quasi indistinguibile dal rumore di fondo se non se ne conosce la chiave di codifica. In sostanza i segnali potrebbero essere arrivati ma non li abbiamo riconosciuti.
(Fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera)
Tutti i nostri attuali tentativi di inviare o ricevere comunicazioni con altri mondi si sono basati sull'utilizzo di onde elettromagnetiche. Così come prima dell'epoca di Guglielmo Marconi non avremmo neppure immaginato di usare questo mezzo, così potremmo non essere neppure in grado di immaginare le tecniche usate da civiltà più evolute di noi. Alcune tecnologie teorizzate potrebbero essere basate sui neutrini, le onde gravitazionali o l'entanglement quantistico. Attualmente non saremmo in grado di ricevere alcun messaggio trasmesso con questi sistemi. Si può comunque ipotizzare che una civiltà attraversi diverse fasi di evoluzione tecnologica, passando anche per le relativamente facili onde elettromagnetiche. È ragionevole ritenere che scienziati di questa civiltà siano in grado comunque di ricevere e decodificare segnali radio, anche se per loro ormai obsoleti.
Rimanendo nel campo delle onde radio dobbiamo tenere in considerazione il problema delle velocità della luce. Le microonde (unica banda in grado di uscire dall'atmosfera) da noi emesse da quando si è sviluppata la televisione, si stanno ancora allontanando da noi alla velocità della luce in tutte le direzioni. La sfera entro la quale queste informazioni sono ricevibili è detta sfera di Marconi, e il suo raggio in anni luce coincide con il periodo in anni dal quale le trasmissioni sono iniziate. Nel caso della Terra questo valore è di circa 50 anni luce. Ogni civiltà all'esterno di essa non è ancora in grado di individuarci. Inoltre si ha la tendenza ad ottimizzare le trasmissioni focalizzandole in fasci di bassa energia a microonde o laser, in modo simile a quello che sta avvenendo sulla Terra con i ponti radio ed i telefoni cellulari di ultima generazione.
Da molti anni è in corso un progetto che cerca sistematicamente di individuare possibili trasmissioni intelligenti provenienti dal cosmo: il progetto SETI@home. I segnali radio vengono ricevuti dal radiotelescopio di Arecibo in Porto Rico e analizzati da una rete di migliaia di personal computer di partecipanti volontari.
Fino ad ora (2006) nessun segnale è stato rilevato da questo progetto e da tutti i precedenti tentativi.
Recentemente è però stato fatto notare, relativamente alla possibile ricezione di segnali dal cosmo, che una modulazione particolarmente evoluta diventa sempre più difficile da riconoscere come portatrice di informazione e quasi indistinguibile dal rumore di fondo se non se ne conosce la chiave di codifica. In sostanza i segnali potrebbero essere arrivati ma non li abbiamo riconosciuti.
(Fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera)
venerdì 29 marzo 2013
Soluzioni al paradosso di Fermi. Esistono ma non comunicano.
Ancora più complesso è ipotizzare quale sia la probabilità che una prima forma di vita biologica possa evolversi fino a creare una specie autocosciente e desiderosa di comunicare. È possibile che nell'universo esistano molti corpi celesti ospitanti una forma di vita, ma su pochissimi questa si sia evoluta in una civiltà tecnologica. Anche da questo punto di vista sono utili le esplorazioni planetarie.
Ma se una civiltà sviluppa i mezzi adatti, avrà l'idea o il desiderio di cercare di comunicare con altri mondi?
Magari perché non ci considerano degni o hanno paura di noi.
Le civiltà evolute hanno breve durata
Un parametro dell'equazione di Drake è la durata media delle civiltà tecnologicamente evolute e in grado di comunicare con noi. Al tempo di Drake si stimò una durata di dieci anni, poiché l'unica civiltà nota, la nostra, trasmetteva onde radio nel cosmo all'incirca da questo periodo. Attualmente per lo stesso motivo si può portare questo parametro a cinquanta anni. Il problema è che il campione studiato è ovviamente poco significativo.
Una possibile causa della scomparsa di una civiltà è l'autodistruzione. Se una civiltà tende naturalmente ad annientarsi, è solo questione di tempo perché inventi i mezzi necessari. L'unico dato osservativo disponibile è che la nostra civiltà dispone da decenni dei mezzi necessari, ma per ora è sopravvissuta. Anche in questo caso è difficile dire quanto l'aggressività sia prerogativa della specie umana o sia una costante universale intrinsecamente legata all'evoluzione dell'essere intelligente. Si consideri che non è necessaria una distruzione totale della specie, ma è sufficiente una involuzione a livelli primitivi dei sopravvissuti per sottrarre la civiltà alla lista di quelle in grado di comunicare.
Un altro pericolo per un pianeta è il possibile impatto di un asteroide. Sappiamo che la terra è stata più volte bersaglio di impatti catastrofici, che hanno causato diverse estinzioni di massa (la più nota nell'opinione pubblica è quella dei dinosauri). Un evento di questo tipo sarebbe ben prevedibile da una civiltà anche più arretrata della nostra, ma difficilmente prevenibile.
Altri rischi naturali o indotti sono legati all'alterazione del clima, che può arrivare ad annientare una civiltà a causa dell'impoverimento dell' agricoltura.
Fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera
Ma se una civiltà sviluppa i mezzi adatti, avrà l'idea o il desiderio di cercare di comunicare con altri mondi?
Magari perché non ci considerano degni o hanno paura di noi.
Le civiltà evolute hanno breve durata
Un parametro dell'equazione di Drake è la durata media delle civiltà tecnologicamente evolute e in grado di comunicare con noi. Al tempo di Drake si stimò una durata di dieci anni, poiché l'unica civiltà nota, la nostra, trasmetteva onde radio nel cosmo all'incirca da questo periodo. Attualmente per lo stesso motivo si può portare questo parametro a cinquanta anni. Il problema è che il campione studiato è ovviamente poco significativo.
Una possibile causa della scomparsa di una civiltà è l'autodistruzione. Se una civiltà tende naturalmente ad annientarsi, è solo questione di tempo perché inventi i mezzi necessari. L'unico dato osservativo disponibile è che la nostra civiltà dispone da decenni dei mezzi necessari, ma per ora è sopravvissuta. Anche in questo caso è difficile dire quanto l'aggressività sia prerogativa della specie umana o sia una costante universale intrinsecamente legata all'evoluzione dell'essere intelligente. Si consideri che non è necessaria una distruzione totale della specie, ma è sufficiente una involuzione a livelli primitivi dei sopravvissuti per sottrarre la civiltà alla lista di quelle in grado di comunicare.
Un altro pericolo per un pianeta è il possibile impatto di un asteroide. Sappiamo che la terra è stata più volte bersaglio di impatti catastrofici, che hanno causato diverse estinzioni di massa (la più nota nell'opinione pubblica è quella dei dinosauri). Un evento di questo tipo sarebbe ben prevedibile da una civiltà anche più arretrata della nostra, ma difficilmente prevenibile.
Altri rischi naturali o indotti sono legati all'alterazione del clima, che può arrivare ad annientare una civiltà a causa dell'impoverimento dell' agricoltura.
Fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera
giovedì 28 marzo 2013
Paradosso di Fermi. Possibili soluzioni.
I parametri che figurano nell'equazione di Drake sono tutt'altro che definiti e questo non permette di risolvere oggettivamente in alcun senso il paradosso. Di seguito sono elencate diverse possibili soluzioni del paradosso di Fermi, dall'estremo più pessimistico verso quello più ottimistico.
Siamo soli
Una spiegazione potrebbe semplicemente essere che la probabilità che la vita si evolva spontaneamente nell'universo e si evolva fino a produrre una civiltà evoluta sia estremamente bassa.
Molti sono gli elementi contemporaneamente necessari perché la vita come la intendiamo noi, basata sul carbonio, possa evolversi. La posizione all'interno della galassia è importante, perché una zona in rapida evoluzione stellare sarebbe ricca di radiazione nociva per la vita biologica. L'orbita che il pianeta percorre intorno alla sua stella centrale è importante.
Se troppo stretta o troppo ampia le temperature non consentirebbero la presenza costante di acqua liquida, che è da alcuni reputato un elemento imprescindibile della vita biologica. Anche l'ellitticità e l'inclinazione dell'orbita sono importanti, così come la natura stessa del sole e la presenza di lune intorno al pianeta. Gli studi sul nostro sistema solare sembrano confermare l'eccezionalità della vita sulla Terra.
Molti sono gli elementi contemporaneamente necessari perché la vita come la intendiamo noi, basata sul carbonio, possa evolversi. La posizione all'interno della galassia è importante, perché una zona in rapida evoluzione stellare sarebbe ricca di radiazione nociva per la vita biologica. L'orbita che il pianeta percorre intorno alla sua stella centrale è importante.
Se troppo stretta o troppo ampia le temperature non consentirebbero la presenza costante di acqua liquida, che è da alcuni reputato un elemento imprescindibile della vita biologica. Anche l'ellitticità e l'inclinazione dell'orbita sono importanti, così come la natura stessa del sole e la presenza di lune intorno al pianeta. Gli studi sul nostro sistema solare sembrano confermare l'eccezionalità della vita sulla Terra.
(fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera)
Siamo soli
Una spiegazione potrebbe semplicemente essere che la probabilità che la vita si evolva spontaneamente nell'universo e si evolva fino a produrre una civiltà evoluta sia estremamente bassa.
Molti sono gli elementi contemporaneamente necessari perché la vita come la intendiamo noi, basata sul carbonio, possa evolversi. La posizione all'interno della galassia è importante, perché una zona in rapida evoluzione stellare sarebbe ricca di radiazione nociva per la vita biologica. L'orbita che il pianeta percorre intorno alla sua stella centrale è importante.
Se troppo stretta o troppo ampia le temperature non consentirebbero la presenza costante di acqua liquida, che è da alcuni reputato un elemento imprescindibile della vita biologica. Anche l'ellitticità e l'inclinazione dell'orbita sono importanti, così come la natura stessa del sole e la presenza di lune intorno al pianeta. Gli studi sul nostro sistema solare sembrano confermare l'eccezionalità della vita sulla Terra.
Molti sono gli elementi contemporaneamente necessari perché la vita come la intendiamo noi, basata sul carbonio, possa evolversi. La posizione all'interno della galassia è importante, perché una zona in rapida evoluzione stellare sarebbe ricca di radiazione nociva per la vita biologica. L'orbita che il pianeta percorre intorno alla sua stella centrale è importante.
Se troppo stretta o troppo ampia le temperature non consentirebbero la presenza costante di acqua liquida, che è da alcuni reputato un elemento imprescindibile della vita biologica. Anche l'ellitticità e l'inclinazione dell'orbita sono importanti, così come la natura stessa del sole e la presenza di lune intorno al pianeta. Gli studi sul nostro sistema solare sembrano confermare l'eccezionalità della vita sulla Terra.
(fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera)
martedì 26 marzo 2013
Paradosso di Fermi. Introduzione.
Il paradosso di Fermi è un paradosso proposto dal fisico Enrico Fermi nel contesto della probabilità di contattare forme di vita intelligenti extraterrestri.
Il paradosso si riassume solitamente nella domanda "Dove sono? Se ci sono così tante civiltà evolute, perché non abbiamo ancora ricevuto prove di vita extraterrestre come trasmissioni di segnali radio, sonde o navi spaziali?". In sostanza, la questione è se noi esseri umani siamo la sola civiltà tecnologicamente avanzata dell'Universo.
Il problema è stato posto per contrastare le stime più ottimistiche dell'equazione di Drake, che propongono un universo ricco di pianeti con civiltà avanzate, in grado di stabilire comunicazioni radio, inviare sonde o colonizzare altri mondi. Noi terrestri siamo agli inizi da questo punto di vista, ma altre civiltà potrebbero avere lanciato i loro messaggi da un tempo sufficiente perché siano già giunti a noi.
