Con il termine Precognizione ci si riferisce ad una facoltà posseduta da alcuni individui, legata alla capacità di conoscere in anticipo eventi futuri che non sono in alcun modo prevedibili.
Come la chiaroveggenza e la telepatia, la precognizione fa parte delle cosiddette percezioni extrasensoriali Esp, e più in generale della sfera delle facoltà paranormali. Rientra quindi nel campo di indagine della parapsicologia.
Affinché eventi di tipo precognitivo possano essere oggetto di indagine, è importante che vengano comunicati per iscritto prima del loro avverarsi, attraverso una descrizione dettagliata (che includa un gran numero di particolari in modo da poter escludere la mera coincidenza) e il loro avverarsi deve essere del tutto indipendente dalle azioni di chi li ha predetti e da chi ne è partecipe in prima persona.
mercoledì 30 novembre 2011
Lo scrittore free lance
Cosa significa oggi essere uno scrittore free lance?
Di certo può significare tante cose. Innanzitutto bisogna distinguere chi scrivendo si occupa di arte, da chi invece si occupa di comunicazione.
E’ ad esempio il blogger uno scrittore free lance? Di certo lo è se riesce a guadagnare con i contenuti che produce.
C’ è anche chi collabora con importanti testate giornalistiche e viene pagato per gli articoli che scrive.
La situazione è di certo differente a seconda del paese in cui si vive. Nei paesi anglossassoni probabilmente gli scrittori free lance hanno più possibilità di remunerare il proprio lavoro.
Di certo può significare tante cose. Innanzitutto bisogna distinguere chi scrivendo si occupa di arte, da chi invece si occupa di comunicazione.
E’ ad esempio il blogger uno scrittore free lance? Di certo lo è se riesce a guadagnare con i contenuti che produce.
C’ è anche chi collabora con importanti testate giornalistiche e viene pagato per gli articoli che scrive.
La situazione è di certo differente a seconda del paese in cui si vive. Nei paesi anglossassoni probabilmente gli scrittori free lance hanno più possibilità di remunerare il proprio lavoro.
Non scrivete per moda!
Sono molte le motivazioni che spingono una persona a scrivere romanzi, racconti o poesie. Certe sono più valide e comprensibili altre un po’ meno.
Ma di tutte le ragioni, l’unica che trovo veramente ridicola è quella legata al desiderio di scrivere per moda, o meglio, scrivere per sembrare più fichi.
Oggi scrivere è diventata per molti una necessità (e mi riferisco alla possibilità di esprimere la propria creatività), per altri una semplice moda.
Se scrivete perché avete visto un vostro amico che ha già all’ attivo il suo bel romanzo e avete provato un po’ di invidia perché c’è qualche ragazza che lo ha guardato con ammirazione, mentre a voi ha fatto a stento un sorriso, sappiate che difficilmente continuerete a scrivere nel corso degli anni.
E’ indispensabile che la vostra motivazione sia più vera, che le sue radici siano più profonde, affondando nel profondo del vostro animo.
Solo in questo caso riuscirete a fare realmente qualcosa di bello per voi stessi, pur rimanendo degli autori non professionisti.
Ci sono già tante mode, tanti stereotipi, non trasformiamo anche la scrittura nell’ ennesimo fenomeno del momento…
Ma di tutte le ragioni, l’unica che trovo veramente ridicola è quella legata al desiderio di scrivere per moda, o meglio, scrivere per sembrare più fichi.
Oggi scrivere è diventata per molti una necessità (e mi riferisco alla possibilità di esprimere la propria creatività), per altri una semplice moda.
Se scrivete perché avete visto un vostro amico che ha già all’ attivo il suo bel romanzo e avete provato un po’ di invidia perché c’è qualche ragazza che lo ha guardato con ammirazione, mentre a voi ha fatto a stento un sorriso, sappiate che difficilmente continuerete a scrivere nel corso degli anni.
E’ indispensabile che la vostra motivazione sia più vera, che le sue radici siano più profonde, affondando nel profondo del vostro animo.
Solo in questo caso riuscirete a fare realmente qualcosa di bello per voi stessi, pur rimanendo degli autori non professionisti.
Ci sono già tante mode, tanti stereotipi, non trasformiamo anche la scrittura nell’ ennesimo fenomeno del momento…
martedì 29 novembre 2011
La telepatia. Esiste veramente?
La telepatia, fenomeno extrasensoriale al centro di numerosi studi e dibattiti, è la capacità di comunicare attraverso il pensiero, senza l’utilizzo di altri sensi o strumenti. Come le altre facoltà paranormali, rientra nel campo di indagine della parapsicologia.
I primi studi sulla telepatia risalgono al diciannovesimo secolo. A quel tempo si pensava che il cervello umano fosse in grado di trasmettere informazioni attraverso le onde elettromagnetiche. Gli esperimenti del fisiologo sovietico Leonid Varsilev, (attraverso i quali due soggetti in comunicazione telepatica venivano posti in camere di piombo separate, che impedivano quindi il passaggio di onde elettromagnetiche) dimostrarono però, che questa ipotesi non aveva alcun fondamento.
Nel 1930 fu aperto negli Stati Uniti d’ America il primo laboratorio di parapsicologia. Il professor Joseph Rhine della Duke University di Durham vi condusse numerosi esperimenti con l’ ausilio delle carte Zener, per dimostrare l’effettiva esistenza del fenomeno. Gli studi di Rhine vennero in seguito criticati aspramente perché il metodo di indagine da lui utilizzato non era corretto.
Fra il 1970 e il 1980 ulteriori studi sulla telepatia vennero condotti dal parapsicologo Charles Honorton, che utilizzò una nuova metodologia di studio. Nei suoi esperimenti, i soggetti venivano isolati da un punto di vista sensoriale, applicando ai loro occhi due mezze palline da ping-pong e alle loro orecchie una cuffia che emetteva un “rumore di fondo”. In queste condizioni i soggetti dovevano tentare di captare immagini o informazioni inviate da un partner (che fungeva da agente di trasmissione) che si trovava in un’ altra stanza. Come era già accaduto al tempo delle ricerche di Rhine, Honorton pensava di aver ottenuto risultati significativi che dimostravano l’esistenza della telepatia.
Anche i suoi studi tuttavia, vennero criticati da studiosi e scettici pronti a dimostrare che anche il suo metodo di indagine non era esente da errori.
Dopo anni di studi e di diatribe non disponiamo ancora di prove definitive riguardo l’ esistenza del fenomeno. C’è chi considera la telepatia già dimostrata scientificamente, e chi invece ne nega con convinzione l’esistenza.
A tutt’ oggi la questione rimane aperta.
Fonte: wikipedia, l'enciclopedia libera
I primi studi sulla telepatia risalgono al diciannovesimo secolo. A quel tempo si pensava che il cervello umano fosse in grado di trasmettere informazioni attraverso le onde elettromagnetiche. Gli esperimenti del fisiologo sovietico Leonid Varsilev, (attraverso i quali due soggetti in comunicazione telepatica venivano posti in camere di piombo separate, che impedivano quindi il passaggio di onde elettromagnetiche) dimostrarono però, che questa ipotesi non aveva alcun fondamento.
Nel 1930 fu aperto negli Stati Uniti d’ America il primo laboratorio di parapsicologia. Il professor Joseph Rhine della Duke University di Durham vi condusse numerosi esperimenti con l’ ausilio delle carte Zener, per dimostrare l’effettiva esistenza del fenomeno. Gli studi di Rhine vennero in seguito criticati aspramente perché il metodo di indagine da lui utilizzato non era corretto.
Fra il 1970 e il 1980 ulteriori studi sulla telepatia vennero condotti dal parapsicologo Charles Honorton, che utilizzò una nuova metodologia di studio. Nei suoi esperimenti, i soggetti venivano isolati da un punto di vista sensoriale, applicando ai loro occhi due mezze palline da ping-pong e alle loro orecchie una cuffia che emetteva un “rumore di fondo”. In queste condizioni i soggetti dovevano tentare di captare immagini o informazioni inviate da un partner (che fungeva da agente di trasmissione) che si trovava in un’ altra stanza. Come era già accaduto al tempo delle ricerche di Rhine, Honorton pensava di aver ottenuto risultati significativi che dimostravano l’esistenza della telepatia.
Anche i suoi studi tuttavia, vennero criticati da studiosi e scettici pronti a dimostrare che anche il suo metodo di indagine non era esente da errori.
Dopo anni di studi e di diatribe non disponiamo ancora di prove definitive riguardo l’ esistenza del fenomeno. C’è chi considera la telepatia già dimostrata scientificamente, e chi invece ne nega con convinzione l’esistenza.
A tutt’ oggi la questione rimane aperta.
Fonte: wikipedia, l'enciclopedia libera
Alcune Riflessioni Sugli Ebooks
Anche se gli ebooks si stanno pian piano diffondendo sempre di più, i libri su carta continuano a mantenere sul mercato il proprio dominio incontrastato.
Molti di noi preferiscono ancora leggere i libri tradizionali, per una lunga serie di ragioni che non starò qui ad elencare.
Oggi però esistono molti dispositivi diversi che permettono di leggere gli ebooks. Un’ aspirante autore che desidera fare conoscere le sue opere può anche scegliere questa strada.
Distribuire ebooks attraverso Internet è molto semplice. Le possibilità sono diverse:
a) Siti specializzati che li diffondono gratuitamente. Solo quelli free però.
b) Piccole case editrici che li vendono on line. Naturalmente però prima dovranno accettare il vostro libro.
c) Potete anche provare a venderli su e-bay. Soprattutto se si tratta di ebooks di formazione.
d) Siti che si occupano di distribuire prodotti gratuiti di vario genere.
Personalmente leggo spesso ebooks di formazione distribuiti con licenze gratuite. Per quanto riguarda la narrativa invece avrò letto in tutto due o tre libri elettronici.
Potete distribuire gratuitamente l’opera integrale (proteggendola con una licenza creative commons), oppure soltanto un estratto.
Personalmente se dovessi scegliere fra distribuire un ebook completo oppure un estratto probabilmente opterei per quest’ ultima possibilità.
Dipende però, da quali sono le vostre intenzioni. Se volete soltanto incuriosire dei lettori per spingerli a comprare il vostro libro allora vi conviene distribuire un estratto dello stesso. Se volete invece acquisire notorietà, fare leggere il vostro libro a molte persone, ricevere critiche o consigli, allora forse vi conviene distribuirlo nella versione integrale.
Molti di noi preferiscono ancora leggere i libri tradizionali, per una lunga serie di ragioni che non starò qui ad elencare.
Oggi però esistono molti dispositivi diversi che permettono di leggere gli ebooks. Un’ aspirante autore che desidera fare conoscere le sue opere può anche scegliere questa strada.
Distribuire ebooks attraverso Internet è molto semplice. Le possibilità sono diverse:
a) Siti specializzati che li diffondono gratuitamente. Solo quelli free però.
b) Piccole case editrici che li vendono on line. Naturalmente però prima dovranno accettare il vostro libro.
c) Potete anche provare a venderli su e-bay. Soprattutto se si tratta di ebooks di formazione.
d) Siti che si occupano di distribuire prodotti gratuiti di vario genere.
Personalmente leggo spesso ebooks di formazione distribuiti con licenze gratuite. Per quanto riguarda la narrativa invece avrò letto in tutto due o tre libri elettronici.
Potete distribuire gratuitamente l’opera integrale (proteggendola con una licenza creative commons), oppure soltanto un estratto.
Personalmente se dovessi scegliere fra distribuire un ebook completo oppure un estratto probabilmente opterei per quest’ ultima possibilità.
Dipende però, da quali sono le vostre intenzioni. Se volete soltanto incuriosire dei lettori per spingerli a comprare il vostro libro allora vi conviene distribuire un estratto dello stesso. Se volete invece acquisire notorietà, fare leggere il vostro libro a molte persone, ricevere critiche o consigli, allora forse vi conviene distribuirlo nella versione integrale.
La seconda stesura. Alcune riflessioni.
La seconda stesura di un libro è sicuramente una delle fasi più importanti e delicate del lavoro di uno scrittore professionista o di un aspirante autore.
In questa fase è importante innanzitutto correggere tutti gli errori di battitura (o di distrazione) avvenuti nel corso della prima stesura.
Spesso anche quando è attivato il correttore ortografico, è facile che si commettano degli errori che non vengono individuati dal computer, in quanto le parole sono corrette, ma non pertinenti al periodo che si è scritto.
Ad esempio se scrivete: Ho visto il cieli è ho provato una profonda emozione. Il correttore ortografico non segnalerà l’ errore. In un libro di centinaia di pagine questo tipo di errore si verifica spesso.
Nella seconda stesura di solito è buona norma effettuare dei tagli, riducendo le dimensioni di quei capitoli dove ci si è dilungati eccessivamente nelle descrizioni degli ambienti o nei dialoghi.
Stephen King nel suo libro On Writing consiglia di solito di ridurre del 10% la quantità di parole che sono state utilizzate al momento della prima stesura.
