mercoledì 9 novembre 2011

Monaci fantasma

La fonte del seguente brano è il libro: Storie vere di spettri – Marchesa Townshend – Maude Ffoulkes – Arnoldo Mondatori Editore

Un tardo pomeriggio d’autunno, il famoso scrittore Joseph Conrad stava viaggiando in carrozza con la moglie nella zona del Kent quando il loro cavallo perse un ferro; Conrad si mise subito alla ricerca di un luogo dove lasciare la moglie ad attenderlo mentre portava il pony dal fabbro del villaggio.

Quel giorno i due coniugi si trovavano non lontano dalla prioria di Bilsington, dove in un’ ala abitavano un contadino e sua moglie; il resto era un cumulo di rovine a tutti gli effetti.

La moglie del contadino, una signora dai modi molto ospitali, portò la signora Conrad in un locale riscaldato da un bel fuoco; poi andò a prendere una lampada, lasciandola in compagnia di un simpatico terrier a pelo ruvido.

Trascorsero diversi minuti. Poi, all’improvviso il cane che stava accanto alla donna emise un ringhio sordo, con grande sorpresa della signora, la parete che aveva davanti sembrò dissolversi nel nulla, e il limpido chiarore del fuco si offuscò in una specie di caligine, attraversò cui lei riuscì gradualmente a distinguere le sagome di diversi monaci in processione.

I fantasmi si diressero lentamente verso una scalinata nascosta, e la signora Conrad udì distintamente il rumore dei loro sandali con le suole di legno, che risuonando ritmicamente sui gradini, scandivano il passo della processione.

Quando l’ultimo monaco fu scomparso, la caligine si diradò, il muro riapparve al suo posto, e il cane tornò tranquillo.

La signora Conrad attese perplessa il ritorno della moglie del contadino decisa a scoprire quale passata tradizione monastica fosse associata a quella manifestazione crepuscolare.

Ma la sua ospite non era a conoscenza di nulla che potesse esserle d’aiuto. Tuttavia, fu in grado di confermare il racconto della signora Conrad.

“Che Dio la benedica, signora, non faccia assolutamente caso a quei monaci. Sono talmente puntuali che il rumore dei loro passi ci fa da orologio, perché sono sempre le sei precise quando vanno su per la scala.”

(Fonte: Storie vere di spettri – Marchesa Townshend – Maude Ffoulkes – Arnoldo Mondatori Editore)

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