La situazione paradossale è dovuta al contrasto tra l'opinione diffusa che noi non siamo soli nell'universo e il fatto che i dati osservativi contrastino con questa affermazione. Ne deriva che la nostra osservazione o comprensione dei dati deve essere errata o incompleta.
(Fonte : Wikipedia, l' enciclopedia libera)
Il paradosso si riassume solitamente nella domanda "Dove sono? Se ci sono così tante civiltà evolute, perché non abbiamo ancora ricevuto prove di vita extraterrestre come trasmissioni di segnali radio, sonde o navi spaziali?". In sostanza, la questione è se noi esseri umani siamo la sola civiltà tecnologicamente avanzata dell'Universo.
Il problema è stato posto per contrastare le stime più ottimistiche dell'equazione di Drake, che propongono un universo ricco di pianeti con civiltà avanzate, in grado di stabilire comunicazioni radio, inviare sonde o colonizzare altri mondi. Noi terrestri siamo agli inizi da questo punto di vista, ma altre civiltà potrebbero avere lanciato i loro messaggi da un tempo sufficiente perché siano già giunti a noi.
La situazione paradossale è dovuta al contrasto tra l'opinione diffusa che noi non siamo soli nell'universo e il fatto che i dati osservativi contrastino con questa affermazione. Ne deriva che la nostra osservazione o comprensione dei dati deve essere errata o incompleta.
(Fonte : Wikipedia, l' enciclopedia libera)
lunedì 25 marzo 2013
Vita non-chimica e fisica esotica. Che vuol dire?
Nel reame della fantascienza sono state occasionalmente proposte forme di vita che, benché spesso altamente speculative e non supportate da un rigoroso esame teorico, sono cionondimeno interessanti e in alcuni casi in qualche modo plausibili.
In Dragon's Egg e Starquake, Robert Forward propone la vita sulla superficie di una stella di neutroni utilizzando la "chimica nucleare" sulla crosta di materia degenerata. Siccome questa vita utilizza l'Interazione nucleare forte invece dell'interazione elettromagnetica, viene supposta come funzionante in modo milioni di volte più veloce della vita terrestre.
Sundiver, di David Brin, è un esempio di fantascienza che propone una forma di vita che esiste nell'atmosfera di plasma di una stella, usando complessi campi magnetici auto-sostentanti. Simili tipi di vita plasmoide sono stati talvolta proposti come esistenti in altri luoghi, come la ionosfera planetaria o lo spazio interstellare, ma solitamente solo da teorici marginali (si veda fulmine globulare per un'ulteriore dissertazione). Gregory Benford, nel suo racconto Eater, ha fatto esistere una forma di vita basata sul plasma in un disco di accrescimento di un buco nero primordiale.
Stephen Baxter ha forse immaginato alcune delle più insolite forme di vita esotica nella sua serie Xeelee, comprese forme di vita basate sui fotini supersimmetrici che si radunano dei pozzi gravitazionali delle stelle, e i Qax, che prosperano in qualsiasi forma di celle convettive.
(Fonte: Wikipedia, L’enciclopedia libera)
In Dragon's Egg e Starquake, Robert Forward propone la vita sulla superficie di una stella di neutroni utilizzando la "chimica nucleare" sulla crosta di materia degenerata. Siccome questa vita utilizza l'Interazione nucleare forte invece dell'interazione elettromagnetica, viene supposta come funzionante in modo milioni di volte più veloce della vita terrestre.
Sundiver, di David Brin, è un esempio di fantascienza che propone una forma di vita che esiste nell'atmosfera di plasma di una stella, usando complessi campi magnetici auto-sostentanti. Simili tipi di vita plasmoide sono stati talvolta proposti come esistenti in altri luoghi, come la ionosfera planetaria o lo spazio interstellare, ma solitamente solo da teorici marginali (si veda fulmine globulare per un'ulteriore dissertazione). Gregory Benford, nel suo racconto Eater, ha fatto esistere una forma di vita basata sul plasma in un disco di accrescimento di un buco nero primordiale.
Stephen Baxter ha forse immaginato alcune delle più insolite forme di vita esotica nella sua serie Xeelee, comprese forme di vita basate sui fotini supersimmetrici che si radunano dei pozzi gravitazionali delle stelle, e i Qax, che prosperano in qualsiasi forma di celle convettive.
(Fonte: Wikipedia, L’enciclopedia libera)
giovedì 21 marzo 2013
Vita artificiale. Che significa?
Un altro approccio alla biochimica alternativa è l'idea che le basi dell'evoluzione non abbiano bisogno di essere naturali ma possano invece essere create deliberatamente da un progettista intelligente, dando luogo ad una più ampia gamma di possibilità.
Ad esempio, è in linea di principio possibile costruire un robot o un sistema di robot capaci di auto-replicarsi partendo da minerali grezzi e fonti naturali di energia, senza alcuna direttiva o aiuto esterno. Un tale sistema di macchine potrebbe essere considerato vivo, in quanto capace di evolvere attraverso mutazioni nei percorsi progettuali ereditati, ma non è in alcun modo necessario che sia costituito da composti a base di carbonio. La proposta più dettagliata finora avanzata per la vita meccanica prevedeva fabbriche lunari auto-replicanti, che erano composte principalmente di metalli raffinati e basalto fuso, poiché la Luna è estremamente povera di carbonio.
Collegato alla vita di macchine macroscopiche è il concetto di nanotecnologie auto-replicanti, talvolta indicate come "grey goo" quando operano senza limitazioni programmate. Le nanotecnologie, come le macchine di dimensioni maggiori, potrebbero potenzialmente essere fatte da materiali non contenenti carbonio (compreso qualsiasi elemento menzionato in precedenza). Sia i diamantoidi che i nanotubi di carbonio sono comunemente proposti come materiali impiegabili nelle nanomacchine, ed entrambi sono forme del carbonio e quindi non possono servire idealmente come controesempio allo sciovinismo del carbonio. Ma nessuna di queste forme del carbonio viene usata dalle forme di vita che attualmente conosciamo, ed inoltre viene spesso proposto che strumenti nanotecnologici basati sul carbonio opererebbero senza l'ambiente acquatico richiesto dalle forme di vita a noi note, quindi queste potrebbero essere considerate una "base alternativa" per la vita. Qualsiasi altra delle basi menzionate in precedenza potrebbe servire come fondamento per una forma di vita artificiale.
Questi esseri, benché non potrebbero evolversi senza l'aiuto di esseri basati sul carbonio (o altro), essendo "irriducibilmente complessi" potrebbero potenzialmente sconfiggere nella competizione o distruggere i loro creatori, se progettati in maniera sufficientemente robusta. Essi diventerebbero gli eredi del mondo in cui si sono evoluti i loro creatori, ed essere indistingubili, per la maggior parte degli osservatori esterni, dagli esseri nativi. Questa è la forma di creazionismo del progetto intelligente — la proposta secondo cui un creatore intelligente ha progettato gli esseri umani e ci ha posto qui di sua volontà.
Dal punto di vista scientifico, la rilevanza di questa possibilità è che un'alta intelligenza in una specie di transizione può essere il mezzo con cui una base per la vita altrimenti impraticabile può avere inizio, dopo di che può continuare ad evolversi con mezzi più naturali. Dal punto di vista etico, questo potrebbe essere un argomento a favore dello sciovinismo del carbonio, o almeno per insegnarlo a qualsiasi forma di vita artificiale che gli esseri umani possano creare.
(Fonte: Wikipedia, L'enciclopedia libera)
Ad esempio, è in linea di principio possibile costruire un robot o un sistema di robot capaci di auto-replicarsi partendo da minerali grezzi e fonti naturali di energia, senza alcuna direttiva o aiuto esterno. Un tale sistema di macchine potrebbe essere considerato vivo, in quanto capace di evolvere attraverso mutazioni nei percorsi progettuali ereditati, ma non è in alcun modo necessario che sia costituito da composti a base di carbonio. La proposta più dettagliata finora avanzata per la vita meccanica prevedeva fabbriche lunari auto-replicanti, che erano composte principalmente di metalli raffinati e basalto fuso, poiché la Luna è estremamente povera di carbonio.
Collegato alla vita di macchine macroscopiche è il concetto di nanotecnologie auto-replicanti, talvolta indicate come "grey goo" quando operano senza limitazioni programmate. Le nanotecnologie, come le macchine di dimensioni maggiori, potrebbero potenzialmente essere fatte da materiali non contenenti carbonio (compreso qualsiasi elemento menzionato in precedenza). Sia i diamantoidi che i nanotubi di carbonio sono comunemente proposti come materiali impiegabili nelle nanomacchine, ed entrambi sono forme del carbonio e quindi non possono servire idealmente come controesempio allo sciovinismo del carbonio. Ma nessuna di queste forme del carbonio viene usata dalle forme di vita che attualmente conosciamo, ed inoltre viene spesso proposto che strumenti nanotecnologici basati sul carbonio opererebbero senza l'ambiente acquatico richiesto dalle forme di vita a noi note, quindi queste potrebbero essere considerate una "base alternativa" per la vita. Qualsiasi altra delle basi menzionate in precedenza potrebbe servire come fondamento per una forma di vita artificiale.
Questi esseri, benché non potrebbero evolversi senza l'aiuto di esseri basati sul carbonio (o altro), essendo "irriducibilmente complessi" potrebbero potenzialmente sconfiggere nella competizione o distruggere i loro creatori, se progettati in maniera sufficientemente robusta. Essi diventerebbero gli eredi del mondo in cui si sono evoluti i loro creatori, ed essere indistingubili, per la maggior parte degli osservatori esterni, dagli esseri nativi. Questa è la forma di creazionismo del progetto intelligente — la proposta secondo cui un creatore intelligente ha progettato gli esseri umani e ci ha posto qui di sua volontà.
Dal punto di vista scientifico, la rilevanza di questa possibilità è che un'alta intelligenza in una specie di transizione può essere il mezzo con cui una base per la vita altrimenti impraticabile può avere inizio, dopo di che può continuare ad evolversi con mezzi più naturali. Dal punto di vista etico, questo potrebbe essere un argomento a favore dello sciovinismo del carbonio, o almeno per insegnarlo a qualsiasi forma di vita artificiale che gli esseri umani possano creare.
(Fonte: Wikipedia, L'enciclopedia libera)
mercoledì 20 marzo 2013
Solventi diversi dall'acqua
In aggiunta ai composti di carbonio, tutte le forme di vita terrestri attualmente conosciute richiedono anche l'acqua come solvente. Anche se non fa strettamente parte dello "sciovinismo del carbonio", poiché l'acqua non lo contiene, viene talvolta dato per assunto che l'acqua sia l'unica sostanza chimica adatta a svolgere questo compito e quindi vi si applicano argomentazioni simili. Alcune delle proprietà dell'acqua che sono importanti per i processi vitali sono l'ampio arco di temperature nelle quali esiste allo stato liquido, un'alta capacità calorica utile per la regolazione della temperatura, un grande calore di vaporizzazione, e la capacità di sciogliere un'ampia gamma di composti. Ci sono altre sostanze con proprietà simili che sono talvolta state proposte come alternative.
L'ammoniaca è forse la più comunemente proposta tra le alternative. Nella saga di Rocheworld di Forward, viene proposta una biochimica simile a quella terrestre che usa una miscela di acqua e ammoniaca come solvente. L'ammoniaca e le miscele acqua-ammoniaca rimangono liquide a temperature molto inferiori al punto di congelamento dell'acqua pura, quindi molte biochimiche potrebbero essere adatte a pianeti e lune che orbitano al di fuori della "zona di abitabilità" basata sull'acqua. Altri composti talvolta proposti sono metanolo, solfuro d'idrogeno e cloruro d'idrogeno.