Effettuare dei tagli in punti strategici rende spesso un romanzo molto più scorrevole e di più sicuro impatto.
Particolare attenzione bisogna inoltre prestare alla trama del romanzo, cercando di comprendere se si sono compiuti degli errori all’interno della struttura logica dell’ opera.
In questa fase è importante innanzitutto correggere tutti gli errori di battitura (o di distrazione) avvenuti nel corso della prima stesura.
Spesso anche quando è attivato il correttore ortografico, è facile che si commettano degli errori che non vengono individuati dal computer, in quanto le parole sono corrette, ma non pertinenti al periodo che si è scritto.
Ad esempio se scrivete: Ho visto il cieli è ho provato una profonda emozione. Il correttore ortografico non segnalerà l’ errore. In un libro di centinaia di pagine questo tipo di errore si verifica spesso.
Nella seconda stesura di solito è buona norma effettuare dei tagli, riducendo le dimensioni di quei capitoli dove ci si è dilungati eccessivamente nelle descrizioni degli ambienti o nei dialoghi.
Stephen King nel suo libro On Writing consiglia di solito di ridurre del 10% la quantità di parole che sono state utilizzate al momento della prima stesura.
Effettuare dei tagli in punti strategici rende spesso un romanzo molto più scorrevole e di più sicuro impatto.
Particolare attenzione bisogna inoltre prestare alla trama del romanzo, cercando di comprendere se si sono compiuti degli errori all’interno della struttura logica dell’ opera.
venerdì 25 novembre 2011
PSI. Che cosa è? Esiste realmente?
I fenomeni PSI rappresentano un’ ampia casistica di manifestazioni di varia natura (la cui reale esistenza non è stata ancora del tutto dimostrata; in realtà la maggior parte degli scienziati non vi crede affatto), che hanno spinto molti studiosi a ipotizzare l’ esistenza di particolari vie di interazione non ancora conosciute fra l’uomo e l’ambiente che lo circonda.
All’ interno di questa ampia categoria si possono poi distinguere i fenomeni ESP (legati alla percezione extrasensoriale), da quelli PK (legati alla psicocinesi. PK= Psychokinesis).
All’ interno di questa ampia categoria si possono poi distinguere i fenomeni ESP (legati alla percezione extrasensoriale), da quelli PK (legati alla psicocinesi. PK= Psychokinesis).
Blog di nicchia o generalista?
La scelta dipende da quali sono i vostri interessi e da quali obbiettivi volete raggiungere.
In linea generale io apro sempre blog di nicchia. Preferisco aprire più blog di piccole dimensioni, accontentandomi di un traffico limitato, ma di qualità, piuttosto che creare un contenitore dove riversare contenuti variegati.
Secondo me i blog di nicchia, ovvero quelli che affrontano un numero limitato di argomenti, sono molto apprezzati dai navigatori.
Ciascuno di noi ha le sue passioni e i suoi interessi; inoltre, le nostre ricerche su Internet riguardano spesso informazioni molto specifiche.
Poiché i miei blog sono sempre stati fino ad ora soltanto di tipo amatoriale, non ho mai cercato di raggiungere alti volumi di traffico.
Fra l’altro non è detto che con un blog generalista si possano ottenere volumi di traffico così eccezionali. Sicuramente parlando di moltissimi argomenti è più facile fare aggiornamenti, ma ciò non significa che verrete apprezzati necessariamente dai navigatori.
Inoltre i blog di nicchia spesso si posizionano meglio sui motori di ricerca, per ragioni di cui parlerò probabilmente in futuro.
Quindi se non avete moltissimi interessi, ma delle passioni specifiche io vi consiglio di optare per un blog anche un po’ più piccolo, ma dove potrete parlare di qualcosa che conoscete veramente senza dovervi mettere a scopiazzare i contenuti di altri web publisher.
In linea generale io apro sempre blog di nicchia. Preferisco aprire più blog di piccole dimensioni, accontentandomi di un traffico limitato, ma di qualità, piuttosto che creare un contenitore dove riversare contenuti variegati.
Secondo me i blog di nicchia, ovvero quelli che affrontano un numero limitato di argomenti, sono molto apprezzati dai navigatori.
Ciascuno di noi ha le sue passioni e i suoi interessi; inoltre, le nostre ricerche su Internet riguardano spesso informazioni molto specifiche.
Poiché i miei blog sono sempre stati fino ad ora soltanto di tipo amatoriale, non ho mai cercato di raggiungere alti volumi di traffico.
Fra l’altro non è detto che con un blog generalista si possano ottenere volumi di traffico così eccezionali. Sicuramente parlando di moltissimi argomenti è più facile fare aggiornamenti, ma ciò non significa che verrete apprezzati necessariamente dai navigatori.
Inoltre i blog di nicchia spesso si posizionano meglio sui motori di ricerca, per ragioni di cui parlerò probabilmente in futuro.
Quindi se non avete moltissimi interessi, ma delle passioni specifiche io vi consiglio di optare per un blog anche un po’ più piccolo, ma dove potrete parlare di qualcosa che conoscete veramente senza dovervi mettere a scopiazzare i contenuti di altri web publisher.
Scrivere con la macchina da scrivere o con un computer?
E’ meglio scrivere con una macchina da scrivere o con un computer? Se siete aspiranti autori vi sarà capitato di tanto in tanto di porvi una simile domanda.
La mia opinione personale è la seguente: un computer è molto più pratico, vi permette di correggere continuamente tutto ciò che scrivete.
La macchina da scrivere avrà anche il suo fascino, tuttavia io ritengo che utilizzare un buon programma di videoscrittura sia la scelta più saggia.
Molti grandi scrittori del novecento utilizzavano la macchina da scrivere per mettere su carta le loro opere, ma oggi mi sembra un po’ superato come strumento di lavoro. Poi, naturalmente ognuno è libero di fare tutto quello che vuole.
E la matita? Può essere un’ alternativa al computer?
Una matita può aiutarci di certo a rilassarci, quando davanti allo schermo di un computer non riusciamo a trovare le idee migliori.
Scrivere a matita però pone l’ aspirante autore di fronte a un grosso problema. Alla fine bisognerà ricopiare e riscrivere tutto il libro.
Secondo me quindi è sempre meglio un buon programma di videoscrittura.
La mia opinione personale è la seguente: un computer è molto più pratico, vi permette di correggere continuamente tutto ciò che scrivete.
La macchina da scrivere avrà anche il suo fascino, tuttavia io ritengo che utilizzare un buon programma di videoscrittura sia la scelta più saggia.
Molti grandi scrittori del novecento utilizzavano la macchina da scrivere per mettere su carta le loro opere, ma oggi mi sembra un po’ superato come strumento di lavoro. Poi, naturalmente ognuno è libero di fare tutto quello che vuole.
E la matita? Può essere un’ alternativa al computer?
Una matita può aiutarci di certo a rilassarci, quando davanti allo schermo di un computer non riusciamo a trovare le idee migliori.
Scrivere a matita però pone l’ aspirante autore di fronte a un grosso problema. Alla fine bisognerà ricopiare e riscrivere tutto il libro.
Secondo me quindi è sempre meglio un buon programma di videoscrittura.
giovedì 24 novembre 2011
Levitazione. Di che cosa si tratta?
Quando si parla di fenomeni paranormali le opinioni sono discordanti. La scienza ufficiale non riconosce attualmente questo tipo di fenomeni.
La levitazione è quel fenomeno paranormale attraverso il quale un oggetto o una persona si sollevano in aria senza una motivazione apparente.
La levitazione accompagna spesso altri fenomeni misteriosi come la trance sciamanica, le infestazioni, il rapimento mistico e la possessione demoniaca.
Per la religione cristiana, questo fenomeno può essere considerato miracoloso, quando accompagna l’ estasi dei santi, e viceversa sarebbe segno di possessione diabolica quando riguarda le persone comuni.
Anche i monaci buddisti con molti anni di meditazione alle spalle, riuscirebbero a fluttuare in aria attraverso un’ intensa concentrazione.
Molti parapsicologi considerano la levitazione una forma di psicocinesi. Le levitazione di oggetti si presenta spesso nei casi di poltergeist.
La levitazione è quel fenomeno paranormale attraverso il quale un oggetto o una persona si sollevano in aria senza una motivazione apparente.
La levitazione accompagna spesso altri fenomeni misteriosi come la trance sciamanica, le infestazioni, il rapimento mistico e la possessione demoniaca.
Per la religione cristiana, questo fenomeno può essere considerato miracoloso, quando accompagna l’ estasi dei santi, e viceversa sarebbe segno di possessione diabolica quando riguarda le persone comuni.
Anche i monaci buddisti con molti anni di meditazione alle spalle, riuscirebbero a fluttuare in aria attraverso un’ intensa concentrazione.
Molti parapsicologi considerano la levitazione una forma di psicocinesi. Le levitazione di oggetti si presenta spesso nei casi di poltergeist.
Usare la macchina da scrivere o un computer?
E’ meglio scrivere con una macchina da scrivere o con un computer? Se siete aspiranti autori vi sarà capitato di tanto in tanto di porvi una simile domanda.
La mia opinione personale è la seguente: un computer è molto più pratico, vi permette di correggere continuamente tutto ciò che scrivete.
La macchina da scrivere avrà anche il suo fascino, tuttavia io ritengo che utilizzare un buon programma di videoscrittura sia la scelta più saggia.
Molti grandi scrittori del novecento utilizzavano la macchina da scrivere per mettere su carta le loro opere, ma oggi mi sembra un po’ superato come strumento di lavoro. Poi, naturalmente ognuno è libero di fare tutto quello che vuole.
E la matita? Può essere un’ alternativa al computer?
Una matita può aiutarci di certo a rilassarci, quando davanti allo schermo di un computer non riusciamo a trovare le idee migliori.
Scrivere a matita però pone l’ aspirante autore di fronte a un grosso problema. Alla fine bisognerà ricopiare e riscrivere tutto il libro.
Secondo me quindi è sempre meglio un buon programma di videoscrittura.
La mia opinione personale è la seguente: un computer è molto più pratico, vi permette di correggere continuamente tutto ciò che scrivete.
La macchina da scrivere avrà anche il suo fascino, tuttavia io ritengo che utilizzare un buon programma di videoscrittura sia la scelta più saggia.
Molti grandi scrittori del novecento utilizzavano la macchina da scrivere per mettere su carta le loro opere, ma oggi mi sembra un po’ superato come strumento di lavoro. Poi, naturalmente ognuno è libero di fare tutto quello che vuole.
E la matita? Può essere un’ alternativa al computer?
Una matita può aiutarci di certo a rilassarci, quando davanti allo schermo di un computer non riusciamo a trovare le idee migliori.
Scrivere a matita però pone l’ aspirante autore di fronte a un grosso problema. Alla fine bisognerà ricopiare e riscrivere tutto il libro.
Secondo me quindi è sempre meglio un buon programma di videoscrittura.
Leggere molto. Perché è importante.
Leggere molti libri può sicuramente aiutare un aspirante scrittore. Gli scrittori sono da sempre dei lettori voraci.
Quando si leggono molti libri, scatta di solito una sorta di processo di apprendimento, utilissimo per chi aspira a diventare un giorno uno scrittore.
I classici della letteratura sono utilissimi in tal senso. Si impara realmente moltissimo leggendo le opere dei grandi scrittori del passato.
Una buona idea è cercare di abituarsi alla lettura gradatamente. Cominciare leggendo un solo libro al mese per poi passare gradatamente a due, tre, quattro ecc...
Molti grandi scrittori hanno ammesso apertamente in alcuni dei loro libri di leggere anche sette romanzi al mese.
Leggere molto ed esercitarsi nello stesso nella buona scrittura dovrebbe essere la prima regola di ogni aspirante autore.
Mi è capitato in diverse occasioni di parlare con persone che scrivevano dei libri, ma odiavano la lettura.
Per me queste persone sono un vero mistero. Come può scrivere un’ opera letteraria di un certo valore una persona che non legge mai?
Un genio letterario di certo vi riuscirebbe, ma dubito che una persona normale possa raggiungere realmente in tal senso dei risultati di un certo livello.
Quando si leggono molti libri, scatta di solito una sorta di processo di apprendimento, utilissimo per chi aspira a diventare un giorno uno scrittore.
I classici della letteratura sono utilissimi in tal senso. Si impara realmente moltissimo leggendo le opere dei grandi scrittori del passato.
Una buona idea è cercare di abituarsi alla lettura gradatamente. Cominciare leggendo un solo libro al mese per poi passare gradatamente a due, tre, quattro ecc...
Molti grandi scrittori hanno ammesso apertamente in alcuni dei loro libri di leggere anche sette romanzi al mese.
Leggere molto ed esercitarsi nello stesso nella buona scrittura dovrebbe essere la prima regola di ogni aspirante autore.
Mi è capitato in diverse occasioni di parlare con persone che scrivevano dei libri, ma odiavano la lettura.
