martedì 15 novembre 2011

Viaggio Astrale

La fonte del seguente articolo è Wikipedia.


Le opinioni degli studiosi sull' argomento che segue sono spesso molto discordanti. Avendo avuto delle esperienze molto simili, e avendo compreso che si tratta fondamentalmente di fenomeni legati semplicemente alla nostra attività onirica, personalmente non credo molto all' esistenza del viaggio astrale.




Il viaggio astrale, definito spesso attraverso l’acronimo O.O.B.E (dall’ inglese out of body experience) è un particolare tipo di esperienza extrasensoriale, vissuta da persone che sostengono di essere uscite dal proprio corpo fisico, alle volte all’ interno di un corpo etereo, altre volte in assenza di corpo.

Questi individui sono spesso in grado di osservarsi dall’ esterno, spostando la propria coscienza e il proprio punto di osservazione nel corpo astrale.
Casi di esperienze extracorporee sono stati riferiti durante le fasi che precedono il sonno o il risveglio, in seguito a crisi epilettiche, intossicazioni da droghe, stati di rilassamento e meditazione e durante le esperienze di premorte.

Secondo diversi studiosi, certi sogni potrebbero essere dei veri e propri viaggi fuori dal corpo, e alcune esperienze che vengono percepite dai soggetti che le vivono come viaggi astrali, non sarebbero altro che sogni o rientrerebbero in quella particolare categoria di fenomeni denominata “sogni lucidi”.

Nel seguente brano tratto dal libro Parapsicologia Realtà Contestata di Massimo Inardi e Giovanni Iannuzzo, edizioni Sugarcò è riportata la descrizione di un O.O.B.E

“Era notte fonda, ero a letto e stavo per prendere sonno. Mia moglie si era addormentata accanto a me. Mi sembrò che ci fosse un flusso di corrente nella mia testa e rapidamente la sensazione si diffuse in tutto il corpo. Sembrava tutto come al solito. Mentre giacevo, cercando di decidere in quale altro modo potessi analizzare la cosa, mi accadde di pensare come sarebbe stato bello prendere un aliante ed andare a volare, l’indomani. Senza preoccuparmi delle conseguenze, perché ancora ignoravo che ce ne sarebbero state, indugiai sul pensiero piacevole del volo. Dopo un istante mi accorsi di qualcosa che premeva contro la mia spalla. Con vaga curiosità portai la mano verso l’alto e indietro per sentire di cosa si trattasse. La mano trovò una parete liscia. Mossi la mano quanto me lo permetteva la lunghezza del braccio e la parete continuava, liscia, ininterrotta. Tutti i miei sensi erano vigili: cercai di vedere nella semioscurità. Era un muro e mi appoggiavo al muro con la spalla. Immediatamente dedussi che mi ero addormentato ed ero caduto dal letto. Non mi era mai successo prima, ma stavano accadendo tante cose strane, che cadere dal letto era perfettamente possibile. Guardai ancora. Qualcosa non andava. Questo muro non aveva finestre, non c’erano porte, non c’erano mobili appoggiati. Non era un muro della mia camera da letto. Eppure aveva qualcosa di familiare. Di colpo lo identificai. Non era un muro, era il soffitto. Fluttuavo contro il soffitto, rimbalzando dolcemente ad ogni movimento. Spaventato mi girai nell’aria e guardai al di sotto. Nella penombra, sotto di me, c’era il letto. Due persone erano nel letto. A destra mia moglie. Accanto a lei qualcun altro. Tutti e due apparentemente addormentati. Che strano sogno, pensai. Era curioso. Chi potevo sognare a letto con mia moglie? Guardai meglio e lo shock fu tremendo. Il ‘qualcuno’ ero io!”

Quella riportata, fu la prima esperienza di questo tipo occorsa a Robert Monroe, un brillante uomo d’affari americano che scoprì in maniera piuttosto strana d’essere capace di staccarsi dal proprio corpo.

Recentemente, un interessante studio condotto da Bihna Lenggenhager, della Scuola Politecnica Federale di Losanna e da Henrik Ehrsson dell’ University College di Londra ha fornito una spiegazione scientifica del fenomeno, secondo la quale durante questo tipo di esperienze “potrebbe esserci una disconnessione fra i circuiti del cervello che elaborano le informazioni sensoriali". Sembrerebbe che la coordinazione dei sensi, la prospettiva visuale, e la visione sarebbero importanti per la sensazione di trovarsi all'interno del proprio corpo.

I ricercatori hanno dimostrato che la percezione che una persona ha di se stessa può essere manipolata usando una serie di stimoli multisensoriali in quanto l'unità spaziale e la coscienza del corpo dipendono dai meccanismi del cervello.

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