Gli ultimi due soffrono di un'abbondanza cosmica relativamente bassa di zolfo e cloro, che tendono a legarsi in minerali solidi. Una miscela di idrocarburi, come i mari di metano/etano che potrebero essere presenti sulla superficie di Titano, potrebbero agire come solventi in un ampio arco di temperature, ma mancherebbero di polarità. Il romanzo Camelot 30K di Robert L. Forward, descrive un ipotetico ecosistema esistente sulla superficie degli oggetti della Cintura di Kuiper, che si basa sulla chimica del fluorocarbonio, dove l'ossigeno difluoride sostituisce l'acqua come principale solvente.
Gli organismi in questa ecologia si tengono caldi secernendo una pallina di uranio-235 al loro interno e quindi moderando la sua fissione nucleare usando un carapace ricco di boro che li riveste. Gli oggetti della Cintura di Kuiper sono noti per essere ricchi di composti organici come i tholin, quindi l'esistenza di alcune forme di vita sulla loro superficie non è completamente implausibile - anche se certo senza arrivare a sviluppare reattori nucleari naturali interni come quelli ipotizzati da Forward. Il fluoro ha anch'esso una scarsa abbondanza cosmica, quindi il suo uso è parimenti probabile. In Heart Of The Comet di Gregory Benford, viene presentata una cometa con un convenzionale sistema basato su carbonio e acqua che si attiva vicino al perielio quando il Sole lo riscalda.
(Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera)
L'ammoniaca è forse la più comunemente proposta tra le alternative. Nella saga di Rocheworld di Forward, viene proposta una biochimica simile a quella terrestre che usa una miscela di acqua e ammoniaca come solvente. L'ammoniaca e le miscele acqua-ammoniaca rimangono liquide a temperature molto inferiori al punto di congelamento dell'acqua pura, quindi molte biochimiche potrebbero essere adatte a pianeti e lune che orbitano al di fuori della "zona di abitabilità" basata sull'acqua. Altri composti talvolta proposti sono metanolo, solfuro d'idrogeno e cloruro d'idrogeno.
Gli ultimi due soffrono di un'abbondanza cosmica relativamente bassa di zolfo e cloro, che tendono a legarsi in minerali solidi. Una miscela di idrocarburi, come i mari di metano/etano che potrebero essere presenti sulla superficie di Titano, potrebbero agire come solventi in un ampio arco di temperature, ma mancherebbero di polarità. Il romanzo Camelot 30K di Robert L. Forward, descrive un ipotetico ecosistema esistente sulla superficie degli oggetti della Cintura di Kuiper, che si basa sulla chimica del fluorocarbonio, dove l'ossigeno difluoride sostituisce l'acqua come principale solvente.
Gli organismi in questa ecologia si tengono caldi secernendo una pallina di uranio-235 al loro interno e quindi moderando la sua fissione nucleare usando un carapace ricco di boro che li riveste. Gli oggetti della Cintura di Kuiper sono noti per essere ricchi di composti organici come i tholin, quindi l'esistenza di alcune forme di vita sulla loro superficie non è completamente implausibile - anche se certo senza arrivare a sviluppare reattori nucleari naturali interni come quelli ipotizzati da Forward. Il fluoro ha anch'esso una scarsa abbondanza cosmica, quindi il suo uso è parimenti probabile. In Heart Of The Comet di Gregory Benford, viene presentata una cometa con un convenzionale sistema basato su carbonio e acqua che si attiva vicino al perielio quando il Sole lo riscalda.
(Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera)
martedì 19 marzo 2013
Elementi biochimici esotici
Il cloro viene talvolta proposto come alternativa biologica all'ossigeno, sia nella biologia a base di carbonio, sia in biologie ipotetiche non basate sul carbonio. Comunque, il cloro è molto meno abbondante dell'ossigeno nell'universo, ed è quindi improbabile che si possa formare un pianeta con una concentrazione sufficientemente alta di cloro sulla sua superficie, tale da formare le basi di una biochimica. Il cloro sarebbe invece probabilmente legato in forma di sali e altri composti inerti.
Lo zolfo è anch'esso in grado di formare lunghe catene molecolari, ma soffre degli stessi problemi di alta reattività del fosforo e dei silani.
La nuvola nera (The Black Cloud), il classico racconto di Fred Hoyle, presenta una forma di vita consistente di una vasta nuvola di polvere interstellare, le singole particelle della quale interagiscono tramite segnalazioni elettromagnetiche analoghe all'interazione delle singole cellule di una forma di vita multicellulare terrestre. Ad un livello in qualche modo meno fantascientifico, la vita nella polvere interstellare è stata proposta come parte dell'ipotesi sulla panspermia. Le basse temperature e densità delle nubi interstellari sembrano implicare che i processi vitali opererebbero più lentamente lì che sulla Terra.
(Fonte: Wikipedia, L' enciclopedia libera)
Lo zolfo è anch'esso in grado di formare lunghe catene molecolari, ma soffre degli stessi problemi di alta reattività del fosforo e dei silani.
La nuvola nera (The Black Cloud), il classico racconto di Fred Hoyle, presenta una forma di vita consistente di una vasta nuvola di polvere interstellare, le singole particelle della quale interagiscono tramite segnalazioni elettromagnetiche analoghe all'interazione delle singole cellule di una forma di vita multicellulare terrestre. Ad un livello in qualche modo meno fantascientifico, la vita nella polvere interstellare è stata proposta come parte dell'ipotesi sulla panspermia. Le basse temperature e densità delle nubi interstellari sembrano implicare che i processi vitali opererebbero più lentamente lì che sulla Terra.
(Fonte: Wikipedia, L' enciclopedia libera)
domenica 17 marzo 2013
La biochimica dell' azoto e del fosforo
Azoto e fosforo offrono anch'essi possibilità come basi per molecole biochimiche. Il fosforo può, come il carbonio, formare da solo lunghe catene molecolari, e quindi potrebbe essere potenzialmente adatto a formare complesse macromolecole, ma il fosforo è abbastanza reattivo. In combinazione con l'azoto, comunque, può formare legami fosforo-azoto (P-N) più stabili; composti che contengono questi legami possono formare un ampia gamma di molecole, compresi degli anelli.
L'atmosfera terrestre è composta all'incirca per l'80% da azoto, ma questo non sarebbe probabilmente di grande utilità per una forma di vita basata sui legami P-N, in quanto l'azoto molecolare (N2) è molto inerte e dispendioso energeticamente per il suo fissaggio (alcune piante terrestri come i legumi possono fissare l'azoto usando batteri simbiotici anaerobici contenuti nei noduli delle loro radici). Un'atmosfera di diossido d'azoto (NO2) o di ammoniaca (NH3) sarebbe più utile (l'azoto forma diversi ossidi con l'ossigeno (NO, N2O, N2O4), i quali sarebbero tutti presenti in un'atmosfera ricca di diossido d'azoto).
In un'atmosfera di diossido d'azoto, analoghi delle piante basati sull'azoto-fosforo potrebbero assorbire diossido d'azoto dall'atmosfera e fosforo dal terreno. Il diossido d'azoto verrebbe ridotto, con la produzione nel processo di analoghi P-N degli zuccheri, e il rilascio di ossigeno di scarto nell'atmosfera. Gli analoghi P-N degli animali consumerebbero le piante e userebbero l'ossigeno atmosferico per metabolizzare gli analoghi P-N degli zuccheri, espirando diossido d'azoto e depositando fosforo (o materiali ricchi di fosforo) come rifiuti solidi.
In un'atmosfera di ammoniaca, le piante P-N assorbirebbero ammoniaca dall'atmosfera e fosforo dal terreno, ossidando quindi l'ammoniaca per produrre zuccheri P-N e rilasciare idrogeno di scarto. Gli animali P-N diverrebbero i riduttori, inspirando idrogeno e convertendo gli zuccheri P-N in ammoniaca e fosforo. Questo è il percorso inverso di ossidazione e riduzione rispetto al mondo col diossido d'azoto, ed anche alla ben nota biochimica della Terra; sarebbe analogo ad una fornitura di carbonio dell'atmosfera terrestre in forma di metano invece che di diossido di carbonio. Il dibattito su questa ipotesi continua, in quanto diversi aspetti di un ciclo biologico P-N sarebbero energeticamente deficitari.
Inoltre, azoto e fosforo non sono probabilmente disponibili nell'universo nei rapporti e quantità richiesti. Il carbonio, essendo creato di preferenza durante la fusione nucleare, è più abbondante e più probabile che si ritrovi in un dato luogo.
(Fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera)
L'atmosfera terrestre è composta all'incirca per l'80% da azoto, ma questo non sarebbe probabilmente di grande utilità per una forma di vita basata sui legami P-N, in quanto l'azoto molecolare (N2) è molto inerte e dispendioso energeticamente per il suo fissaggio (alcune piante terrestri come i legumi possono fissare l'azoto usando batteri simbiotici anaerobici contenuti nei noduli delle loro radici). Un'atmosfera di diossido d'azoto (NO2) o di ammoniaca (NH3) sarebbe più utile (l'azoto forma diversi ossidi con l'ossigeno (NO, N2O, N2O4), i quali sarebbero tutti presenti in un'atmosfera ricca di diossido d'azoto).
In un'atmosfera di diossido d'azoto, analoghi delle piante basati sull'azoto-fosforo potrebbero assorbire diossido d'azoto dall'atmosfera e fosforo dal terreno. Il diossido d'azoto verrebbe ridotto, con la produzione nel processo di analoghi P-N degli zuccheri, e il rilascio di ossigeno di scarto nell'atmosfera. Gli analoghi P-N degli animali consumerebbero le piante e userebbero l'ossigeno atmosferico per metabolizzare gli analoghi P-N degli zuccheri, espirando diossido d'azoto e depositando fosforo (o materiali ricchi di fosforo) come rifiuti solidi.
In un'atmosfera di ammoniaca, le piante P-N assorbirebbero ammoniaca dall'atmosfera e fosforo dal terreno, ossidando quindi l'ammoniaca per produrre zuccheri P-N e rilasciare idrogeno di scarto. Gli animali P-N diverrebbero i riduttori, inspirando idrogeno e convertendo gli zuccheri P-N in ammoniaca e fosforo. Questo è il percorso inverso di ossidazione e riduzione rispetto al mondo col diossido d'azoto, ed anche alla ben nota biochimica della Terra; sarebbe analogo ad una fornitura di carbonio dell'atmosfera terrestre in forma di metano invece che di diossido di carbonio. Il dibattito su questa ipotesi continua, in quanto diversi aspetti di un ciclo biologico P-N sarebbero energeticamente deficitari.
Inoltre, azoto e fosforo non sono probabilmente disponibili nell'universo nei rapporti e quantità richiesti. Il carbonio, essendo creato di preferenza durante la fusione nucleare, è più abbondante e più probabile che si ritrovi in un dato luogo.
(Fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera)
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giovedì 14 marzo 2013
Sciovinismo del carbonio. Che significa?
In xenobiologia lo sciovinismo del carbonio è il punto di vista secondo il quale il carbonio è necessariamente la base di tutta la vita sugli altri pianeti, in quanto le sue proprietà chimiche e termodinamiche lo rendono di gran lunga superiore a tutti gli altri elementi. Ci sono, comunque, diverse altre basi possibili per la vita, con diversi gradi di plausibilità.