Per me queste persone sono un vero mistero. Come può scrivere un’ opera letteraria di un certo valore una persona che non legge mai?
Un genio letterario di certo vi riuscirebbe, ma dubito che una persona normale possa raggiungere realmente in tal senso dei risultati di un certo livello.
mercoledì 23 novembre 2011
ESP. Che cosa è?
Il termine ESP deriva dall’ inglese extrasensory perception (percezione extra sensoriale) ed è stato utilizzato per la prima volta dal professor Rhine per indicare quei fenomeni che portano all’ acquisizione di informazioni attraverso dei meccanismi e delle vie ancora sconosciute.
I Parapsicologi hanno suddiviso i fenomeni ESP in tre categorie (Telepatia, Chiaroveggenza e Precognizione). Non si è tuttavia certi che questa classificazione rappresenti veramente la realtà che si cela dietro la percezione extra sensoriale.
I Parapsicologi hanno suddiviso i fenomeni ESP in tre categorie (Telepatia, Chiaroveggenza e Precognizione). Non si è tuttavia certi che questa classificazione rappresenti veramente la realtà che si cela dietro la percezione extra sensoriale.
Etichette:
chiaroveggenza,
esp,
precognizione,
telepatia
Ebook con diritti di rivendita
Quello degli ebook con diritti di rivendita è un argomento che ho affrontato in modo un po’ superficiale in qualche mio precedente posts.
Che cosa è un ebook con diritto di rivendita?
Si tratta di un ebook distribuito secondo una modalità molto interessante. In pratica l’ autore dell’ ebook, oltre a venderlo, da la possibilità agli acquirenti di rivendere a loro volta l’ ebook.
L’ autore però fissa di solito alcune condizioni che i possibili rivenditori dovranno comunque rispettare. Fra queste le più importanti di solito sono:
a) Il rivenditore non potrà modificare il contenuto del libro.
b) Il rivenditore non potrà venderlo ad un prezzo inferiore a quello a cui lo ha acquistato.
Il vantaggio per l’ autore è legato alla pubblicità indiretta dovuta alla maggiore diffusione (a volte persino virale) della sua opera.
Che cosa è un ebook con diritto di rivendita?
Si tratta di un ebook distribuito secondo una modalità molto interessante. In pratica l’ autore dell’ ebook, oltre a venderlo, da la possibilità agli acquirenti di rivendere a loro volta l’ ebook.
L’ autore però fissa di solito alcune condizioni che i possibili rivenditori dovranno comunque rispettare. Fra queste le più importanti di solito sono:
a) Il rivenditore non potrà modificare il contenuto del libro.
b) Il rivenditore non potrà venderlo ad un prezzo inferiore a quello a cui lo ha acquistato.
Il vantaggio per l’ autore è legato alla pubblicità indiretta dovuta alla maggiore diffusione (a volte persino virale) della sua opera.
Gli avverbi. Meglio non esagerare.
L’ uso eccessivo degli avverbi è uno degli errori tipici degli aspiranti scrittori. Agli albori della mia passione per la scrittura io ne ho fatto un uso smodato. Questo errore ha letteralmente rovinato molti dei miei racconti. Oggi se volessi pubblicare qualcuna delle mie prime storie dovrei eliminare buona parte degli avverbi che contengono.
Per comprendere meglio ciò di cui sto parlando vi invito a leggere questo paragrafo:
“Quel giorno Alfredo aveva passato l’ intera mattina camminando nervosamente avanti e indietro nella sua stanza. Le lunghe ore trascorse il giorno prima chiacchierando allegramente con Anna erano ormai molto lontane. Pensieri cupi offuscavano la mente del giovane. La misteriosa telefonata ricevuta al suo risveglio lo aveva turbato profondamente. Così quando qualcuno suonò al citofono raggiunse rapidamente l’ingresso…”
Buona parte degli avverbi utilizzati all’ interno di una storia possono essere spesso eliminati. Utilizzarli costantemente e con eccessiva ripetitività è più un vizio che una virtù.
Imparate a non diventarne schiavi. Se riuscirete ad evitare di utilizzarli eccessivamente la qualità stilistica dei vostri racconti o romanzi migliorerà sicuramente.
Per comprendere meglio ciò di cui sto parlando vi invito a leggere questo paragrafo:
“Quel giorno Alfredo aveva passato l’ intera mattina camminando nervosamente avanti e indietro nella sua stanza. Le lunghe ore trascorse il giorno prima chiacchierando allegramente con Anna erano ormai molto lontane. Pensieri cupi offuscavano la mente del giovane. La misteriosa telefonata ricevuta al suo risveglio lo aveva turbato profondamente. Così quando qualcuno suonò al citofono raggiunse rapidamente l’ingresso…”
Buona parte degli avverbi utilizzati all’ interno di una storia possono essere spesso eliminati. Utilizzarli costantemente e con eccessiva ripetitività è più un vizio che una virtù.
Imparate a non diventarne schiavi. Se riuscirete ad evitare di utilizzarli eccessivamente la qualità stilistica dei vostri racconti o romanzi migliorerà sicuramente.
martedì 22 novembre 2011
Che cosa è la bilocazione
L' argomento trattato in questo post va preso con il beneficio dell' inventario. La scienza non riconosce questo tipo di fenomeni.
La Fonte originaria dell' articolo è Wikipedia
La bilocazione è la capacità soprannaturale attraverso la quale certi individui in possesso di facoltà paranormali riescono ad essere contemporaneamente presenti in due luoghi diversi.
Questo tipo di fenomeno è stato spesso attribuito ai santi. Un caso noto è quello di S. Alfonso de’ Liguori che il 22 settembre del 1774 sarebbe stato contemporaneamente ad Arienzo e a Roma ad assistere la morte di Papa Clemente XIV.
In parapsicologia la bilocazione è associata allo sdoppiamento e al viaggio astrale. Si distinguerebbe in particolare da quest’ ultimo fenomeno perché il soggetto che nel viaggio astrale sarebbe presente solo in uno stato incorporeo puramente energetico nella bilocazione lo sarebbe anche fisicamente. Le persone che hanno vissuto l’ esperienza della bilocazione, sostengono di essersi realmente trovate nello stesso tempo in due luoghi fisici diversi.
La Fonte originaria dell' articolo è Wikipedia
La bilocazione è la capacità soprannaturale attraverso la quale certi individui in possesso di facoltà paranormali riescono ad essere contemporaneamente presenti in due luoghi diversi.
Questo tipo di fenomeno è stato spesso attribuito ai santi. Un caso noto è quello di S. Alfonso de’ Liguori che il 22 settembre del 1774 sarebbe stato contemporaneamente ad Arienzo e a Roma ad assistere la morte di Papa Clemente XIV.
In parapsicologia la bilocazione è associata allo sdoppiamento e al viaggio astrale. Si distinguerebbe in particolare da quest’ ultimo fenomeno perché il soggetto che nel viaggio astrale sarebbe presente solo in uno stato incorporeo puramente energetico nella bilocazione lo sarebbe anche fisicamente. Le persone che hanno vissuto l’ esperienza della bilocazione, sostengono di essersi realmente trovate nello stesso tempo in due luoghi fisici diversi.
La prima stesura di un racconto. Alcune considerazioni
La prima cosa da mettere in evidenza è che le difficoltà cui si va incontro nella stesura di un racconto sono decisamente minori rispetto a quelle che si è destinati ad affrontare quando si ha in mente di mettersi a lavorare ad un romanzo.
Scrivere un racconto richiede meno tempo; commettere errori è più difficile e la fase di revisione porta via un tempo molto limitato.
Buttare giù una piccola scaletta potrebbe essere una buona idea, soprattutto se si ha intenzione di scrivere un racconto lungo.
Come ho già detto in altre occasioni al centro di un racconto sta sempre una buona idea. Su questa si costruisce poi una piccola trama.
I personaggi sono pure importanti, ma si ha meno spazio per costruire i background attraverso i quali raccontare la loro storia. Quindi bisogna riuscire a concentrare il tutto in uno spazio molto limitato.
Spesso i racconti si basano sul rovesciamento di una situazione iniziale. Importante è il colpo di scena finale, con cui si risolvono i conflitti sorti nel corso della storia.
A seconda del genere letterario scelto dall’ autore vi saranno poi delle differenze. Il metodo che si utilizza per scrivere un racconto poliziesco ad esempio è diverso da quello indispensabile per scriverne uno di fantascienza.
Esistono diversi libri in commercio dedicati esplicitamente alla scrittura di un racconto, chi volesse approfondire l’ argomento potrebbe acquistarne qualcuno.
Si tratta di un genere a sé stante, con le sue regole specifiche. Certi grandi scrittori contemporanei o del passato, sono dei veri e propri maestri delle storie brevi.
Scrivere un racconto richiede meno tempo; commettere errori è più difficile e la fase di revisione porta via un tempo molto limitato.
Buttare giù una piccola scaletta potrebbe essere una buona idea, soprattutto se si ha intenzione di scrivere un racconto lungo.
Come ho già detto in altre occasioni al centro di un racconto sta sempre una buona idea. Su questa si costruisce poi una piccola trama.
I personaggi sono pure importanti, ma si ha meno spazio per costruire i background attraverso i quali raccontare la loro storia. Quindi bisogna riuscire a concentrare il tutto in uno spazio molto limitato.
Spesso i racconti si basano sul rovesciamento di una situazione iniziale. Importante è il colpo di scena finale, con cui si risolvono i conflitti sorti nel corso della storia.
A seconda del genere letterario scelto dall’ autore vi saranno poi delle differenze. Il metodo che si utilizza per scrivere un racconto poliziesco ad esempio è diverso da quello indispensabile per scriverne uno di fantascienza.
Esistono diversi libri in commercio dedicati esplicitamente alla scrittura di un racconto, chi volesse approfondire l’ argomento potrebbe acquistarne qualcuno.
Si tratta di un genere a sé stante, con le sue regole specifiche. Certi grandi scrittori contemporanei o del passato, sono dei veri e propri maestri delle storie brevi.
Il romanzo e il racconto. Alcune considerazioni
A mio parere i racconti vengono scritti di solito partendo da una situazione.
Ci si pone domande del tipo. Data la situazione X, cosa succederebbe se il personaggio Y, facesse questo tipo di scelta?
La situazione in un racconto è forse più importante dei personaggi stessi. In una storia breve spesso si può concentrare la propria attenzione sulla situazione, senza approfondire eccessivamente la psicologia dei personaggi.
Diverso è il caso del romanzo, dove dallo spessore dei personaggi dipenderà tutta la credibilità della storia.
Scrivere romanzi o racconti?
Certi scrittori sono più bravi a scrivere romanzi, altri danno il meglio di se stessi nei racconti.
In Italia le case editrici mostrano da sempre un maggiore interesse per i romanzi piuttosto che per i racconti.
Personalmente preferisco le antologie di racconti. Nel corso della mia vita mi è capitato di leggere antologie di racconti estremamente interessanti.
Molti romanzi invece mi hanno un po’ deluso.
I gusti ad ogni modo sono soggettivi. C’è chi preferisce le storie brevi e chi ama moltissimo quelle lunghe.
Ci si pone domande del tipo. Data la situazione X, cosa succederebbe se il personaggio Y, facesse questo tipo di scelta?
La situazione in un racconto è forse più importante dei personaggi stessi. In una storia breve spesso si può concentrare la propria attenzione sulla situazione, senza approfondire eccessivamente la psicologia dei personaggi.
Diverso è il caso del romanzo, dove dallo spessore dei personaggi dipenderà tutta la credibilità della storia.
Scrivere romanzi o racconti?
Certi scrittori sono più bravi a scrivere romanzi, altri danno il meglio di se stessi nei racconti.
In Italia le case editrici mostrano da sempre un maggiore interesse per i romanzi piuttosto che per i racconti.
Personalmente preferisco le antologie di racconti. Nel corso della mia vita mi è capitato di leggere antologie di racconti estremamente interessanti.
Molti romanzi invece mi hanno un po’ deluso.
I gusti ad ogni modo sono soggettivi. C’è chi preferisce le storie brevi e chi ama moltissimo quelle lunghe.
lunedì 21 novembre 2011
Chiaroveggenza. Di cosa si tratta?
La chiaroveggenza è una particolare forma di percezione extrasensoriale, attraverso la quale un soggetto acquisisce conoscenze di eventi futuri o che si stanno svolgendo in un altro luogo, attraverso delle visioni improvvise.
A differenza della divinazione, che presuppone l’intervento di una divinità che illumina il soggetto, nella chiaroveggenza le informazioni provengono direttamente dalla capacità del sensitivo di percepire ciò che oggettivamente non fa parte del suo ambiente.
Molti parapsicologi ritengono che la chiaroveggenza, la telepatia e la precognizione, non siano altro che manifestazioni diverse di uno stesso fenomeno; attualmente però non esiste una teoria definitiva che possa spiegare i meccanismi psicofisici che sono all’ origine di queste misteriose capacità. Inoltre la questione stessa della loro esistenza è piuttosto controversa, in quanto molti scienziati ritengono che non sono state ancora trovate prove scientifiche valide riguardo alla realtà effettiva di tali fenomeni.