Biochimica del silicio
L'altra base proposta più comunemente è il silicio, in quanto questo elemento ha molte proprietà chimiche simili a quelle del carbonio. Il silicio ha comunque alcuni svantaggi come analogo del carbonio. Poiché gli atomi di silicio sono molto più grandi, hanno difficoltà a formare legami doppi o tripli. I silani (composti idrogeno-silicio analoghi agli alcani o idrocarburi saturi) sono altamente reattivi all'acqua, e le lunghe catene di silani si decompongono spontaneamente. Le molecole che incorporano legami Si-O-Si (note collettivamente come siliconi) invece che legami Si-Si sono molto più stabili; la comune sabbia ne è un esempio. Comunque, il diossido di silicio (l'analogo del diossido di carbonio) è un solido non-solubile nell'arco di temperature in cui l'acqua è allo stato liquido, rendendo difficile che il silicio venga introdotto in sistemi biochimici a base d'acqua, anche se da questo fosse possibile costruire la gamma necessaria di molecole biochimiche. In generale, lunghe catene complesse di molecole basate sul silicio sono più instabili delle loro controparti col carbonio.
Infine, delle varie molecole identificate nello spazio interstellare fino al 1998, 84 sono basate sul carbonio e 8 sul silicio. Inoltre degli 8 composti a base di silicio, quattro comprendono anche il carbonio. Ciò suggerisce che esista una più grande varietà di composti complessi di carbonio nel cosmo, riducendo le fondamenta su cui costruire delle biologie a base di silicio. L'abbondanza cosmica del carbonio rispetto al silicio è di 3,5 a 1.
È possibile che composti al silicio possano essere biologicamente utili in certe condizioni ambientali esotiche, o in congiunzione col carbonio o in un ruolo meno direttamente analogo ad esso. Un semplice esempio del mondo reale è la struttura scheletrica delle diatomee.
(fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera)
Biochimica del silicio
L'altra base proposta più comunemente è il silicio, in quanto questo elemento ha molte proprietà chimiche simili a quelle del carbonio. Il silicio ha comunque alcuni svantaggi come analogo del carbonio. Poiché gli atomi di silicio sono molto più grandi, hanno difficoltà a formare legami doppi o tripli. I silani (composti idrogeno-silicio analoghi agli alcani o idrocarburi saturi) sono altamente reattivi all'acqua, e le lunghe catene di silani si decompongono spontaneamente. Le molecole che incorporano legami Si-O-Si (note collettivamente come siliconi) invece che legami Si-Si sono molto più stabili; la comune sabbia ne è un esempio. Comunque, il diossido di silicio (l'analogo del diossido di carbonio) è un solido non-solubile nell'arco di temperature in cui l'acqua è allo stato liquido, rendendo difficile che il silicio venga introdotto in sistemi biochimici a base d'acqua, anche se da questo fosse possibile costruire la gamma necessaria di molecole biochimiche. In generale, lunghe catene complesse di molecole basate sul silicio sono più instabili delle loro controparti col carbonio.
Infine, delle varie molecole identificate nello spazio interstellare fino al 1998, 84 sono basate sul carbonio e 8 sul silicio. Inoltre degli 8 composti a base di silicio, quattro comprendono anche il carbonio. Ciò suggerisce che esista una più grande varietà di composti complessi di carbonio nel cosmo, riducendo le fondamenta su cui costruire delle biologie a base di silicio. L'abbondanza cosmica del carbonio rispetto al silicio è di 3,5 a 1.
È possibile che composti al silicio possano essere biologicamente utili in certe condizioni ambientali esotiche, o in congiunzione col carbonio o in un ruolo meno direttamente analogo ad esso. Un semplice esempio del mondo reale è la struttura scheletrica delle diatomee.
(fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera)
martedì 12 marzo 2013
Chi era Carl Sagan?
Carl Sagan (New York, 9 novembre 1934 – Seattle, 20 dicembre 1996) è stato un astrofisico e scrittore statunitense.
È stato uno dei maggiori astrofisici del XX secolo, oltre ad essere stato un grande divulgatore e uno scrittore di fantascienza. È stato il fondatore del Progetto SETI per la ricerca delle intelligenze extraterrestri attraverso l'uso dei radiotelescopi.
Cenni biografici
Carl Sagan nasce il 9 novembre del 1934 a New York, nel quartiere di Brooklyn, da una famiglia ebrea. Laureato in fisica, si specializza in astrofisica presso l'Università di Chicago, dove consegue il Ph.D nel 1960. Durante i suoi studi, spese diverso tempo lavorando nel laboratorio del genetista H. J. Muller. È stato professore e direttore del Laboratorio per gli Studi Planetari presso la Cornell University.
Sagan era uno studioso profondamente appassionato dei misteri di Marte: il suo grande sogno era lo sbarco dell'uomo sul pianeta rosso, avvenimento del quale era certo che presto si sarebbe avverato. Una delle basi del rover marziano operante su Marte, Spirit è stata battezzata Carl Sagan Memorial Station proprio in suo onore.
Pioniere dell'esobiologia, consulente della NASA per le più importanti missioni spaziali planetarie americane e ideatore del progetto SETI. Fu lui assieme a Frank Drake a far apporre la famosa targa sulla Pioneer 10 che reca i "saluti" del genere umano a eventuali intelligenze aliene. Brillante scrittore e conferenziere scientifico, vinse nel 1978 il Premio Pulitzer.
Muore il 20 dicembre del 1996 dopo una dura lotta contro il cancro.
L'attività letteraria
Sagan era dotato di un grande talento per la divulgazione, che utilizzava al servizio della scienza e dei progetti da lui sostenuti.
Autore del celebre romanzo Contact, in cui si immagina che venga ricevuto un messaggio alieno proveniente dalla stella Vega, e che questo induca un progetto internazionale per costruire il sistema di trasporto descritto nel messaggio. Dal libro è stato tratto l' omonimo film con Jodie Foster. Sagan è inoltre noto per la serie televisiva Cosmos (1980).
Un'altra interessante opera letteraria di Carl Sagan è il saggio "Il Mondo infestato dai demoni - La scienza e il nuovo oscurantismo".
(Fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera)
È stato uno dei maggiori astrofisici del XX secolo, oltre ad essere stato un grande divulgatore e uno scrittore di fantascienza. È stato il fondatore del Progetto SETI per la ricerca delle intelligenze extraterrestri attraverso l'uso dei radiotelescopi.
Cenni biografici
Carl Sagan nasce il 9 novembre del 1934 a New York, nel quartiere di Brooklyn, da una famiglia ebrea. Laureato in fisica, si specializza in astrofisica presso l'Università di Chicago, dove consegue il Ph.D nel 1960. Durante i suoi studi, spese diverso tempo lavorando nel laboratorio del genetista H. J. Muller. È stato professore e direttore del Laboratorio per gli Studi Planetari presso la Cornell University.
Sagan era uno studioso profondamente appassionato dei misteri di Marte: il suo grande sogno era lo sbarco dell'uomo sul pianeta rosso, avvenimento del quale era certo che presto si sarebbe avverato. Una delle basi del rover marziano operante su Marte, Spirit è stata battezzata Carl Sagan Memorial Station proprio in suo onore.
Pioniere dell'esobiologia, consulente della NASA per le più importanti missioni spaziali planetarie americane e ideatore del progetto SETI. Fu lui assieme a Frank Drake a far apporre la famosa targa sulla Pioneer 10 che reca i "saluti" del genere umano a eventuali intelligenze aliene. Brillante scrittore e conferenziere scientifico, vinse nel 1978 il Premio Pulitzer.
Muore il 20 dicembre del 1996 dopo una dura lotta contro il cancro.
L'attività letteraria
Sagan era dotato di un grande talento per la divulgazione, che utilizzava al servizio della scienza e dei progetti da lui sostenuti.
Autore del celebre romanzo Contact, in cui si immagina che venga ricevuto un messaggio alieno proveniente dalla stella Vega, e che questo induca un progetto internazionale per costruire il sistema di trasporto descritto nel messaggio. Dal libro è stato tratto l' omonimo film con Jodie Foster. Sagan è inoltre noto per la serie televisiva Cosmos (1980).
Un'altra interessante opera letteraria di Carl Sagan è il saggio "Il Mondo infestato dai demoni - La scienza e il nuovo oscurantismo".
(Fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera)
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giovedì 7 marzo 2013
Spiegazione del messaggio di Arecibo
Numeri
Leggendo da sinistra a destra, i numeri da 1 a 10 appaiono in formato binario. Essendo la colonna composta da soli tre elementi, i numeri 8, 9 e 10 sono rappresentati su due colonne.
Gli elementi più in basso (presenti nella quarta riga del messaggio) indicano l'inizio del numero.
0 0 0 1 1 1 1 00 00 00
0 1 1 0 0 1 1 00 00 10
1 0 1 0 1 0 1 01 11 01
X X X X X X X X X X <- indicatori di inizio dei numeri
Elementi DNA
I numeri 1, 6, 7, 8 e 15 (questa volta rappresentati in colonne da quattro cifre più una come indicatore di inizio numero) rappresentano rispettivamente l'idrogeno (H), il carbonio (C), l'azoto (N), l'ossigeno (O) e il fosforo (P), ovvero gli elementi costitutivi del DNA.
Nucleotidi
Questa parte del messaggio descrive le molecole che compongono il DNA specificandone il numero degli elementi seguendo l'ordine presentato nella parte precedente (il primo numero indica il numero di elementi nella prima posizione, ossia l'idrogeno, il secondo numero indica in numero di atomi di carbonio e così via...).
Desossiribosio (C5OH7), Adenina (C5H4N5), Timina (C5H5N2O5), Desossiribosio (C5OH7).
Fosfato (PO4), Fosfato (PO4 )
Desossiribosio (C5OH7), Timina (C5H5N3O), Guanina (C5H4N5O), Desossiribosio (C5OH7)
Fosfato (PO4), Fosfato (PO4)
Doppia elica
In questa parte del messaggio viene rappresentata visivamente la struttura a doppia elica del DNA, mentre la barra centrale indica il numero di nucleotidi (il numero rappresentato è 4,2 miliardi, anche se le coppie di basi nel genoma umano sono stimate essere 3,2 miliardi).
Umanità
L'elemento centrale rappresenta un uomo, mentre il numero 14 (scritto orizzontalmente a sinistra) moltiplicato per la lunghezza d'onda del messaggio (126 mm) dà 1.764 mm, l'altezza media di un essere umano. L'elemento a destra è il numero 4.292.853.750 codificato in 32 bit (0xFFDFBFF6 in esadecimale) e rappresenta in numero della popolazione mondiale nel 1974.
Sistema solare
In questa parte viene rappresentato il sistema solare, mostrando da sinistra a destra il Sole, Mercurio, Venere, la Terra (mostrata traslata in alto per indicare da quale pianeta è stato mandato il messaggio), Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone.
Oltre alla posizione, il disegno fornisce un'indicazione non in scala delle dimensioni dei pianeti.
Telescopio
Quest'ultima parte rappresenta il radiotelescopio di Arecibo. Il numero 2.430 sottostante invece (rappresentato orizzontalmente, l'indice di inizio numero è il bit in basso a destra del gruppo centrale) moltiplicato per la lunghezza d'onda rappresenta il diametro del radiotelescopio, ossia 304,18 m.
(Fonte: wikipedia, l' enciclopedia libera)
lunedì 4 marzo 2013
Il messaggio di Arecibo. Introduzione.
Il messaggio di Arecibo è un messaggio radio trasmesso nello spazio alla cerimonia di inaugurazione del radiotelescopio di Arecibo il 16 novembre 1974. È stato indirizzato verso l'ammasso globulare di Ercole M13, a 25.000 anni luce di distanza.
Il messaggio è composto da 1679 cifre binarie, numero appositamente scelto in quanto prodotto di due numeri primi (23 e 73). In questo modo, presupponendo che chiunque lo riceva decida di ordinarlo in un quadrilatero, potrà farlo soltanto ordinandolo in 23 righe e 73 colonne o 73 righe e 23 colonne. L'informazione così sistemata nella prima disposizione (23 righe, 73 colonne) produce un disegno senza senso, ma nel secondo modo (73 righe, 23 colonne) forma un'immagine nella quale si possono riconoscere delle informazioni (crittogramma di Drake).
Leggendo da sinistra a destra e dall'alto al basso, mostra le seguenti informazioni:
i numeri da uno (1) a dieci (10); i numeri atomici degli elementi idrogeno, carbonio, azoto, ossigeno e fosforo; la formula degli zuccheri e basi dei nucleotidi dell'acido desossiribonucleico (DNA); il numero dei nucleotidi nel DNA; una rappresentazione grafica della doppia elica del DNA; una rappresentazione grafica di un uomo e le dimensioni (altezza fisica) di un uomo medio; la popolazione della Terra; una rappresentazione grafica del sistema solare; una rappresentazione grafica del radiotelescopio di Arecibo e le dimensioni dell'antenna trasmittente. Siccome il messaggio impiegherà 25.000 anni per raggiungere la sua destinazione (oltre a ulteriori 25.000 anni per una eventuale risposta) il messaggio di Arecibo è più una dimostrazione delle conquiste tecnologiche raggiunte dal genere umano che un reale tentativo di tenere una conversazione con una razza aliena.
Il messaggio è stato ideato dal Dr. Frank Drake (all'epoca docente alla Cornell University e creatore della famosa equazione di Drake) con l'aiuto tra gli altri di Carl Sagan. L'efficacia di questo messaggio è stata molto dibattuta.
(Fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera)
Il messaggio è composto da 1679 cifre binarie, numero appositamente scelto in quanto prodotto di due numeri primi (23 e 73). In questo modo, presupponendo che chiunque lo riceva decida di ordinarlo in un quadrilatero, potrà farlo soltanto ordinandolo in 23 righe e 73 colonne o 73 righe e 23 colonne. L'informazione così sistemata nella prima disposizione (23 righe, 73 colonne) produce un disegno senza senso, ma nel secondo modo (73 righe, 23 colonne) forma un'immagine nella quale si possono riconoscere delle informazioni (crittogramma di Drake).
Leggendo da sinistra a destra e dall'alto al basso, mostra le seguenti informazioni:
i numeri da uno (1) a dieci (10); i numeri atomici degli elementi idrogeno, carbonio, azoto, ossigeno e fosforo; la formula degli zuccheri e basi dei nucleotidi dell'acido desossiribonucleico (DNA); il numero dei nucleotidi nel DNA; una rappresentazione grafica della doppia elica del DNA; una rappresentazione grafica di un uomo e le dimensioni (altezza fisica) di un uomo medio; la popolazione della Terra; una rappresentazione grafica del sistema solare; una rappresentazione grafica del radiotelescopio di Arecibo e le dimensioni dell'antenna trasmittente. Siccome il messaggio impiegherà 25.000 anni per raggiungere la sua destinazione (oltre a ulteriori 25.000 anni per una eventuale risposta) il messaggio di Arecibo è più una dimostrazione delle conquiste tecnologiche raggiunte dal genere umano che un reale tentativo di tenere una conversazione con una razza aliena.
Il messaggio è stato ideato dal Dr. Frank Drake (all'epoca docente alla Cornell University e creatore della famosa equazione di Drake) con l'aiuto tra gli altri di Carl Sagan. L'efficacia di questo messaggio è stata molto dibattuta.
(Fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera)
venerdì 1 marzo 2013
Che cos'è l' esobiologia?
Esobiologia
L'esobiologia (o xenobiologia, astrobiologia) è il termine per un campo speculativo della biologia che considera la possibilità della vita extraterrestre e la sua possibile natura. Necessariamente include anche il concetto di vita artificiale, poiché qualunque forma di vita che potrebbe evolvere naturalmente in modo concepibile, potrebbe essere creata altrove in laboratorio usando una tecnologia del futuro. Potrebbe essere difficile dire se veramente una forma di vita sia venuta dallo spazio, o se sia stata progettata molto vicino a casa. Il termine fu coniato negli anni cinquanta dello scorso secolo dal biologo statunitense Joshua Lederberg in preparazione allo sbarco dell'uomo sulla Luna. Eventuali batteri extraterrestri presenti sul nostro satellite avrebbero potuto contaminare la Terra al ritorno degli astronauti. L'ipotesi fu in seguito confutata.
Simboli universali inseriti nella sonda Voyager.
Sebbene questo sia attualmente un campo speculativo, l'assenza di vita nel resto dell'universo è un'ipotesi falsificabile (nonostante debba ancora essere provata falsa), rendendola un campo valido di esplorazione scientifica. Similmente, le simulazioni al computer di processi di vita fondamentali hanno reso possibile l'esplorazione di forme di vita alternative (come il DNA sinistroverso), per determinare le loro caratteristiche. Per queste ragioni la ricerca di vita extraterrestre è di grande interesse per gli esobiologi. Alcuni contendono che il numero di pianeti con vita intelligente extraterrestre possa essere valutato dall'equazione di Drake, se e quando i valori delle sue variabili potranno essere determinati. Comunque le incertezze nei termini dell'equazione rendono impossibile predire se la vita è rara o comune. Un altro soggetto associato all'esobiologia è il paradosso di Fermi, che suggerisce che se la vita intelligente è comune nell'universo ci dovrebbero essere ovvii segni di essa. Al momento (2007) non c'è alcuna evidenza a sostegno di forme di vita intelligenti extraterrestri. Comunque l'esame di meteoriti cadute in Antartide, che si presume provengano dal pianeta Marte, ha rivelato ciò che alcuni scienziati credono essere microfossili di vita extraterrestre, sebbene questa interpretazione sia dibattuta. In Italia il Centro studi di esobiologia (CSE), un'unità operativa della Società italiana di scienze naturali (SISN), ha come scopo lo studio e la divulgazione dell'esobiologia, intesa come la disciplina scientifica che si occupa della ricerca della vita nello spazio, dall'individuazione dei prerequisiti per la sua nascita, ai possibili ambienti per la sua evoluzione e il suo mantenimento, alla ricerca di eventuali segni di vita intelligente.
L'esobiologia nella narrativa fantascientifica
L'esobiologia o xenobiologia figura anche in molti scritti di fantascienza come la scienza fittizia della biologia di organismi alieni. Quest'uso del termine dimostra la generazione speculativa di modelli possibili di tale vita, per esempio basate sul silicio. Il filone della fantascienza che ha per protagonisti forme di vita e intelligenze extraterrestri è talvolta chiamato xenofiction. Alcuni universi narrativi della fantascienza presentano una dettagliata serie di specie aliene (in genere umanoidi):
La xenobiologia di Star Trek
La xenobiologia di Stargate SG1
La xenobiologia dello Spazio conosciuto (Larry Niven)
Dal punto di vista narrativo, si possono distinguere le specie extraterrestri in specie umanoidi, in specie zoomorfe non umanoidi (ad esempio, i marziani di H.G. Wells), in specie metamorfiche (esseri capaci di cambiare aspetto), o di tipo totalmente differente (corpi celesti, forme di vita non chimica, esseri di pura energia, entità transdimensionali, abitanti di universi paralleli con leggi fisiche differenti, entità memetiche, etc.)
Tra le forme di vita di dimensioni planetarie, si possono citare: la massa di protoplasma senziente che ricopre il pianeta Alix nel racconto Il pianeta solitario (The Lonely Planet) di Murray Leinster (1949) la nube di gas interstellare ne La nuvola nera (The Black Cloud) di Fred Hoyle (1957) l'oceano senziente nel romanzo Solaris di Stanislaw Lem (1961) Nel romanzo The Dark Side of the Sun [1] di Terry Pratchett (1976) compaiono tre forme di vita di questo tipo: un pianeta (forma di vita basata sul silicio; noto come "la Prima Banca Siriana", the First Syrian Bank), un oceano, una nebulosa; i tre cercano una stella senziente per completare il loro gruppo.
(Fonte: Wikipedia, L’enciclopedia libera)
L'esobiologia (o xenobiologia, astrobiologia) è il termine per un campo speculativo della biologia che considera la possibilità della vita extraterrestre e la sua possibile natura. Necessariamente include anche il concetto di vita artificiale, poiché qualunque forma di vita che potrebbe evolvere naturalmente in modo concepibile, potrebbe essere creata altrove in laboratorio usando una tecnologia del futuro. Potrebbe essere difficile dire se veramente una forma di vita sia venuta dallo spazio, o se sia stata progettata molto vicino a casa. Il termine fu coniato negli anni cinquanta dello scorso secolo dal biologo statunitense Joshua Lederberg in preparazione allo sbarco dell'uomo sulla Luna. Eventuali batteri extraterrestri presenti sul nostro satellite avrebbero potuto contaminare la Terra al ritorno degli astronauti. L'ipotesi fu in seguito confutata.
Simboli universali inseriti nella sonda Voyager.
Sebbene questo sia attualmente un campo speculativo, l'assenza di vita nel resto dell'universo è un'ipotesi falsificabile (nonostante debba ancora essere provata falsa), rendendola un campo valido di esplorazione scientifica. Similmente, le simulazioni al computer di processi di vita fondamentali hanno reso possibile l'esplorazione di forme di vita alternative (come il DNA sinistroverso), per determinare le loro caratteristiche. Per queste ragioni la ricerca di vita extraterrestre è di grande interesse per gli esobiologi. Alcuni contendono che il numero di pianeti con vita intelligente extraterrestre possa essere valutato dall'equazione di Drake, se e quando i valori delle sue variabili potranno essere determinati. Comunque le incertezze nei termini dell'equazione rendono impossibile predire se la vita è rara o comune. Un altro soggetto associato all'esobiologia è il paradosso di Fermi, che suggerisce che se la vita intelligente è comune nell'universo ci dovrebbero essere ovvii segni di essa. Al momento (2007) non c'è alcuna evidenza a sostegno di forme di vita intelligenti extraterrestri. Comunque l'esame di meteoriti cadute in Antartide, che si presume provengano dal pianeta Marte, ha rivelato ciò che alcuni scienziati credono essere microfossili di vita extraterrestre, sebbene questa interpretazione sia dibattuta. In Italia il Centro studi di esobiologia (CSE), un'unità operativa della Società italiana di scienze naturali (SISN), ha come scopo lo studio e la divulgazione dell'esobiologia, intesa come la disciplina scientifica che si occupa della ricerca della vita nello spazio, dall'individuazione dei prerequisiti per la sua nascita, ai possibili ambienti per la sua evoluzione e il suo mantenimento, alla ricerca di eventuali segni di vita intelligente.
L'esobiologia nella narrativa fantascientifica
L'esobiologia o xenobiologia figura anche in molti scritti di fantascienza come la scienza fittizia della biologia di organismi alieni. Quest'uso del termine dimostra la generazione speculativa di modelli possibili di tale vita, per esempio basate sul silicio. Il filone della fantascienza che ha per protagonisti forme di vita e intelligenze extraterrestri è talvolta chiamato xenofiction. Alcuni universi narrativi della fantascienza presentano una dettagliata serie di specie aliene (in genere umanoidi):
La xenobiologia di Star Trek
La xenobiologia di Stargate SG1
La xenobiologia dello Spazio conosciuto (Larry Niven)
Dal punto di vista narrativo, si possono distinguere le specie extraterrestri in specie umanoidi, in specie zoomorfe non umanoidi (ad esempio, i marziani di H.G. Wells), in specie metamorfiche (esseri capaci di cambiare aspetto), o di tipo totalmente differente (corpi celesti, forme di vita non chimica, esseri di pura energia, entità transdimensionali, abitanti di universi paralleli con leggi fisiche differenti, entità memetiche, etc.)