Tuttavia, se si analizzano i resoconti provenienti dal passato, risulta subito evidente che la credenza nel fenomeno della chiaroveggenza esiste da sempre in tutte le culture.
Nel corso di quella che fu definita l'epoca d'oro dello spiritismo, ad esempio, furono numerosi i medium che affermarono di poterla praticare. Inoltre, ancora oggi sono numerosi i casi di sensitivi che sostengono di poter individuare attraverso questa capacità le persone scomparse.
A differenza della divinazione, che presuppone l’intervento di una divinità che illumina il soggetto, nella chiaroveggenza le informazioni provengono direttamente dalla capacità del sensitivo di percepire ciò che oggettivamente non fa parte del suo ambiente.
Molti parapsicologi ritengono che la chiaroveggenza, la telepatia e la precognizione, non siano altro che manifestazioni diverse di uno stesso fenomeno; attualmente però non esiste una teoria definitiva che possa spiegare i meccanismi psicofisici che sono all’ origine di queste misteriose capacità. Inoltre la questione stessa della loro esistenza è piuttosto controversa, in quanto molti scienziati ritengono che non sono state ancora trovate prove scientifiche valide riguardo alla realtà effettiva di tali fenomeni.
Tuttavia, se si analizzano i resoconti provenienti dal passato, risulta subito evidente che la credenza nel fenomeno della chiaroveggenza esiste da sempre in tutte le culture.
Nel corso di quella che fu definita l'epoca d'oro dello spiritismo, ad esempio, furono numerosi i medium che affermarono di poterla praticare. Inoltre, ancora oggi sono numerosi i casi di sensitivi che sostengono di poter individuare attraverso questa capacità le persone scomparse.
Lo spazio mentale: il sesto senso
Fra i diversi argomenti affrontati da Vincenzo Cerami nel suo libro “Consigli a un giovane scrittore” mi ha incuriosito particolarmente quello relativo al linguaggio della fantasia e al sesto senso.
Esiste in ciascuno di noi uno “spazio mentale”, regno del sesto senso e dell' intuizione, dentro cui inventiamo e costruiamo le nostre storie. Per gli scrittori è il luogo delle fantasie, profondamente collegato alle esperienze ed ai ricordi della vita.
Gli scrittori professionisti sanno che per inventare una storia è importante saper evocare avvenimenti mai accaduti o accaduti solo in parte, ricostruendo artificialmente scene e situazioni, scegliendo i dettagli, stringendo, sintetizzando ecc...
Tutto ciò che viene ricostruito inizialmente solo nello spazio mentale viene poi rappresentato nelle convenzioni del linguaggio che si intende utilizzare. La materia originale è solo un punto di partenza per mettere insieme sempre e comunque una Fiction.
Esiste in ciascuno di noi uno “spazio mentale”, regno del sesto senso e dell' intuizione, dentro cui inventiamo e costruiamo le nostre storie. Per gli scrittori è il luogo delle fantasie, profondamente collegato alle esperienze ed ai ricordi della vita.
Gli scrittori professionisti sanno che per inventare una storia è importante saper evocare avvenimenti mai accaduti o accaduti solo in parte, ricostruendo artificialmente scene e situazioni, scegliendo i dettagli, stringendo, sintetizzando ecc...
Tutto ciò che viene ricostruito inizialmente solo nello spazio mentale viene poi rappresentato nelle convenzioni del linguaggio che si intende utilizzare. La materia originale è solo un punto di partenza per mettere insieme sempre e comunque una Fiction.
La scaletta. La sua importanza.
Esistono scrittori che creano i loro romanzi giorno dopo giorno, senza avere in mente un piano ben preciso.
Altri invece preferiscono scrivere prima una scaletta, prendendo nota su un foglio di carta dei vari episodi che costituiranno l’ ossatura della loro storia.
In un momento successivo si possono aggiungere a questo primo schizzo tutte le scene di secondaria importanza, che costituiscono le sottotrame del racconto.
Procedere in questo modo può aiutare uno scrittore o aspirante tale a non commettere degli errori, dovuti spesso a delle semplici dimenticanze.
Io utilizzo ormai questo sistema da diverso tempo e posso assicurarvi che mi permette di procedere con maggiore serenità nella stesura delle mie opere.
Soltanto una volta nella mia vita ho cercato di scrivere un romanzo giorno dopo giorno. Ed è stato proprio allora che ho compreso le difficoltà insite in questo sistema.
Così da allora scrivo sempre una scaletta per ogni mio libro.
Altri invece preferiscono scrivere prima una scaletta, prendendo nota su un foglio di carta dei vari episodi che costituiranno l’ ossatura della loro storia.
In un momento successivo si possono aggiungere a questo primo schizzo tutte le scene di secondaria importanza, che costituiscono le sottotrame del racconto.
Procedere in questo modo può aiutare uno scrittore o aspirante tale a non commettere degli errori, dovuti spesso a delle semplici dimenticanze.
Io utilizzo ormai questo sistema da diverso tempo e posso assicurarvi che mi permette di procedere con maggiore serenità nella stesura delle mie opere.
Soltanto una volta nella mia vita ho cercato di scrivere un romanzo giorno dopo giorno. Ed è stato proprio allora che ho compreso le difficoltà insite in questo sistema.
Così da allora scrivo sempre una scaletta per ogni mio libro.
sabato 19 novembre 2011
Che cosa è la psicocinesi?
La fonte del seguente post è wikipedia, l'enciclopedia libera.
E’ quella facoltà posseduta da certi individui che riescono ad interagire con l’ambiente attraverso un canale di trasmissione (legato ad un’ ipotetica forma di energia) non ancora conosciuta.
L’ esempio più tipico è quello di un uomo che riesce a far muovere a distanza un oggetto. Tuttavia esiste anche una forma di psicocinesi spontanea ed involontaria. Tipico caso di quest’ultima forma di psicocinesi è il Poltergeist.
Il Poltergeist è appunto un fenomeno di psicocinesi spontanea ricorrente, che tende a svilupparsi nelle vicinanze di un adolescente, vittima inconsapevole di conflitti inconsci legati ad impulsi sessuali e ad aggressività repressa.
Gli studiosi hanno messo in evidenza una corrispondenza -nei casi in cui sono coinvolte giovani donne - con le mestruazione del soggetto, agente inconsapevole del fenomeno.
E’ quella facoltà posseduta da certi individui che riescono ad interagire con l’ambiente attraverso un canale di trasmissione (legato ad un’ ipotetica forma di energia) non ancora conosciuta.
L’ esempio più tipico è quello di un uomo che riesce a far muovere a distanza un oggetto. Tuttavia esiste anche una forma di psicocinesi spontanea ed involontaria. Tipico caso di quest’ultima forma di psicocinesi è il Poltergeist.
Il Poltergeist è appunto un fenomeno di psicocinesi spontanea ricorrente, che tende a svilupparsi nelle vicinanze di un adolescente, vittima inconsapevole di conflitti inconsci legati ad impulsi sessuali e ad aggressività repressa.
Gli studiosi hanno messo in evidenza una corrispondenza -nei casi in cui sono coinvolte giovani donne - con le mestruazione del soggetto, agente inconsapevole del fenomeno.
Aspiranti autori. Alcuni suggerimenti.
Ecco una breve lista di suggerimenti per gli aspiranti autori alle prime armi:
a) Evitate di scrivere nelle tarde ore serali quando siete troppo stanchi.
b) Non cominciate a scrivere un libro se non avete ancora trovato un' idea che vi convinca veramente. Fin quando non riuscirete a trovarla è meglio che vi esercitiate soltanto a scrivere brevi storie.
c) Rileggete e corregete ripetutamente tutto quello che scrivete.
d) Non inviate mai un manoscritto senza prima averlo fatto leggere a qualche amico, possibilmente obbiettivo.
e) Non scrivete mai quando non ne avete voglia. Dato che non siete scrittori professionisti potete concedervi periodi più o meno lunghi di riposo.
f) Come ho già scritto in altre occasioni leggere molti libri è molto importante per un aspirante autore. E' forse il modo migliore per comprendere l' arte della scrittura.
g) Esercitatevi a descrivere luoghi e situazioni.
h) Provate nel tempo libero a scrivere la scaletta di un romanzo, riflettendo attentamente sulla possibile trama.
a) Evitate di scrivere nelle tarde ore serali quando siete troppo stanchi.
b) Non cominciate a scrivere un libro se non avete ancora trovato un' idea che vi convinca veramente. Fin quando non riuscirete a trovarla è meglio che vi esercitiate soltanto a scrivere brevi storie.
c) Rileggete e corregete ripetutamente tutto quello che scrivete.
d) Non inviate mai un manoscritto senza prima averlo fatto leggere a qualche amico, possibilmente obbiettivo.
e) Non scrivete mai quando non ne avete voglia. Dato che non siete scrittori professionisti potete concedervi periodi più o meno lunghi di riposo.
f) Come ho già scritto in altre occasioni leggere molti libri è molto importante per un aspirante autore. E' forse il modo migliore per comprendere l' arte della scrittura.
g) Esercitatevi a descrivere luoghi e situazioni.
h) Provate nel tempo libero a scrivere la scaletta di un romanzo, riflettendo attentamente sulla possibile trama.
La grammatica e la sua importanza
Tutti noi abbiamo studiato le regole della grammatica nel periodo scolastico.
Molto spesso chi ha delle buone basi grammaticali ha frequentato scuole come il liceo classico o lo scientifico.
Si tratta di una questione soggettiva, che dipende in parte dalle scuole frequentate, e dalla predisposizione personale allo studio di questa importante materia.
Un aspirante scrittore dovrebbe avere una buona conoscenza della grammatica. O quantomeno una conoscenza discreta.
La grammatica si può ripassare facilmente su qualsiasi testo scolastico.
Di solito però il bagaglio di conoscenza grammaticali che ci portiamo dietro è legato soprattutto alla nostra formazione scolastica.
Difficilmente chi non ha studiato bene ai tempi della scuola, potrà fare grandi progressi in tal senso.
Dare un’ occhiata a qualche libro di grammatica non è comunque una cattiva idea.
Molto spesso chi ha delle buone basi grammaticali ha frequentato scuole come il liceo classico o lo scientifico.
Si tratta di una questione soggettiva, che dipende in parte dalle scuole frequentate, e dalla predisposizione personale allo studio di questa importante materia.
Un aspirante scrittore dovrebbe avere una buona conoscenza della grammatica. O quantomeno una conoscenza discreta.
La grammatica si può ripassare facilmente su qualsiasi testo scolastico.
Di solito però il bagaglio di conoscenza grammaticali che ci portiamo dietro è legato soprattutto alla nostra formazione scolastica.
Difficilmente chi non ha studiato bene ai tempi della scuola, potrà fare grandi progressi in tal senso.
Dare un’ occhiata a qualche libro di grammatica non è comunque una cattiva idea.
venerdì 18 novembre 2011
Esorcismo. Di cosa si tratta realmente.
La fonte del seguente articolo è Wikipedia, l' enciclopedia libera.
Con il termine esorcismo si indicano un insieme di riti volti a scacciare una presunta presenza demoniaca da una persona, o da un luogo.
La possessione demoniaca può essere annoverata fra quelle antiche credenza comuni a molte religioni. Nel nuovo Testamento ad esempio sono citati diversi episodi in cui Gesù Cristo, liberò alcuni indemoniati, riportandoli alla normalità.
Oggi la pratica dell’ esorcismo – riconosciuta dalla Chiesa Cattolica e da diverse altre - è molto meno utilizzata rispetto ad una volta perché lo sviluppo della psicologia e la migliore comprensione del funzionamento della mente umana hanno portato a classificare molti casi considerati in passato possessioni demoniache come conseguenze di malattie mentali, che vanno quindi trattate da un punto di vista medico.
Altri casi però difficilmente potrebbero essere considerati come semplici malattie mentali.
La persona indemoniata di solito possiede una forza superiore alle sue normali capacità, parla lingue che non conosce e dimostra avversione al sacro. Prevede inoltre eventi futuri e conosce cose che non dovrebbe sapere. Il sacerdote esorcista procede con cautela in presenza di un nuovo ipotetico caso; è importante infatti indagare con attenzione per comprendere se si tratti di una vera possessione o di un problema psichiatrico. Il diavolo può impossessarsi di un individuo attraverso tra vie principali: ferite emotive, peccato, attività occulte.
La chiesa ha adottato nel 1998 un rituale, De exorcismus et supplicationibus quibusdam (letteralmente "gli esorcismi e alcune preghiere"), in sostituzione di quello preconciliare.