Tra le forme di vita di dimensioni planetarie, si possono citare: la massa di protoplasma senziente che ricopre il pianeta Alix nel racconto Il pianeta solitario (The Lonely Planet) di Murray Leinster (1949) la nube di gas interstellare ne La nuvola nera (The Black Cloud) di Fred Hoyle (1957) l'oceano senziente nel romanzo Solaris di Stanislaw Lem (1961) Nel romanzo The Dark Side of the Sun [1] di Terry Pratchett (1976) compaiono tre forme di vita di questo tipo: un pianeta (forma di vita basata sul silicio; noto come "la Prima Banca Siriana", the First Syrian Bank), un oceano, una nebulosa; i tre cercano una stella senziente per completare il loro gruppo.
(Fonte: Wikipedia, L’enciclopedia libera)
giovedì 28 febbraio 2013
Le critiche che sono state mosse al SETI
Non tutti gli scienziati ritengono che la ricerca di intelligenze extraterrestri sia una vera e propria scienza e la inseriscono quindi tra le pseudoscienze. Benché molte delle critiche mosse a SETI siano discutibili quanto SETI stessa, esiste una critica fondata, sempre che si consideri SETI una teoria anziché una ricerca empirica. Il criterio di Karl Popper, per distinguere la scienza da ciò che non lo è, è chiaro e succinto La metodologia scientifica esiste se le teorie sono soggette ad una rigorosa verifica empirica e non esiste ogniqualvolta la pratica è volta a proteggere una teoria anziché a verificarla. Secondo alcuni, in accordo a questo criterio, SETI non è una scienza (i critici più estremi l'hanno etichettata come religione). Il problema di fondo di SETI, secondo i suoi detrattori, è che manca di falsificabilità.
Esistono svariati modi di spiegare risultati positivi di esperimenti SETI, ma una condizione che ne indichi il fallimento definitivo non è data. Ironicamente, il bisogno di una tale condizione può essere trovata perfino negli scritti di un sostenitore di SETI. Carl Sagan, famoso scienziato, eminente scettico ed affabile divulgatore, nel suo libro The Demon-Haunted World: Science as a Candle in the Dark spiega il suo cosiddetto "Rivelatore di bufale". Secondo i critici di SETI, SETI non passa tutte le prove che Sagan indica: Il parere delle autorità ha un peso minimo (in scienza non esistono "autorità"). "Il rasoio di Occam" - tra due ipotesi che spiegano i dati in modo altrettanto soddisfacente, si sceglie la più semplice Chiedersi se le ipotesi possono, almeno in linea di principio, essere smentite (dimostrarsi false attraverso un test non ambiguo). In altre parole, l'ipotesi è verificabile? Possono altri duplicare l'esperimento e giungere agli stessi risultati? Oltre al problema della riproducibilità, anche la prima voce è spesso violata - ironicamente citando lo stesso Sagan come un'autorità la cui adesione a SETI ne rinforza automaticamente la scientificità.
Il secondo punto è violato dal concetto basilare di SETI: tutti i dati ottenuti dalle ricerche astronomiche sono stati finora adeguatamente spiegati senza dover assumere che esista vita intelligente nella nostra (o in nessuna) galassia. Secondo questa linea di critica, SETI sta cercando risposte a domande che non emergono dai dati finora disponibili. I difensori di SETI rispondono a quest'ultima critica osservando che nessuno ha la prova dell'esistenza di vita intelligente, ma che sia solo possibile o probabile che esista. Una critica come quella mossa bollerebbe di non scientificità qualsiasi cosa ancora da scoprire. Ed anche in termini di "rasoio di Occam" è molto controverso stabilire se l'ipotesi che sia la sola Terra ad ospitare vita intelligente nell'intero universo sia la più "semplice". Data la popolarità di SETI nell'agone pubblico, è difficile che tali voci critiche prevalgano.
Tuttavia tali critiche rendono difficile l'acquisire fondi pubblici per la ricerca, che infatti si avvale principalmente di contributi privati. Curiosità Esiste un film, interpretato da Jodie Foster e tratto da un romanzo scritto da Carl Sagan, chiamato "Contact", focalizzato sull'attività (e sulle speranze) del progetto SETI.
(Fonte: Wikipedia, L’enciclopedia libera)
Esistono svariati modi di spiegare risultati positivi di esperimenti SETI, ma una condizione che ne indichi il fallimento definitivo non è data. Ironicamente, il bisogno di una tale condizione può essere trovata perfino negli scritti di un sostenitore di SETI. Carl Sagan, famoso scienziato, eminente scettico ed affabile divulgatore, nel suo libro The Demon-Haunted World: Science as a Candle in the Dark spiega il suo cosiddetto "Rivelatore di bufale". Secondo i critici di SETI, SETI non passa tutte le prove che Sagan indica: Il parere delle autorità ha un peso minimo (in scienza non esistono "autorità"). "Il rasoio di Occam" - tra due ipotesi che spiegano i dati in modo altrettanto soddisfacente, si sceglie la più semplice Chiedersi se le ipotesi possono, almeno in linea di principio, essere smentite (dimostrarsi false attraverso un test non ambiguo). In altre parole, l'ipotesi è verificabile? Possono altri duplicare l'esperimento e giungere agli stessi risultati? Oltre al problema della riproducibilità, anche la prima voce è spesso violata - ironicamente citando lo stesso Sagan come un'autorità la cui adesione a SETI ne rinforza automaticamente la scientificità.
Il secondo punto è violato dal concetto basilare di SETI: tutti i dati ottenuti dalle ricerche astronomiche sono stati finora adeguatamente spiegati senza dover assumere che esista vita intelligente nella nostra (o in nessuna) galassia. Secondo questa linea di critica, SETI sta cercando risposte a domande che non emergono dai dati finora disponibili. I difensori di SETI rispondono a quest'ultima critica osservando che nessuno ha la prova dell'esistenza di vita intelligente, ma che sia solo possibile o probabile che esista. Una critica come quella mossa bollerebbe di non scientificità qualsiasi cosa ancora da scoprire. Ed anche in termini di "rasoio di Occam" è molto controverso stabilire se l'ipotesi che sia la sola Terra ad ospitare vita intelligente nell'intero universo sia la più "semplice". Data la popolarità di SETI nell'agone pubblico, è difficile che tali voci critiche prevalgano.
Tuttavia tali critiche rendono difficile l'acquisire fondi pubblici per la ricerca, che infatti si avvale principalmente di contributi privati. Curiosità Esiste un film, interpretato da Jodie Foster e tratto da un romanzo scritto da Carl Sagan, chiamato "Contact", focalizzato sull'attività (e sulle speranze) del progetto SETI.
(Fonte: Wikipedia, L’enciclopedia libera)
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martedì 26 febbraio 2013
SETI. L'internet interstellare
Gli esperimenti SETI condotti fino ad ora non hanno rilevato nulla che possa somigliare ad un segnale di comunicazione interstellare. Per dirla con le parole di Frank Drake, del SETI Institute: "Ciò di cui siamo certi è che il cielo non è ingombro di potenti trasmettitori a microonde". Il grande fisico italiano Enrico Fermi osservò nel 1960 che se ci fosse una civiltà interstellare la sua presenza ci sarebbe evidente. Ciò è noto come il "paradosso di Fermi". Benché la fisica escluda la possibilità di viaggi a velocità "superluminali" (ossia più veloci della luce), nessuna legge fisica esclude la possibilità di compiere viaggi interstellari a velocità "subluminali", anche se la tecnologia che richiedono è notevole. Assumendo che le stelle distino in media l'una dall'altra circa dieci anni luce, che un viaggio interstellare possa essere condotto muovendosi ad una velocità pari al 10% di quella della luce, che ci vogliano quattro secoli affinché una colonia interstellare possa crescere fino al punto da lanciare a sua volta due nuove missioni interstellari, risulterebbe che il numero di colonie interstellari fondate da questa civiltà avanzata dovrebbe raddoppiare ogni 500 anni.
Questo porterebbe alla colonizzazione dell'intera galassia in cinque milioni di anni. Anche limitando la velocità dei viaggi interstellari all'1% della velocità della luce ed assumendo che occorra un millennio affinché una colonia possa lanciare due nuove missioni, questo significherebbe una completa colonizzazione della galassia in 20 milioni di anni. Un intervallo di tempo relativamente breve, se misurato sulla scala cosmica. Data l'assenza di segnali osservabili, nonché la mancanza di ogni prova definitiva di una visita di civiltà aliene su questo pianeta, Fermi concludeva che una tale civiltà interstellare non esiste. Questo è noto come il "paradosso di Fermi". Il fatto che le ricerche SETI non abbiano prodotto nulla di molto interessante fino ad ora non è di per sé causa di disperazione. Come visto in precedenza, cercare un'altra civiltà nello spazio è un'impresa difficile, inoltre noi abbiamo finora indagato in una piccola frazione dello spettro dei possibili bersagli, delle possibili frequenze, dei possibili livelli di potenza e così via. I risultati fin qui negativi pongono limiti sulla prossimità di certe "classi" di civiltà aliene, classificate come proposto dal ricercatore SETI sovietico Nikolaj S. Kardašev nei primi anni '60 - chiamata scala di Kardašev - ed in seguito espansa da Carl Sagan. In questa classificazione, una civiltà di "tipo I" è una in grado di sfruttare l'energia solare che cade su un pianeta di tipo terrestre per produrre un segnale interstellare; una di "tipo II" è in grado di utilizzare l'energia di un'intera stella; una di "tipo III" è in grado di fare uso di una galassia intera.
Valori intermedi vengono assegnati tramite una scala logaritmica. Assumendo che una civiltà aliena stia effettivamente trasmettendo un segnale che noi siamo in grado di ricevere, le ricerche finora eseguite escludono la presenza di una civiltà di "tipo I" nel raggio di 1.000 anni luce, benché possano esistere molte civiltà paragonabili alla nostra entro poche centinaia di anni luce che sono rimaste inosservate. Un'analisi analoga dimostra che non ci sono nella nostra galassia civiltà di "tipo II" osservabili. Nei primi anni di SETI i ricercatori supponevano che tali civiltà avanzate fossero comuni nella nostra galassia. È scoraggiante constatare che non sembra essere così. Comunque è importante far osservare che i nostri esperimenti SETI sono basati su ipotesi su tecnologie e frequenze di comunicazione che per altre civiltà (dotate di senso dell'umorismo) potrebbero essere ridicole. La mancanza di risultati non implica la conclusione che civiltà aliene non esistano, implica solo che le nostre più ottimistiche ipotesi per contattarle si sono dimostrate irrealistiche. C'è un altro fattore che contribuisce al perché non riusciamo ad avere prova dell'esistenza di un gran numero di società aliene. È il tempo. Il nostro sole non è una stella di prima generazione. Tutte le stelle di prima generazione sono o molto piccole e fioche, o esplose, o spente.
Questa prima generazione di stelle ha prodotto gli elementi pesanti necessari alla creazione dei pianeti e delle forme di vita. Le generazioni successive di stelle, cui il Sole appartiene, sono nate e morte o moriranno a loro volta. La nostra galassia ha più di 10 miliardi di anni. Durante tutto questo tempo molte forme di vita intelligente e molte civiltà tecnologiche possono essere nate e morte. Assumendo che una specie intelligente possa sopravvivere dieci milioni di anni, ciò significa che solo lo 0,1% di tutte le società che si sono avvicendate nella storia della nostra galassia esistono oggi. Il divulgatore scientifico Timothy Ferris ha ipotizzato che se le civiltà galattiche fossero transitorie, allora dovrebbe esistere una rete di comunicazioni interstellari che consiste principalmente di sistemi automatici che raccolgono le conoscenze di civiltà estinte e le ritrasmettono attraverso la galassia. Ferris l'ha definita una "internet interstellare" con i vari sistemi automatici a fungere da server. Ferris aggiunge che se tale rete esiste, le comunicazioni tra i server devono principalmente avvenire tramite segnali radio o laser a banda stretta ed elevata direzionalità. Intercettare tali segnali è, come visto in precedenza, molto difficile, tuttavia la rete potrebbe mantenere alcuni nodi ad ampia trasmissione (broadcast) nella speranza di raccogliere segnali di altre civiltà.
L'internet interstellare potrebbe essere là fuori in attesa che noi escogitiamo il modo di collegarci ad essa. Tuttavia, l'idea che nella nostra galassia esista una sorta di "internet interstellare" non deve farci credere in modo assoluto che le comunicazioni tra server e client avvengano utilizzando mezzi già conosciuti dalla nostra civiltà. La fisica trasmissiva "entanglement" rilevata nei quark e nelle particelle-Z (Barioni) potrebbe essere una alternativa valida per la trasmissione quasi-istantanea delle informazioni tra sistemi stellari differenti, superando il limite cosmico rappresentato dalla velocità-limite della luce e degli effetti relativistici ad esso correlati. Purtroppo, la nostra tecnologia non è ancora in grado di capire a fondo i principi di trasmissione legati all'entanglemet.I prossimi anni e le ricerche del CERN a Ginevra e del sincrotrone KKK in Giappone forse porteranno a qualche risultato in più. Un interessante libro di SCI-FI che parla di una rete "internet interstellare" è ben descritta nel romanzo "Universo incostante" di Vinge Vernor, Editrice Nord.
(Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera)
Questo porterebbe alla colonizzazione dell'intera galassia in cinque milioni di anni. Anche limitando la velocità dei viaggi interstellari all'1% della velocità della luce ed assumendo che occorra un millennio affinché una colonia possa lanciare due nuove missioni, questo significherebbe una completa colonizzazione della galassia in 20 milioni di anni. Un intervallo di tempo relativamente breve, se misurato sulla scala cosmica. Data l'assenza di segnali osservabili, nonché la mancanza di ogni prova definitiva di una visita di civiltà aliene su questo pianeta, Fermi concludeva che una tale civiltà interstellare non esiste. Questo è noto come il "paradosso di Fermi". Il fatto che le ricerche SETI non abbiano prodotto nulla di molto interessante fino ad ora non è di per sé causa di disperazione. Come visto in precedenza, cercare un'altra civiltà nello spazio è un'impresa difficile, inoltre noi abbiamo finora indagato in una piccola frazione dello spettro dei possibili bersagli, delle possibili frequenze, dei possibili livelli di potenza e così via. I risultati fin qui negativi pongono limiti sulla prossimità di certe "classi" di civiltà aliene, classificate come proposto dal ricercatore SETI sovietico Nikolaj S. Kardašev nei primi anni '60 - chiamata scala di Kardašev - ed in seguito espansa da Carl Sagan. In questa classificazione, una civiltà di "tipo I" è una in grado di sfruttare l'energia solare che cade su un pianeta di tipo terrestre per produrre un segnale interstellare; una di "tipo II" è in grado di utilizzare l'energia di un'intera stella; una di "tipo III" è in grado di fare uso di una galassia intera.
Valori intermedi vengono assegnati tramite una scala logaritmica. Assumendo che una civiltà aliena stia effettivamente trasmettendo un segnale che noi siamo in grado di ricevere, le ricerche finora eseguite escludono la presenza di una civiltà di "tipo I" nel raggio di 1.000 anni luce, benché possano esistere molte civiltà paragonabili alla nostra entro poche centinaia di anni luce che sono rimaste inosservate. Un'analisi analoga dimostra che non ci sono nella nostra galassia civiltà di "tipo II" osservabili. Nei primi anni di SETI i ricercatori supponevano che tali civiltà avanzate fossero comuni nella nostra galassia. È scoraggiante constatare che non sembra essere così. Comunque è importante far osservare che i nostri esperimenti SETI sono basati su ipotesi su tecnologie e frequenze di comunicazione che per altre civiltà (dotate di senso dell'umorismo) potrebbero essere ridicole. La mancanza di risultati non implica la conclusione che civiltà aliene non esistano, implica solo che le nostre più ottimistiche ipotesi per contattarle si sono dimostrate irrealistiche. C'è un altro fattore che contribuisce al perché non riusciamo ad avere prova dell'esistenza di un gran numero di società aliene. È il tempo. Il nostro sole non è una stella di prima generazione. Tutte le stelle di prima generazione sono o molto piccole e fioche, o esplose, o spente.
Questa prima generazione di stelle ha prodotto gli elementi pesanti necessari alla creazione dei pianeti e delle forme di vita. Le generazioni successive di stelle, cui il Sole appartiene, sono nate e morte o moriranno a loro volta. La nostra galassia ha più di 10 miliardi di anni. Durante tutto questo tempo molte forme di vita intelligente e molte civiltà tecnologiche possono essere nate e morte. Assumendo che una specie intelligente possa sopravvivere dieci milioni di anni, ciò significa che solo lo 0,1% di tutte le società che si sono avvicendate nella storia della nostra galassia esistono oggi. Il divulgatore scientifico Timothy Ferris ha ipotizzato che se le civiltà galattiche fossero transitorie, allora dovrebbe esistere una rete di comunicazioni interstellari che consiste principalmente di sistemi automatici che raccolgono le conoscenze di civiltà estinte e le ritrasmettono attraverso la galassia. Ferris l'ha definita una "internet interstellare" con i vari sistemi automatici a fungere da server. Ferris aggiunge che se tale rete esiste, le comunicazioni tra i server devono principalmente avvenire tramite segnali radio o laser a banda stretta ed elevata direzionalità. Intercettare tali segnali è, come visto in precedenza, molto difficile, tuttavia la rete potrebbe mantenere alcuni nodi ad ampia trasmissione (broadcast) nella speranza di raccogliere segnali di altre civiltà.
L'internet interstellare potrebbe essere là fuori in attesa che noi escogitiamo il modo di collegarci ad essa. Tuttavia, l'idea che nella nostra galassia esista una sorta di "internet interstellare" non deve farci credere in modo assoluto che le comunicazioni tra server e client avvengano utilizzando mezzi già conosciuti dalla nostra civiltà. La fisica trasmissiva "entanglement" rilevata nei quark e nelle particelle-Z (Barioni) potrebbe essere una alternativa valida per la trasmissione quasi-istantanea delle informazioni tra sistemi stellari differenti, superando il limite cosmico rappresentato dalla velocità-limite della luce e degli effetti relativistici ad esso correlati. Purtroppo, la nostra tecnologia non è ancora in grado di capire a fondo i principi di trasmissione legati all'entanglemet.I prossimi anni e le ricerche del CERN a Ginevra e del sincrotrone KKK in Giappone forse porteranno a qualche risultato in più. Un interessante libro di SCI-FI che parla di una rete "internet interstellare" è ben descritta nel romanzo "Universo incostante" di Vinge Vernor, Editrice Nord.
(Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera)
lunedì 25 febbraio 2013
Esperimenti ottici del SETI. Di che si tratta?
Mentre la maggior parte degli esperimenti SETI osserva il cielo nello spettro delle onde radio, alcuni ricercatori hanno considerato la possibilità che civiltà aliene possano ricorrere a potenti laser che operano alle lunghezze d'onda della luce visibile per comunicare a distanze interstellari. L'idea è stata esposta per la prima volta sulla rivista britannica Nature nel 1961 e nel 1983 ripresa in modo dettagliato sulla rivista statunitense Proceedings of the National Academy of Sciences da Charles Townes, uno degli inventori del laser. La maggior parte dei ricercatori del settore ebbe una reazione piuttosto fredda. Nel 1971 il progetto Ciclope escluse questa ipotesi affermando che la costruzione di un laser capace di brillare più del sole di un remoto sistema stellare sarebbe stata troppo difficile da portare a termine. Oggi, alcuni sostenitori di SETI tra cui Frank Drake affermano che quel giudizio fosse troppo conservatore. La ricerca di segnali a frequenze ottiche presenta due problemi, uno facile da aggirare, un altro più critico. Il primo problema è che la luce laser è sostanzialmente monocromatica, ossia i laser emettono luce di una sola specifica frequenza, rendendo difficile immaginare quale si debba cercare mettendosi in ascolto.
Tuttavia, secondo l'analisi di Fourier l'emissione di brevi impulsi di luce si traduce in un ampio spettro di emissione avente frequenze tanto maggiori quanto l'ampiezza degli impulsi si riduce; un sistema di comunicazione interstellare potrebbe far ricorso ad impulsi laser. Il secondo problema è che, mentre le onde radio possono essere emesse in tutte le direzioni, i laser sono altamente direzionali. Questo significa che un raggio laser potrebbe venire bloccato da una nube di gas interstellare, inoltre noi potremmo osservarlo solo se ci capitasse di attraversarlo. Dato che è improbabile che una civiltà aliena invii deliberatamente un segnale laser esattamente verso la Terra, dovremmo attraversare il raggio per caso. Come visto in precedenza, la ricerca di un segnale ottico presenta quindi le stesse difficoltà di quella di un segnale radio direzionato. Negli anni '80 due ricercatori sovietici condussero una breve ricerca SETI ottica, ma non ne risultò nulla. Durante la maggior parte degli anni '90 la ricerca SETI ottica è stata tenuta viva dalle osservazioni di Stuart Kingsley, un ricercatore britannico che vive nell'Ohio. In tempi recenti gli esperimenti SETI ottici sono stati rivalutati anche dai primi ricercatori. Paul Horowitz, di Harvard, ed alcuni ricercatori del SETI institute hanno condotto una ricerca semplice usando un telescopio ed un sistema di rilevamento di impulsi di fotoni, ed stanno valutando passi successivi in questa direzione.
Horowitz ha detto "tutti sono stati attratti dalla radio, ma abbiamo fatti molti esperimenti e cominciamo ad esserne un po' stanchi". I sostenitori della SETI ottica hanno condotto studi teorici sull'efficacia dell'utilizzo di laser ad alta energia come raggio interstellare. L'analisi mostra che l'impulso infrarosso di un laser, la cui emissione non è legata alla legge dell'inverso del quadrato come la luce emessa dalle stelle, apparirebbe decine di migliaia di volte più luminoso del nostro sole ad una civiltà distante che si trovasse sulla linea del raggio. Questo smentisce le precedenti conclusioni del "progetto Ciclope", che sottolineava la difficoltà di rilevare un raggio laser. Un sistema del genere potrebbe essere istruito a puntare automaticamente ad una serie di bersagli inviando ad ogni bersaglio impulsi a frequenze regolari, ad esempio, uno al secondo. Ciò consentirebbe di sondare tutte le stelle simili al Sole comprese entro una distanza di 100 anni luce. Lo studio ha anche descritto un sistema di rilevamento di impulsi laser realizzabile a basso costo con uno specchio di due metri di diametro fatto di materiali compositi, focalizzato su una matrice di sensori di luce. Numerosi esperimenti ottici del Seti sono oggi in atto. Un gruppo di studiosi delle università di Harvard e Smithsonian Institute in cui è incluso Paul Horowitz ha ideato un rilevatore laser e lo ha montato sul telescopio ottico da 155 cm di Harvard.
Ora questo telescopio viene usato per una ricerca più comune sulle stelle, e la ricerca ottica di SETI sta procedendo, quindi secondo quello sforzo seguendo "due direzioni". Fra l'ottobre 1998 e il novembre 1999, la ricerca ha esaminato circa 2500 stelle. Nulla che sembrasse un segnale laser intenzionale fu rilevato, eppure gli sforzi continuano. Il gruppo di studiosi delle università di Harvard e Smithsonian Institute sta ora lavorando in collaborazione con Princeton per il montaggio di un simile sistema di analisi sul telescopio da 91 cm di Princeton. I telescopi di Harvard e Princeton saranno riuniti per "puntare" lo stesso obbiettivo contemporaneamente, con lo scopo di rintracciare lo stesso segnale in entrambi i luoghi così da limitare gli errori dati dal disturbo del rilevatore. Il gruppo di studiosi delle università di Harvard e Smithsonian Institute sta ora costruendo un sistema di ricerca ottica ad esso preposto interamente ottico, secondo le linee descritte sopra, utilizzando un telescopio di 1.8 metri.