Quello della possessione e delle relative pratiche esorciste ad esso legate è un fenomeno che non ha alcun spiegazione scientifica. In molti casi si tratta di forme di psicosi schizofreniche, nevrosi isteriche e deliri depressivi. Ad ogni modo ci sono anche psichiatri convinti che in certi rarissimi casi vi sia davvero una presenza sovrannaturale. E a riprova di ciò è successo innumerevoli volte che noti psichiatri abbiano interpellato degli esorcisti.
Nelle maggior parte dei casi tuttavia, le persone che si rivolgono agli esorcisti vengono indirizzate verso le cure psicologiche , perché ritenute dopo un attento esame semplicemente malate.
Con il termine esorcismo si indicano un insieme di riti volti a scacciare una presunta presenza demoniaca da una persona, o da un luogo.
La possessione demoniaca può essere annoverata fra quelle antiche credenza comuni a molte religioni. Nel nuovo Testamento ad esempio sono citati diversi episodi in cui Gesù Cristo, liberò alcuni indemoniati, riportandoli alla normalità.
Oggi la pratica dell’ esorcismo – riconosciuta dalla Chiesa Cattolica e da diverse altre - è molto meno utilizzata rispetto ad una volta perché lo sviluppo della psicologia e la migliore comprensione del funzionamento della mente umana hanno portato a classificare molti casi considerati in passato possessioni demoniache come conseguenze di malattie mentali, che vanno quindi trattate da un punto di vista medico.
Altri casi però difficilmente potrebbero essere considerati come semplici malattie mentali.
La persona indemoniata di solito possiede una forza superiore alle sue normali capacità, parla lingue che non conosce e dimostra avversione al sacro. Prevede inoltre eventi futuri e conosce cose che non dovrebbe sapere. Il sacerdote esorcista procede con cautela in presenza di un nuovo ipotetico caso; è importante infatti indagare con attenzione per comprendere se si tratti di una vera possessione o di un problema psichiatrico. Il diavolo può impossessarsi di un individuo attraverso tra vie principali: ferite emotive, peccato, attività occulte.
La chiesa ha adottato nel 1998 un rituale, De exorcismus et supplicationibus quibusdam (letteralmente "gli esorcismi e alcune preghiere"), in sostituzione di quello preconciliare.
Quello della possessione e delle relative pratiche esorciste ad esso legate è un fenomeno che non ha alcun spiegazione scientifica. In molti casi si tratta di forme di psicosi schizofreniche, nevrosi isteriche e deliri depressivi. Ad ogni modo ci sono anche psichiatri convinti che in certi rarissimi casi vi sia davvero una presenza sovrannaturale. E a riprova di ciò è successo innumerevoli volte che noti psichiatri abbiano interpellato degli esorcisti.
Nelle maggior parte dei casi tuttavia, le persone che si rivolgono agli esorcisti vengono indirizzate verso le cure psicologiche , perché ritenute dopo un attento esame semplicemente malate.
Scrivere un libro. L’importanza della ricerca
Quando si comincia a lavorare a un libro, è molto importante prestare la giusta attenzione alla costruzione dei retroscena.
In questo la ricerca assume un ruolo di fondamentale importanza. Hemingway diceva sempre: “Scrivi in modo semplice e di cose che conosci.”
In queste semplici parole è racchiusa tutta la saggezza di un grande scrittore. Quando si ha intenzione di scrivere un libro è importante documentarsi.
Anche quando si scrive un libro di narrativa, o un poliziesco o un romanzo fantascientifico. La ricerca assume sempre un ruolo di una certa importanza.
Tuttavia non bisogna esagerare. Un romanzo non è un saggio o un manuale, quindi bisogna fare attenzione a non dilungarsi in lunghe e noiose spiegazioni, che rischierebbero di tediare i lettori.
Naturalmente quando si lavora invece a un manuale è molto importante svolgere delle ricerche accurate, riportandone i contenuti nella propria opera. Questo perché si tratta di una diversa tipologia di libro.
Come ho già spiegato quando si scrive fiction, è importante svolgere delle ricerche accurate, ma non bisogna esagerare nel momento in cui bisogna presentarne i risultati al lettore.
Quindi è importante documentarsi, comprendere ciò di cui si vuole parlare e farlo nel migliore dei modi.
E’ importante però saper riportare nei propri libri i risultati di queste ricerche in modo corretto. Il lettore non deve morire di noia, per colpa della nostra eccessiva prolissità, ma deve provare un reale interesse nei riguardi della storia che abbiamo creato.
In questo la ricerca assume un ruolo di fondamentale importanza. Hemingway diceva sempre: “Scrivi in modo semplice e di cose che conosci.”
In queste semplici parole è racchiusa tutta la saggezza di un grande scrittore. Quando si ha intenzione di scrivere un libro è importante documentarsi.
Anche quando si scrive un libro di narrativa, o un poliziesco o un romanzo fantascientifico. La ricerca assume sempre un ruolo di una certa importanza.
Tuttavia non bisogna esagerare. Un romanzo non è un saggio o un manuale, quindi bisogna fare attenzione a non dilungarsi in lunghe e noiose spiegazioni, che rischierebbero di tediare i lettori.
Naturalmente quando si lavora invece a un manuale è molto importante svolgere delle ricerche accurate, riportandone i contenuti nella propria opera. Questo perché si tratta di una diversa tipologia di libro.
Come ho già spiegato quando si scrive fiction, è importante svolgere delle ricerche accurate, ma non bisogna esagerare nel momento in cui bisogna presentarne i risultati al lettore.
Quindi è importante documentarsi, comprendere ciò di cui si vuole parlare e farlo nel migliore dei modi.
E’ importante però saper riportare nei propri libri i risultati di queste ricerche in modo corretto. Il lettore non deve morire di noia, per colpa della nostra eccessiva prolissità, ma deve provare un reale interesse nei riguardi della storia che abbiamo creato.
La scrittura e le sue forme. Alcune considerazioni.
Oggi viviamo in un’ epoca dominata dalle nuove tecnologie. Internet fa ormai parte della vita di tutti noi. Anche la scrittura nelle sue varie forme si sta ormai evolvendo.
Per uno scrittore esordiente può essere utile sperimentare la scrittura nelle sue varie forme. Ad esempio un’ esperienza interessante e formativa potrebbe essere legata ad una possibile collaborazione con una testata giornalistica.
Anche avere un blog personale può di certo aiutare in un certo qual modo uno scrittore. Non a diventare famoso magari, ma di certo può aiutarlo a farsi conoscere.
Inoltre è importante documentarsi sui vari media, il cinema, il fumetto e la televisione… Comprendere come si sviluppano le storie quando si lavora a una sceneggiatura per un fumetto o per un film.
Anche studiare il web-writing può essere utile. Molte persone ormai hanno fatto di questa forma di scrittura una vera e propria professione.
Naturalmente un aspirante autore non dovrà mai smettere di alimentare la propria passione per la scrittura.
Per uno scrittore esordiente può essere utile sperimentare la scrittura nelle sue varie forme. Ad esempio un’ esperienza interessante e formativa potrebbe essere legata ad una possibile collaborazione con una testata giornalistica.
Anche avere un blog personale può di certo aiutare in un certo qual modo uno scrittore. Non a diventare famoso magari, ma di certo può aiutarlo a farsi conoscere.
Inoltre è importante documentarsi sui vari media, il cinema, il fumetto e la televisione… Comprendere come si sviluppano le storie quando si lavora a una sceneggiatura per un fumetto o per un film.
Anche studiare il web-writing può essere utile. Molte persone ormai hanno fatto di questa forma di scrittura una vera e propria professione.
Naturalmente un aspirante autore non dovrà mai smettere di alimentare la propria passione per la scrittura.
giovedì 17 novembre 2011
Lo Sciamanesimo. Che cosa è?
La fonte del seguente articolo è Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Con questo termine si indicano un insieme di credenze di società animiste primitive, fondate intorno alla figura di un particolare tipo di guaritore saggio ed alla sua attività magico religiosa.
Lo sciamanesimo comprende un’ ampia gamma di pratiche tradizionali, che vanno dalla capacità di diagnosticare e curare malattie, alla possibilità di risolvere problemi della comunità e dei singoli individui, all’ utilizzo di particolari sistemi magici per sbarazzarsi dei nemici. La caratteristica che distingue lo sciamano dagli stregoni e dai guaritori è la sua capacità di viaggiare in stato di trance nel mondo degli spiriti e di utilizzare i loro poteri.
Gli uomini che diventano sciamani, ricevono una sorta di chiamata da parte degli spiriti, alla quale non possono rifiutarsi di rispondere positivamente. Comincia così un viaggio mentale, onirico nel mondo degli spiriti che si compie al momento dell’ investitura e successivamente ogni qual volta lo sciamano dovrà intervenire per risolvere problemi propri, della comunità e dei singoli. Il viaggio viene compiuto in stato di trance, spesso con l’ aiuto di allucinogeni.
Durante questo viaggio lo sciamano si trasforma nell’ animale che lo protegge e da cui scaturisce, il suo potere. Lo sciamano dovrà in certi casi combattere contro gli spiriti o contro altri sciamani.
Durante lo stato di trance una forza (spirituale o demoniaca) si impadronisce dello sciamano e lo aiuta a influire sulla vita dei compagni. Il legame fra lo sciamano e il potere che lo invade è molto stretto: perde la sua personalità e diventa temporaneamente l’altro.
A differenza del sacerdote quindi lo sciamano non riceve un’ investitura di qualche tipo, ma possiede facoltà innate o trasmesse.
Rispetto agli stregoni invece ha un comportamento di carattere estatico, lo stato di trance lo trasforma in un ponte fra le energie spirituali e quelle terrene.
Con questo termine si indicano un insieme di credenze di società animiste primitive, fondate intorno alla figura di un particolare tipo di guaritore saggio ed alla sua attività magico religiosa.
Lo sciamanesimo comprende un’ ampia gamma di pratiche tradizionali, che vanno dalla capacità di diagnosticare e curare malattie, alla possibilità di risolvere problemi della comunità e dei singoli individui, all’ utilizzo di particolari sistemi magici per sbarazzarsi dei nemici. La caratteristica che distingue lo sciamano dagli stregoni e dai guaritori è la sua capacità di viaggiare in stato di trance nel mondo degli spiriti e di utilizzare i loro poteri.
Gli uomini che diventano sciamani, ricevono una sorta di chiamata da parte degli spiriti, alla quale non possono rifiutarsi di rispondere positivamente. Comincia così un viaggio mentale, onirico nel mondo degli spiriti che si compie al momento dell’ investitura e successivamente ogni qual volta lo sciamano dovrà intervenire per risolvere problemi propri, della comunità e dei singoli. Il viaggio viene compiuto in stato di trance, spesso con l’ aiuto di allucinogeni.
Durante questo viaggio lo sciamano si trasforma nell’ animale che lo protegge e da cui scaturisce, il suo potere. Lo sciamano dovrà in certi casi combattere contro gli spiriti o contro altri sciamani.
Durante lo stato di trance una forza (spirituale o demoniaca) si impadronisce dello sciamano e lo aiuta a influire sulla vita dei compagni. Il legame fra lo sciamano e il potere che lo invade è molto stretto: perde la sua personalità e diventa temporaneamente l’altro.
A differenza del sacerdote quindi lo sciamano non riceve un’ investitura di qualche tipo, ma possiede facoltà innate o trasmesse.
Rispetto agli stregoni invece ha un comportamento di carattere estatico, lo stato di trance lo trasforma in un ponte fra le energie spirituali e quelle terrene.
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Imparare ad usare la fantasia
Nel suo libro “Consigli ad un giovane scrittore” Vincenzo Cerami invita gli aspiranti scrittori ad imparare ad usare la fantasia. A smuoverla, farla vivere, allenandosi a pensare costantemente.
Raccontare è in un certo qual modo porsi delle domande difficili sul mondo, questioni che tuttavia non aspettano una risposta.
“Le risposte sono altrettanti interrogativi che accendono una fioca luce nel buio e nel silenzio della nostra natura più nascosta. In quella macchia slavata finiscono per specchiarsi le zone insondabili del nostro presente, l’unico tempo in cui siamo concretamente vivi. La scrittura viene subito dopo.” Citato testualmente dal libro.
In tale contesto assume un particolare significato la parola evocazione. A tal proposito Vincenzo Cerami nel suo libro è molto chiaro. E’ importante tradurre in un linguaggio comprensibile quanto è possibile portar fuori dalla fantasia; ricostruire artificiosamente, usando le parole, un universo che ha regole e logiche differenti rispetto a ciò che succede nella realtà. E’ un po’ come se si stesse raccontando un sogno, con tutte le sue ambiguità e suggestioni segrete.
Evocare dal mondo della fantasia, da quel fumoso riquadro in cui si inventano personaggi, storie e situazioni più o meno improbabili.
Raccontare è in un certo qual modo porsi delle domande difficili sul mondo, questioni che tuttavia non aspettano una risposta.
“Le risposte sono altrettanti interrogativi che accendono una fioca luce nel buio e nel silenzio della nostra natura più nascosta. In quella macchia slavata finiscono per specchiarsi le zone insondabili del nostro presente, l’unico tempo in cui siamo concretamente vivi. La scrittura viene subito dopo.” Citato testualmente dal libro.
In tale contesto assume un particolare significato la parola evocazione. A tal proposito Vincenzo Cerami nel suo libro è molto chiaro. E’ importante tradurre in un linguaggio comprensibile quanto è possibile portar fuori dalla fantasia; ricostruire artificiosamente, usando le parole, un universo che ha regole e logiche differenti rispetto a ciò che succede nella realtà. E’ un po’ come se si stesse raccontando un sogno, con tutte le sue ambiguità e suggestioni segrete.
Evocare dal mondo della fantasia, da quel fumoso riquadro in cui si inventano personaggi, storie e situazioni più o meno improbabili.
Il romanzo. L’importanza della revisione.
Di solito dopo aver scritto un romanzo, è importante sottoporlo ad un robusto processo di revisione.
Una solo stesura di solito non basta. Di solito si lavora su una bozza, a cui seguono poi due stesure ed una rifinitura.
Certi autori come ho già detto, in un primo momento scrivono semplicemente una bozza della propria storia. Scrivono di getto senza preoccuparsi minimamente dell’ impostazione stilistica.
Giunge poi il momento della prima stesura, momento in cui è bene cominciare a lavorare sulla qualità di ciò che si scrive.
La seconda e la terza stesura, di solito servono per perfezionare ciò che si è scritto in un primo momento.
Di solito a questo punto il libro è pronto per la pubblicazione.
Qualche scrittore dopo aver completato tutto questo lavoro decide di rileggere ulteriormente la propria opera e di rifinirla in certe parti.
Una solo stesura di solito non basta. Di solito si lavora su una bozza, a cui seguono poi due stesure ed una rifinitura.
Certi autori come ho già detto, in un primo momento scrivono semplicemente una bozza della propria storia. Scrivono di getto senza preoccuparsi minimamente dell’ impostazione stilistica.
Giunge poi il momento della prima stesura, momento in cui è bene cominciare a lavorare sulla qualità di ciò che si scrive.
La seconda e la terza stesura, di solito servono per perfezionare ciò che si è scritto in un primo momento.
Di solito a questo punto il libro è pronto per la pubblicazione.
Qualche scrittore dopo aver completato tutto questo lavoro decide di rileggere ulteriormente la propria opera e di rifinirla in certe parti.
martedì 15 novembre 2011
Psicofonia. Che cosa è?
L' articolo che segue si basa su fonti che possono essere sottoposte a critiche. Quando si parla di fenomeni paranormali, le opinioni sono sempre discordanti. La scienza è da sempre contraria ad avvalorare questo tipo di fenomeni, dato che sperimentalmente non si sono ancora trovate prove valide, e che esistono in circolazione un sacco di ciarlatani.
Nel 1958, Friedrich Jurgenson, un regista svedese, scopri casualmente un nuovo sistema per entrare in contatto con il mondo dei defunti. Mentre si trovava in campagna per registrare per un programma radiofonico i rumori e i suoni della natura, ebbe l’ impressione di risentire voci di persone trapassate che aveva conosciuto diversi anni prima.
Dopo la sua scoperta, un intellettuale spiritualista originario della Lettonia, Kostantine Raudive, iniziò a diffondere il nuovo metodo per entrare in contatto con l’aldilà.
Il metodo di Jungerson consiste nel far girare a vuoto in un luogo silenzioso (possibilmente vicino a un generatore di onde elettromagnetiche - ad es. un motore elettrico - ) un normale registratore audio e nel riascoltare poi la registrazione. Spesso si risentono suoni indistinti che ricordano quelle di parenti defunti.
In molti casi si tratta in realtà di interferenze come onde-radio, o rumori di vario genere. Tuttavia, effettuando un controllo scientifico delle piste sonore, se si confronta la voce di una persona deceduta (una registrazione risalente a quando era ancora in vita) con quella del messaggio del suo ipotetico spirito, il grafico disegnato da un oscilloscopio non dà lo stesso tracciato.
Le persone che studiano questo fenomeno si dividono in due categorie: da un lato c’è chi pensa che possa trattarsi dell’ effetto prodotto sui nastri magnetici da poteri non ancora conosciuti del cervello di chi effettua l’ esperimento, dall’ altro c’è chi lo considera il risultato dell’ intervento di entità soprannaturali.
Nel 1958, Friedrich Jurgenson, un regista svedese, scopri casualmente un nuovo sistema per entrare in contatto con il mondo dei defunti. Mentre si trovava in campagna per registrare per un programma radiofonico i rumori e i suoni della natura, ebbe l’ impressione di risentire voci di persone trapassate che aveva conosciuto diversi anni prima.
Dopo la sua scoperta, un intellettuale spiritualista originario della Lettonia, Kostantine Raudive, iniziò a diffondere il nuovo metodo per entrare in contatto con l’aldilà.
Il metodo di Jungerson consiste nel far girare a vuoto in un luogo silenzioso (possibilmente vicino a un generatore di onde elettromagnetiche - ad es. un motore elettrico - ) un normale registratore audio e nel riascoltare poi la registrazione. Spesso si risentono suoni indistinti che ricordano quelle di parenti defunti.
In molti casi si tratta in realtà di interferenze come onde-radio, o rumori di vario genere. Tuttavia, effettuando un controllo scientifico delle piste sonore, se si confronta la voce di una persona deceduta (una registrazione risalente a quando era ancora in vita) con quella del messaggio del suo ipotetico spirito, il grafico disegnato da un oscilloscopio non dà lo stesso tracciato.
Le persone che studiano questo fenomeno si dividono in due categorie: da un lato c’è chi pensa che possa trattarsi dell’ effetto prodotto sui nastri magnetici da poteri non ancora conosciuti del cervello di chi effettua l’ esperimento, dall’ altro c’è chi lo considera il risultato dell’ intervento di entità soprannaturali.
Il racconto. Un banco di prova.
Molte persone quando cominciano a interessarsi di scrittura creativa, cercano di scrivere fin dall’ inizio un romanzo e spesso gettano la spugna prima di averlo completato.
Scrivere un romanzo non è semplice, bisogna avere in mente una buona trama e lavorarci sopra per un bel po’ di tempo.
Certi autori riescono nell’ impresa fin dall’ inizio, altri invece falliscono.
Certe persone hanno un grande talento e sono destinate a diventare dei grandi scrittori, altri possono diventare col tempo degli scrittori competenti.
I geni però sono pochi, quindi bisognerebbe avvicinarsi alla scrittura con una certa umiltà. Questa è stata perlomeno la mia scelta, quando molti anni fa ho cominciato a scrivere.
Io ho iniziato scrivendo racconti, non romanzi. Ritengo che nella maggior parte dei casi, scrivere racconti possa essere realmente la scelta più saggia.
Scrivere un racconto richiede un minore dispendio di energie. Inoltre è molto più facile rileggere una storia breve con attenzione. Dove è necessario si possono fare le dovute correzioni e all’ occorrenza si può riscrivere il tutto.
Scrivere un romanzo non è semplice, bisogna avere in mente una buona trama e lavorarci sopra per un bel po’ di tempo.
Certi autori riescono nell’ impresa fin dall’ inizio, altri invece falliscono.
Certe persone hanno un grande talento e sono destinate a diventare dei grandi scrittori, altri possono diventare col tempo degli scrittori competenti.
I geni però sono pochi, quindi bisognerebbe avvicinarsi alla scrittura con una certa umiltà. Questa è stata perlomeno la mia scelta, quando molti anni fa ho cominciato a scrivere.
Io ho iniziato scrivendo racconti, non romanzi. Ritengo che nella maggior parte dei casi, scrivere racconti possa essere realmente la scelta più saggia.
Scrivere un racconto richiede un minore dispendio di energie. Inoltre è molto più facile rileggere una storia breve con attenzione. Dove è necessario si possono fare le dovute correzioni e all’ occorrenza si può riscrivere il tutto.
Lo stile di uno scrittore. Alcune considerazioni.
Lo stile di uno scrittore matura col tempo. E’ indispensabile però studiare costantemente e non smettere mai di migliorare la propria tecnica.
I primi tempi, quando la passione per la scrittura è nata da poco e non si ha ancora molta esperienza, si tende ad imitare lo stile di qualche grande scrittore.
Giunge però prima o poi un giorno in cui uno scrittore (sia che si tratti di un professionista, che di un amatore) ha ormai maturato un proprio stile.
Lo stile non deve essere necessariamente considerato come una sorta di segno distintivo immutabile di un determinato autore, in quanto uno scrittore che abbia sviluppato col tempo la padronanza delle tecniche narrative potrà anche adattarlo al tipo di opera che ha intenzione di scrivere sul momento.
Chi padroneggia le tecniche di scrittura, non è mai schiavo di uno stile in particolare. Ha imparato la lezione di molti grandi scrittori e non ha più paura di scrivere liberamente.
I primi tempi, quando la passione per la scrittura è nata da poco e non si ha ancora molta esperienza, si tende ad imitare lo stile di qualche grande scrittore.
Giunge però prima o poi un giorno in cui uno scrittore (sia che si tratti di un professionista, che di un amatore) ha ormai maturato un proprio stile.
Lo stile non deve essere necessariamente considerato come una sorta di segno distintivo immutabile di un determinato autore, in quanto uno scrittore che abbia sviluppato col tempo la padronanza delle tecniche narrative potrà anche adattarlo al tipo di opera che ha intenzione di scrivere sul momento.
Chi padroneggia le tecniche di scrittura, non è mai schiavo di uno stile in particolare. Ha imparato la lezione di molti grandi scrittori e non ha più paura di scrivere liberamente.
Viaggio Astrale
La fonte del seguente articolo è Wikipedia.
Le opinioni degli studiosi sull' argomento che segue sono spesso molto discordanti. Avendo avuto delle esperienze molto simili, e avendo compreso che si tratta fondamentalmente di fenomeni legati semplicemente alla nostra attività onirica, personalmente non credo molto all' esistenza del viaggio astrale.
Il viaggio astrale, definito spesso attraverso l’acronimo O.O.B.E (dall’ inglese out of body experience) è un particolare tipo di esperienza extrasensoriale, vissuta da persone che sostengono di essere uscite dal proprio corpo fisico, alle volte all’ interno di un corpo etereo, altre volte in assenza di corpo.
Questi individui sono spesso in grado di osservarsi dall’ esterno, spostando la propria coscienza e il proprio punto di osservazione nel corpo astrale.
Casi di esperienze extracorporee sono stati riferiti durante le fasi che precedono il sonno o il risveglio, in seguito a crisi epilettiche, intossicazioni da droghe, stati di rilassamento e meditazione e durante le esperienze di premorte.
Secondo diversi studiosi, certi sogni potrebbero essere dei veri e propri viaggi fuori dal corpo, e alcune esperienze che vengono percepite dai soggetti che le vivono come viaggi astrali, non sarebbero altro che sogni o rientrerebbero in quella particolare categoria di fenomeni denominata “sogni lucidi”.
Nel seguente brano tratto dal libro Parapsicologia Realtà Contestata di Massimo Inardi e Giovanni Iannuzzo, edizioni Sugarcò è riportata la descrizione di un O.O.B.E
“Era notte fonda, ero a letto e stavo per prendere sonno. Mia moglie si era addormentata accanto a me. Mi sembrò che ci fosse un flusso di corrente nella mia testa e rapidamente la sensazione si diffuse in tutto il corpo. Sembrava tutto come al solito. Mentre giacevo, cercando di decidere in quale altro modo potessi analizzare la cosa, mi accadde di pensare come sarebbe stato bello prendere un aliante ed andare a volare, l’indomani. Senza preoccuparmi delle conseguenze, perché ancora ignoravo che ce ne sarebbero state, indugiai sul pensiero piacevole del volo. Dopo un istante mi accorsi di qualcosa che premeva contro la mia spalla. Con vaga curiosità portai la mano verso l’alto e indietro per sentire di cosa si trattasse. La mano trovò una parete liscia. Mossi la mano quanto me lo permetteva la lunghezza del braccio e la parete continuava, liscia, ininterrotta. Tutti i miei sensi erano vigili: cercai di vedere nella semioscurità. Era un muro e mi appoggiavo al muro con la spalla. Immediatamente dedussi che mi ero addormentato ed ero caduto dal letto. Non mi era mai successo prima, ma stavano accadendo tante cose strane, che cadere dal letto era perfettamente possibile. Guardai ancora. Qualcosa non andava. Questo muro non aveva finestre, non c’erano porte, non c’erano mobili appoggiati. Non era un muro della mia camera da letto. Eppure aveva qualcosa di familiare. Di colpo lo identificai. Non era un muro, era il soffitto. Fluttuavo contro il soffitto, rimbalzando dolcemente ad ogni movimento. Spaventato mi girai nell’aria e guardai al di sotto. Nella penombra, sotto di me, c’era il letto. Due persone erano nel letto. A destra mia moglie. Accanto a lei qualcun altro. Tutti e due apparentemente addormentati. Che strano sogno, pensai. Era curioso. Chi potevo sognare a letto con mia moglie? Guardai meglio e lo shock fu tremendo. Il ‘qualcuno’ ero io!”