Il nuovo telescopio di ricerca SETI è in via di costruzione all'Oak Ridge Observatory situato ad Harvard, Massachusetts. L'università della California, Berkeley, casa natale dei progetti SERENDIP e di SETI, sta anche conducendo ricerche ottiche SETI. Una viene diretta da Geoffrey Marcy, il famosissimo cacciatore di pianeti extrasolari, e implica l'esame di registrazioni degli spettri raccolti durante caccie di pianeti extrasolari alla ricerca di segnali laser che siano continui piuttosto che pulsanti. A Berkeley, l'altro sforzo del progetto ottico Seti è più simile a quello a cui mira il gruppo delle università di Harvard e Smithsonian Institute e viene diretto da Dan Wertheimer di Berkeley, il quale ha costruito l'analizzatore laser per il gruppo delle università di Harvard e Smithsonian Institute. La ricerca di Berkeley usa un telescopio automatico da 76 cm e un analizzatore laser precedente costruito da Wertheimer.
(Fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera)
Tuttavia, secondo l'analisi di Fourier l'emissione di brevi impulsi di luce si traduce in un ampio spettro di emissione avente frequenze tanto maggiori quanto l'ampiezza degli impulsi si riduce; un sistema di comunicazione interstellare potrebbe far ricorso ad impulsi laser. Il secondo problema è che, mentre le onde radio possono essere emesse in tutte le direzioni, i laser sono altamente direzionali. Questo significa che un raggio laser potrebbe venire bloccato da una nube di gas interstellare, inoltre noi potremmo osservarlo solo se ci capitasse di attraversarlo. Dato che è improbabile che una civiltà aliena invii deliberatamente un segnale laser esattamente verso la Terra, dovremmo attraversare il raggio per caso. Come visto in precedenza, la ricerca di un segnale ottico presenta quindi le stesse difficoltà di quella di un segnale radio direzionato. Negli anni '80 due ricercatori sovietici condussero una breve ricerca SETI ottica, ma non ne risultò nulla. Durante la maggior parte degli anni '90 la ricerca SETI ottica è stata tenuta viva dalle osservazioni di Stuart Kingsley, un ricercatore britannico che vive nell'Ohio. In tempi recenti gli esperimenti SETI ottici sono stati rivalutati anche dai primi ricercatori. Paul Horowitz, di Harvard, ed alcuni ricercatori del SETI institute hanno condotto una ricerca semplice usando un telescopio ed un sistema di rilevamento di impulsi di fotoni, ed stanno valutando passi successivi in questa direzione.
Horowitz ha detto "tutti sono stati attratti dalla radio, ma abbiamo fatti molti esperimenti e cominciamo ad esserne un po' stanchi". I sostenitori della SETI ottica hanno condotto studi teorici sull'efficacia dell'utilizzo di laser ad alta energia come raggio interstellare. L'analisi mostra che l'impulso infrarosso di un laser, la cui emissione non è legata alla legge dell'inverso del quadrato come la luce emessa dalle stelle, apparirebbe decine di migliaia di volte più luminoso del nostro sole ad una civiltà distante che si trovasse sulla linea del raggio. Questo smentisce le precedenti conclusioni del "progetto Ciclope", che sottolineava la difficoltà di rilevare un raggio laser. Un sistema del genere potrebbe essere istruito a puntare automaticamente ad una serie di bersagli inviando ad ogni bersaglio impulsi a frequenze regolari, ad esempio, uno al secondo. Ciò consentirebbe di sondare tutte le stelle simili al Sole comprese entro una distanza di 100 anni luce. Lo studio ha anche descritto un sistema di rilevamento di impulsi laser realizzabile a basso costo con uno specchio di due metri di diametro fatto di materiali compositi, focalizzato su una matrice di sensori di luce. Numerosi esperimenti ottici del Seti sono oggi in atto. Un gruppo di studiosi delle università di Harvard e Smithsonian Institute in cui è incluso Paul Horowitz ha ideato un rilevatore laser e lo ha montato sul telescopio ottico da 155 cm di Harvard.
Ora questo telescopio viene usato per una ricerca più comune sulle stelle, e la ricerca ottica di SETI sta procedendo, quindi secondo quello sforzo seguendo "due direzioni". Fra l'ottobre 1998 e il novembre 1999, la ricerca ha esaminato circa 2500 stelle. Nulla che sembrasse un segnale laser intenzionale fu rilevato, eppure gli sforzi continuano. Il gruppo di studiosi delle università di Harvard e Smithsonian Institute sta ora lavorando in collaborazione con Princeton per il montaggio di un simile sistema di analisi sul telescopio da 91 cm di Princeton. I telescopi di Harvard e Princeton saranno riuniti per "puntare" lo stesso obbiettivo contemporaneamente, con lo scopo di rintracciare lo stesso segnale in entrambi i luoghi così da limitare gli errori dati dal disturbo del rilevatore. Il gruppo di studiosi delle università di Harvard e Smithsonian Institute sta ora costruendo un sistema di ricerca ottica ad esso preposto interamente ottico, secondo le linee descritte sopra, utilizzando un telescopio di 1.8 metri.
Il nuovo telescopio di ricerca SETI è in via di costruzione all'Oak Ridge Observatory situato ad Harvard, Massachusetts. L'università della California, Berkeley, casa natale dei progetti SERENDIP e di SETI, sta anche conducendo ricerche ottiche SETI. Una viene diretta da Geoffrey Marcy, il famosissimo cacciatore di pianeti extrasolari, e implica l'esame di registrazioni degli spettri raccolti durante caccie di pianeti extrasolari alla ricerca di segnali laser che siano continui piuttosto che pulsanti. A Berkeley, l'altro sforzo del progetto ottico Seti è più simile a quello a cui mira il gruppo delle università di Harvard e Smithsonian Institute e viene diretto da Dan Wertheimer di Berkeley, il quale ha costruito l'analizzatore laser per il gruppo delle università di Harvard e Smithsonian Institute. La ricerca di Berkeley usa un telescopio automatico da 76 cm e un analizzatore laser precedente costruito da Wertheimer.
(Fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera)
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venerdì 22 febbraio 2013
Progetto SETI@home. Di cosa si tratta?
Un altro interessante progetto dell' Università di Berkeley, chiamato SETI@home venne iniziato nel maggio 1999. L'esistenza del progetto SETI@home significa che chiunque può essere coinvolto nella ricerca SETI, semplicemente scaricando da internet un software. Questo software esegue l'analisi del segnale di una "work unit" di 350 kilobyte dei dati raccolti dal SERENDIP IV SETI, e restituisce i risultati dell'elaborazione, sempre via internet.
Oltre 5 milioni di computer in centinaia di nazioni si sono registrati per il progetto SETI@home ed hanno complessivamente contribuito con oltre 14 miliardi di ore di tempo di elaborazione. Il progetto viene ampiamente lodato sulla stampa specializzata come un interessante esercizio di elaborazione distribuita fatta in casa. Il 22 giugno 2004 è stato rilasciato SETI@home II, basato sulla Berkeley Open Infrastructure for Network Computing (BOINC).
(Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera)
Oltre 5 milioni di computer in centinaia di nazioni si sono registrati per il progetto SETI@home ed hanno complessivamente contribuito con oltre 14 miliardi di ore di tempo di elaborazione. Il progetto viene ampiamente lodato sulla stampa specializzata come un interessante esercizio di elaborazione distribuita fatta in casa. Il 22 giugno 2004 è stato rilasciato SETI@home II, basato sulla Berkeley Open Infrastructure for Network Computing (BOINC).
(Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera)
giovedì 21 febbraio 2013
I progetti BETA ed ATA del SETI
Progetto BETA
La Planetary Society sta attualmente studiando un seguito del progetto META, chiamato "BETA", che sta per "Billion-Channel Extraterrestrial Array". Si tratta di un DSP dedicato, con 200 processori e 3 gGB di RAM. BETA è circa 1.000 miliardi di volte più potente della strumentazione usata nel progetto Ozma.
BETA al momento scandaglia solo 250 milioni di canali, con un'ampiezza di 0,5 Hz per canale. La scansione viene effettuata nell'arco che va dagli 1,400 agli 1,720 GHz in otto salti, con due secondi di osservazione ad ogni salto.
Progetto ATA
Il SETI Institute sta attualmente collaborando con il Laboratorio Radio Astronomico dell'Università di Berkeley per sviluppare un allineamento di radiotelescopi specializzati per gli studi SETI. Questo nuovo concetto viene detto "Allen Telescope Array (ATA)" (in precedenza, One Hectare Telescope [1HT]). Coprirà un'area di 100 metri di lato.
L'allienamento consisterà di 350 o più piatti radio Gregorian, ognuno con un diametro di 6,1 metri. Questi piatti saranno essenzialmente quelli disponibili comunemente per le parabole della televisione satellitare. Si prevede che l'ATA verrà completato per il 2005, al costo modesto di 25 milioni di dollari. Il SETI Institute fornirà i soldi per la costruzione dell'ATA, mentre l'Università di Berkeley progetterà il telescopio e fornirà i finanziamenti per l'operatività.
Gli astronomi di Berkeley useranno l'ATA per effettuare altre osservazioni radio dello spazio profondo. L'ATA è concepito per supportare un grosso numero di osservazioni simultanee, attraverso una tecnica nota come "multibeaming", nella quale la tecnologia DSP è impiegata per ordinare i segnali provenienti da più piatti. Il sistema DSP previsto per l'ATA è estremamente ambizioso.
Fonte: Wikipedia, L' enciclopedia libera
La Planetary Society sta attualmente studiando un seguito del progetto META, chiamato "BETA", che sta per "Billion-Channel Extraterrestrial Array". Si tratta di un DSP dedicato, con 200 processori e 3 gGB di RAM. BETA è circa 1.000 miliardi di volte più potente della strumentazione usata nel progetto Ozma.
BETA al momento scandaglia solo 250 milioni di canali, con un'ampiezza di 0,5 Hz per canale. La scansione viene effettuata nell'arco che va dagli 1,400 agli 1,720 GHz in otto salti, con due secondi di osservazione ad ogni salto.
Progetto ATA
Il SETI Institute sta attualmente collaborando con il Laboratorio Radio Astronomico dell'Università di Berkeley per sviluppare un allineamento di radiotelescopi specializzati per gli studi SETI. Questo nuovo concetto viene detto "Allen Telescope Array (ATA)" (in precedenza, One Hectare Telescope [1HT]). Coprirà un'area di 100 metri di lato.
L'allienamento consisterà di 350 o più piatti radio Gregorian, ognuno con un diametro di 6,1 metri. Questi piatti saranno essenzialmente quelli disponibili comunemente per le parabole della televisione satellitare. Si prevede che l'ATA verrà completato per il 2005, al costo modesto di 25 milioni di dollari. Il SETI Institute fornirà i soldi per la costruzione dell'ATA, mentre l'Università di Berkeley progetterà il telescopio e fornirà i finanziamenti per l'operatività.
Gli astronomi di Berkeley useranno l'ATA per effettuare altre osservazioni radio dello spazio profondo. L'ATA è concepito per supportare un grosso numero di osservazioni simultanee, attraverso una tecnica nota come "multibeaming", nella quale la tecnologia DSP è impiegata per ordinare i segnali provenienti da più piatti. Il sistema DSP previsto per l'ATA è estremamente ambizioso.
Fonte: Wikipedia, L' enciclopedia libera
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