Quella riportata, fu la prima esperienza di questo tipo occorsa a Robert Monroe, un brillante uomo d’affari americano che scoprì in maniera piuttosto strana d’essere capace di staccarsi dal proprio corpo.
Recentemente, un interessante studio condotto da Bihna Lenggenhager, della Scuola Politecnica Federale di Losanna e da Henrik Ehrsson dell’ University College di Londra ha fornito una spiegazione scientifica del fenomeno, secondo la quale durante questo tipo di esperienze “potrebbe esserci una disconnessione fra i circuiti del cervello che elaborano le informazioni sensoriali". Sembrerebbe che la coordinazione dei sensi, la prospettiva visuale, e la visione sarebbero importanti per la sensazione di trovarsi all'interno del proprio corpo.
I ricercatori hanno dimostrato che la percezione che una persona ha di se stessa può essere manipolata usando una serie di stimoli multisensoriali in quanto l'unità spaziale e la coscienza del corpo dipendono dai meccanismi del cervello.
Le opinioni degli studiosi sull' argomento che segue sono spesso molto discordanti. Avendo avuto delle esperienze molto simili, e avendo compreso che si tratta fondamentalmente di fenomeni legati semplicemente alla nostra attività onirica, personalmente non credo molto all' esistenza del viaggio astrale.
Il viaggio astrale, definito spesso attraverso l’acronimo O.O.B.E (dall’ inglese out of body experience) è un particolare tipo di esperienza extrasensoriale, vissuta da persone che sostengono di essere uscite dal proprio corpo fisico, alle volte all’ interno di un corpo etereo, altre volte in assenza di corpo.
Questi individui sono spesso in grado di osservarsi dall’ esterno, spostando la propria coscienza e il proprio punto di osservazione nel corpo astrale.
Casi di esperienze extracorporee sono stati riferiti durante le fasi che precedono il sonno o il risveglio, in seguito a crisi epilettiche, intossicazioni da droghe, stati di rilassamento e meditazione e durante le esperienze di premorte.
Secondo diversi studiosi, certi sogni potrebbero essere dei veri e propri viaggi fuori dal corpo, e alcune esperienze che vengono percepite dai soggetti che le vivono come viaggi astrali, non sarebbero altro che sogni o rientrerebbero in quella particolare categoria di fenomeni denominata “sogni lucidi”.
Nel seguente brano tratto dal libro Parapsicologia Realtà Contestata di Massimo Inardi e Giovanni Iannuzzo, edizioni Sugarcò è riportata la descrizione di un O.O.B.E
“Era notte fonda, ero a letto e stavo per prendere sonno. Mia moglie si era addormentata accanto a me. Mi sembrò che ci fosse un flusso di corrente nella mia testa e rapidamente la sensazione si diffuse in tutto il corpo. Sembrava tutto come al solito. Mentre giacevo, cercando di decidere in quale altro modo potessi analizzare la cosa, mi accadde di pensare come sarebbe stato bello prendere un aliante ed andare a volare, l’indomani. Senza preoccuparmi delle conseguenze, perché ancora ignoravo che ce ne sarebbero state, indugiai sul pensiero piacevole del volo. Dopo un istante mi accorsi di qualcosa che premeva contro la mia spalla. Con vaga curiosità portai la mano verso l’alto e indietro per sentire di cosa si trattasse. La mano trovò una parete liscia. Mossi la mano quanto me lo permetteva la lunghezza del braccio e la parete continuava, liscia, ininterrotta. Tutti i miei sensi erano vigili: cercai di vedere nella semioscurità. Era un muro e mi appoggiavo al muro con la spalla. Immediatamente dedussi che mi ero addormentato ed ero caduto dal letto. Non mi era mai successo prima, ma stavano accadendo tante cose strane, che cadere dal letto era perfettamente possibile. Guardai ancora. Qualcosa non andava. Questo muro non aveva finestre, non c’erano porte, non c’erano mobili appoggiati. Non era un muro della mia camera da letto. Eppure aveva qualcosa di familiare. Di colpo lo identificai. Non era un muro, era il soffitto. Fluttuavo contro il soffitto, rimbalzando dolcemente ad ogni movimento. Spaventato mi girai nell’aria e guardai al di sotto. Nella penombra, sotto di me, c’era il letto. Due persone erano nel letto. A destra mia moglie. Accanto a lei qualcun altro. Tutti e due apparentemente addormentati. Che strano sogno, pensai. Era curioso. Chi potevo sognare a letto con mia moglie? Guardai meglio e lo shock fu tremendo. Il ‘qualcuno’ ero io!”
Quella riportata, fu la prima esperienza di questo tipo occorsa a Robert Monroe, un brillante uomo d’affari americano che scoprì in maniera piuttosto strana d’essere capace di staccarsi dal proprio corpo.
Recentemente, un interessante studio condotto da Bihna Lenggenhager, della Scuola Politecnica Federale di Losanna e da Henrik Ehrsson dell’ University College di Londra ha fornito una spiegazione scientifica del fenomeno, secondo la quale durante questo tipo di esperienze “potrebbe esserci una disconnessione fra i circuiti del cervello che elaborano le informazioni sensoriali". Sembrerebbe che la coordinazione dei sensi, la prospettiva visuale, e la visione sarebbero importanti per la sensazione di trovarsi all'interno del proprio corpo.
I ricercatori hanno dimostrato che la percezione che una persona ha di se stessa può essere manipolata usando una serie di stimoli multisensoriali in quanto l'unità spaziale e la coscienza del corpo dipendono dai meccanismi del cervello.
Le regole vengono dopo
In questo blog ho già raccolto un buon numero di posts sulla scrittura creativa. In più di un’ occasione ho accennato alla possibilità di imparare a scrivere romanzi o racconti esercitandosi molto nella scrittura e leggendo nello stesso tempo qualche buon manuale di scrittura creativa.
C’è chi ritiene che per imparare a scrivere si debba necessariamente frequentare per anni una scuola di scrittura. Io la penso diversamente e ho espresso le mie opinioni in proposito in più di un’ occasione.
In linea generale per molti scrittori, sia che si tratti di scrittori dilettanti come il sottoscritto, sia che si tratti di professionisti, le regole spesso vengono dopo un lungo periodo passato ad esercitarsi.
Come ha scritto Vincenzo Cerami nel suo manuale di scrittura “Consigli a un giovane scrittore” le regole in arte vengono di solito in un secondo momento, si scoprono dopo averle applicate.
E’ importantissimo esercitarsi molto nella scrittura, leggendo nello stesso tempo molti libri. Fra questi è di certo utile inserire anche qualche buon manuale di scrittura creativa.
Ma se cominciate la vostra attività di aspiranti scrittori leggendo soltanto un manuale di scrittura creativa senza poi impegnarvi realmente, allora difficilmente riuscirete a fare progressi, e forse alla fine rinuncerete persino alla vostra aspirazione.
C’è chi ritiene che per imparare a scrivere si debba necessariamente frequentare per anni una scuola di scrittura. Io la penso diversamente e ho espresso le mie opinioni in proposito in più di un’ occasione.
In linea generale per molti scrittori, sia che si tratti di scrittori dilettanti come il sottoscritto, sia che si tratti di professionisti, le regole spesso vengono dopo un lungo periodo passato ad esercitarsi.
Come ha scritto Vincenzo Cerami nel suo manuale di scrittura “Consigli a un giovane scrittore” le regole in arte vengono di solito in un secondo momento, si scoprono dopo averle applicate.
E’ importantissimo esercitarsi molto nella scrittura, leggendo nello stesso tempo molti libri. Fra questi è di certo utile inserire anche qualche buon manuale di scrittura creativa.
Ma se cominciate la vostra attività di aspiranti scrittori leggendo soltanto un manuale di scrittura creativa senza poi impegnarvi realmente, allora difficilmente riuscirete a fare progressi, e forse alla fine rinuncerete persino alla vostra aspirazione.
Perché evitare la forma passiva dei verbi?
In On Writing, manuale di scrittura creativa scritto da Stephen King, ho trovato alcune interessanti considerazioni che riguardano le espressioni che conviene evitare, e un errore molto diffuso fra i principianti della scrittura: l'uso eccessivo della forma passiva.
King consiglia di evitare espressioni come “a questo punto”, “ad un certo punto”, “alla fine della cena”, “ad ogni modo” ecc...
Per quanto riguarda invece la forma attiva e passiva lo scrittore spiega innanzitutto quali differenze passano fra le due forme. Nella forma attiva il soggetto della frase fa qualcosa. Nella forma passiva qualcosa viene fatto al soggetto della frase.
Ma vediamo un po' alcuni esempi:
Forma passiva: La riunione sarà tenuta alle sette.
Forma attiva: La riunione è alle sette.
O ancora:
Forma passiva: Il cadavere fu trasportato dalla cucina sul divano in salotto.
Forma attiva: Freddie e Myra trasportarono il cadavere dalla cucina al divano in salotto.
Adesso tocca a voi trovare altri esempi delle due forme e osservarne le differenze.
King consiglia di evitare espressioni come “a questo punto”, “ad un certo punto”, “alla fine della cena”, “ad ogni modo” ecc...
Per quanto riguarda invece la forma attiva e passiva lo scrittore spiega innanzitutto quali differenze passano fra le due forme. Nella forma attiva il soggetto della frase fa qualcosa. Nella forma passiva qualcosa viene fatto al soggetto della frase.
Ma vediamo un po' alcuni esempi:
Forma passiva: La riunione sarà tenuta alle sette.
Forma attiva: La riunione è alle sette.
O ancora:
Forma passiva: Il cadavere fu trasportato dalla cucina sul divano in salotto.
Forma attiva: Freddie e Myra trasportarono il cadavere dalla cucina al divano in salotto.
Adesso tocca a voi trovare altri esempi delle due forme e osservarne le differenze.
lunedì 14 novembre 2011
Bigfoot. Una creatura leggendaria.
La fonte del seguente articolo è wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Bigfoot, conosciuto anche come Sasquatch, è una leggendaria creatura scimmiesca che dovrebbe vivere nelle foreste dell’ America Settentrionale e del Canada.
Alto fra i 2 e i 2.70 metri, il bigfoot, ha grandi occhi ed è ricoperto da una folta peluria, che varia dal rosso scuro al nero. I suoi piedi, lascerebbero tracce di 40-46 cm sul terreno. Il peso dell’ essere in base alle poche testimonianze che sono state raccolte negli anni, dovrebbe aggirarsi intorno ai duecento chilogrammi.
I criptozoologi sostengono che il Bigfoot potrebbe essere imparentato con lo Yeti del Tibet.
Le uniche prove dell’ esistenza di questa creatura sono video, foto ed orme di piedi anomale. Non si può tuttavia escludere che si tratti di veri e propri falsi realizzati per dar credito alla sua leggenda.
Il video più interessante è stato girato il 20 ottobre 1967 dai cacciatori Roger Patterson e Bob Gimlin; nella pellicola si vede un Bigfoot femmina, che cammina con passo malandato vicino al fiume Bluff Creek, si gira in direzione dei due uomini e si addentra poi nella foresta.
Il regista John Landis sostiene che si tratta di un uomo travestito; nel 2004 sarebbe anche trapelato il nome dell’ attore, un certo Bob Heironimus.
Patterson fino alla sua morte ha sostenuto l'autenticità del filmato.
Il Bigfoot, conosciuto anche come Sasquatch, è una leggendaria creatura scimmiesca che dovrebbe vivere nelle foreste dell’ America Settentrionale e del Canada.
Alto fra i 2 e i 2.70 metri, il bigfoot, ha grandi occhi ed è ricoperto da una folta peluria, che varia dal rosso scuro al nero. I suoi piedi, lascerebbero tracce di 40-46 cm sul terreno. Il peso dell’ essere in base alle poche testimonianze che sono state raccolte negli anni, dovrebbe aggirarsi intorno ai duecento chilogrammi.
I criptozoologi sostengono che il Bigfoot potrebbe essere imparentato con lo Yeti del Tibet.
Le uniche prove dell’ esistenza di questa creatura sono video, foto ed orme di piedi anomale. Non si può tuttavia escludere che si tratti di veri e propri falsi realizzati per dar credito alla sua leggenda.
Il video più interessante è stato girato il 20 ottobre 1967 dai cacciatori Roger Patterson e Bob Gimlin; nella pellicola si vede un Bigfoot femmina, che cammina con passo malandato vicino al fiume Bluff Creek, si gira in direzione dei due uomini e si addentra poi nella foresta.
Il regista John Landis sostiene che si tratta di un uomo travestito; nel 2004 sarebbe anche trapelato il nome dell’ attore, un certo Bob Heironimus.
Patterson fino alla sua morte ha sostenuto l'autenticità del filmato.
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Scrivere utilizzando soltanto una matita
Scrivere un libro utilizzando solo una matita. Perché mai uno scrittore dovrebbe fare una simile scelta, dato che oggi software come open office o come microsoft word rendono molto più semplice scrivere qualsiasi tipo di testo?
Scrivere un romanzo o un’ antologia di racconti con una matita, può sembrare molto strano. Effettivamente se il libro viene scritto fino alla versione finale (cioè quella da dare alla stampa) interamente a matita, è un po’ difficile giustificare da un punto di vista razionale una simile scelta.
Può essere però sensato utilizzare una matita in un primo momento, quando si lavora ancora alla prima stesura di un romanzo, per poi passare ad usare il computer in una fase successiva.
Anche in questo caso i problemi non mancano, perché poi dovremo ricopiare tutto ciò che abbiamo scritto a matita sul computer, perdendo quindi un bel po’ di tempo.
Perché mai usare una matita allora?
Diversi anni fa ho scritto la bozza del mio primo romanzo a matita e posso spiegare i motivi che mi hanno portato a fare questa scelta.
In quel periodo quando mi mettevo davanti allo schermo di un computer non riuscivo a scrivere nulla. Stare davanti a un computer bloccava del tutto la mia fantasia.
Scrivendo soltanto a matita invece, sono riuscito a trovare l’ispirazione e lentamente ho portato a termine la bozza del mio romanzo.
La prima e la seconda stesura invece le ho scritte al computer.
Naturalmente un altro scrittore potrebbe avere un’ esperienza del tutto diversa. Potrebbe non riuscire a scrivere bene utilizzando una matita e trovarsi invece benissimo con un software per l’ elaborazione dei testi.
Si tratta fondamentalmente di una questione soggettiva.
Scrivere un romanzo o un’ antologia di racconti con una matita, può sembrare molto strano. Effettivamente se il libro viene scritto fino alla versione finale (cioè quella da dare alla stampa) interamente a matita, è un po’ difficile giustificare da un punto di vista razionale una simile scelta.
Può essere però sensato utilizzare una matita in un primo momento, quando si lavora ancora alla prima stesura di un romanzo, per poi passare ad usare il computer in una fase successiva.
Anche in questo caso i problemi non mancano, perché poi dovremo ricopiare tutto ciò che abbiamo scritto a matita sul computer, perdendo quindi un bel po’ di tempo.
Perché mai usare una matita allora?
Diversi anni fa ho scritto la bozza del mio primo romanzo a matita e posso spiegare i motivi che mi hanno portato a fare questa scelta.
In quel periodo quando mi mettevo davanti allo schermo di un computer non riuscivo a scrivere nulla. Stare davanti a un computer bloccava del tutto la mia fantasia.
Scrivendo soltanto a matita invece, sono riuscito a trovare l’ispirazione e lentamente ho portato a termine la bozza del mio romanzo.
La prima e la seconda stesura invece le ho scritte al computer.
Naturalmente un altro scrittore potrebbe avere un’ esperienza del tutto diversa. Potrebbe non riuscire a scrivere bene utilizzando una matita e trovarsi invece benissimo con un software per l’ elaborazione dei testi.
Si tratta fondamentalmente di una questione soggettiva.
Descrivere la natura. Alcuni utili consigli.
Descrivere la natura non è affatto semplice. Le più belle descrizioni di questo tipo, si possono spesso trovare in opere di grandi scrittori che hanno vissuto parte della loro vita a stretto contatto con la natura.
Anton Cechov sosteneva che la semplicità è indispensabile quando si vuole descrivere la natura. E’ importante che il lettore chiudendo gli occhi riesca a immaginare ciò che lo scrittore ha descritto.
Quindi non una semplice elencazione di elementi paesaggistici, ma un’ intelligente descrizione che dia un quadro generale dell’ ambiente di cui si parla.
E’ importante anche la brevità. Non bisogna esagerare eccedendo con le parole e bisogna tenere conto del contesto in cui è inserita la descrizione.
Fra i grandi scrittori molto bravi a descrivere la natura e il paesaggio mi hanno sempre colpito particolarmente per la loro bravura Hemingway e Tolstoj.
Anton Cechov sosteneva che la semplicità è indispensabile quando si vuole descrivere la natura. E’ importante che il lettore chiudendo gli occhi riesca a immaginare ciò che lo scrittore ha descritto.
Quindi non una semplice elencazione di elementi paesaggistici, ma un’ intelligente descrizione che dia un quadro generale dell’ ambiente di cui si parla.
E’ importante anche la brevità. Non bisogna esagerare eccedendo con le parole e bisogna tenere conto del contesto in cui è inserita la descrizione.
Fra i grandi scrittori molto bravi a descrivere la natura e il paesaggio mi hanno sempre colpito particolarmente per la loro bravura Hemingway e Tolstoj.
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sabato 12 novembre 2011
La storia della bestia di Geuvadan
Tra il 1764 e il 1767, nella regione francese del Geuvadan, una misteriosa creatura d’indole sanguinaria, uccise e mutilò orrendamente ben 172 persone. La colpa dei massacri venne inizialmente attribuita a un grosso lupo. Ben presto tuttavia, in base alle descrizioni fornite dai pochi fortunati sopravvissuti agli assalti della bestia, gli abitanti del distretto cominciarono ad avanzare un gran numero di ipotesi, compresa quella che si trattasse di un oscura e temibile entità dalle sembianze animali….
Geuvadan è una regione montuosa della Francia situata tra l’alta Loira e il Cantel. La “Gazzette de France” del 23 Novembre 1764 scriveva: “Una bestia selvaggia ha già divorato una ventina di persone, soprattutto fanciulli e bambine…”
La storia ebbe inizio nell’ Aprile del 1974, quando una ragazza venne attaccata da un’ orrenda creatura in un bosco nelle vicinanze di Langogne. La giovane donna riuscì a salvarsi grazie all’intervento delle mucche a cui badava, che impedirono alla belva di raggiungerla tenendola a bada con le loro corna.
La contadina descrisse l’essere come “un enorme belva dal pelo folto e rossiccio e dalle zampe dotate di temibili artigli”.
Nel luglio di quello stesso anno la bestia si fece di nuovo viva sbranando Jeanne Boulet, una contadina quattordicenne. Nei mesi successivi uccise altre dieci persone seminando il terrore nell’intera regione. Sembra che a differenze dei lupi comuni, la bestia dopo aver dissanguato le sue vittime azzannandole alla gola, rovistasse fra gli organi interni dei cadaveri non disdegnando di fare scempio della testa e del viso.
Di fronte al moltiplicarsi dei casi, il governo centrale inviò a Geuvadan, il capitano dei dragoni del re Duhamed, accompagnato da 56 soldati. Il 22 Dicembre dopo aver stanato la bestia, Duhamed le sparò con il suo fucile senza riuscire tuttavia a colpirla. In quell’ occasione il capitano dei dragoni ebbe però il tempo di osservarla. “La bestia di Geuvadan non è certamente un lupo, ma uno strano e sconosciuto ibrido” riferì in seguito alle autorità.
Da quel momento in poi la creatura diventò in tutta la Francia una vera e propria leggenda. Lo stesso Luigi quindicesimo iniziò ad interessarsi personalmente della questione e ordinò a Monsieur Denneval, capo dei “lupattieri” del re di recarsi a Geuvadan per dare la caccia alla bestia. Promise inoltre 6000 livres di premio a chi fosse riuscito ad abbattere il mostro. In quel periodo nuove descrizioni fornite dai pochi fortunati sopravvissuti agli attacchi, dai battitori e dai militari, contribuirono a far crescere l’alone di mistero che avvolgeva la creatura. L’animale veniva descritto come un mostro di dimensioni simili a quelle di un bue, dotato di una specie di gobba e ricoperto da un manto rossiccio e striato sul dorso. La grossa testa dalle orecchie appuntite e pelose e dalle grosse fauci dai denti acuminati ricordava vagamente quella di un felino. Inoltre poco prima di attaccare, era solito drizzarsi sui possenti arti posteriori emettendo un temibile ruggito. Monsieur Denneval e i suoi più stretti collaboratori non tennero in gran conto quelle testimonianze continuando a credere che si trattasse di un grosso lupo e per diversi mesi continuarono a cercarlo senza riuscire in alcun modo a stanarlo. Nel frattempo quasi a volersi prendere gioco dei suoi inseguitori la bestia continuava a mietere vittime. Il 12 Gennaio del 1765 un gruppo di coraggiosi ragazzini venne assalito dalla creatura e riuscì a metterla in fuga utilizzando dei bastoni e dei coltelli. Prima di scappare la bestia riuscì a sbranare due dei ragazzi. Quell’ episodio mise in cattiva luce Monsieur Denneval e i suoi ripetuti insuccessi. Poco mesi dopo un certo de la Chaumette riuscì a ferire a un occhio l’animale utilizzando una spingarda caricata con 5 colpi di polvere, 35 pallettoni e un proiettile di grosso calibro. Le vittime tuttavia continuarono a crescere. Intorno alla prima metà di Giugno, Luigi quindicesimo stanco delle continue critiche della stampa internazionale, che non perdeva occasione di mettere in evidenza come in Francia un solo animale tenesse in scacco un intero esercito di soldati, decise di sostituire Monsiuer Denneval con Antoine de Beauterne il suo ufficiale porta fucile. Coadiuvato da più di quaranta tiratori scelti, Beauterne riuscì finalmente nel corso di una grossa battuta di caccia a incrociare e uccidere la creatura. Si trattava effettivamente di un lupo di taglia eccezionale, ben 130 libbre contro le 50 di uno normale, con folto pelo e strane striature sul dorso. Tuttavia, a dispetto dell’ impresa dell’ufficiale, nel dicembre dello stesso anno le uccisioni ricominciarono. La bestia era ancora in circolazione. Nel 1976 un coraggioso contadino uccise un grosso lupo di oltre 100 libbre. Fu soltanto a partire da quel momento che le aggressioni di contadini da parte di belve feroci cominciarono a diradarsi fino a cessare completamente nell’ estate del 1767. Della creatura si continuò comunque a parlare nei salotti di corte e nei villaggi. La bestia di Geuvadan rimane forse uno dei più terribili e inquietanti misteri di quel tempo. Fra le innumerevoli tesi avanzate negli anni che seguirono quei drammatici eventi, la più razionale sembrerebbe quella sostenuta da alcuni zoologi contemporanei, secondo cui non ci fu una solo animale ma piuttosto un branco di tre grossi lupi che vennero di volta in volta scambiati per la misteriosa creatura.
Geuvadan è una regione montuosa della Francia situata tra l’alta Loira e il Cantel. La “Gazzette de France” del 23 Novembre 1764 scriveva: “Una bestia selvaggia ha già divorato una ventina di persone, soprattutto fanciulli e bambine…”
La storia ebbe inizio nell’ Aprile del 1974, quando una ragazza venne attaccata da un’ orrenda creatura in un bosco nelle vicinanze di Langogne. La giovane donna riuscì a salvarsi grazie all’intervento delle mucche a cui badava, che impedirono alla belva di raggiungerla tenendola a bada con le loro corna.
La contadina descrisse l’essere come “un enorme belva dal pelo folto e rossiccio e dalle zampe dotate di temibili artigli”.
Nel luglio di quello stesso anno la bestia si fece di nuovo viva sbranando Jeanne Boulet, una contadina quattordicenne. Nei mesi successivi uccise altre dieci persone seminando il terrore nell’intera regione. Sembra che a differenze dei lupi comuni, la bestia dopo aver dissanguato le sue vittime azzannandole alla gola, rovistasse fra gli organi interni dei cadaveri non disdegnando di fare scempio della testa e del viso.
Di fronte al moltiplicarsi dei casi, il governo centrale inviò a Geuvadan, il capitano dei dragoni del re Duhamed, accompagnato da 56 soldati. Il 22 Dicembre dopo aver stanato la bestia, Duhamed le sparò con il suo fucile senza riuscire tuttavia a colpirla. In quell’ occasione il capitano dei dragoni ebbe però il tempo di osservarla. “La bestia di Geuvadan non è certamente un lupo, ma uno strano e sconosciuto ibrido” riferì in seguito alle autorità.
Da quel momento in poi la creatura diventò in tutta la Francia una vera e propria leggenda. Lo stesso Luigi quindicesimo iniziò ad interessarsi personalmente della questione e ordinò a Monsieur Denneval, capo dei “lupattieri” del re di recarsi a Geuvadan per dare la caccia alla bestia. Promise inoltre 6000 livres di premio a chi fosse riuscito ad abbattere il mostro. In quel periodo nuove descrizioni fornite dai pochi fortunati sopravvissuti agli attacchi, dai battitori e dai militari, contribuirono a far crescere l’alone di mistero che avvolgeva la creatura. L’animale veniva descritto come un mostro di dimensioni simili a quelle di un bue, dotato di una specie di gobba e ricoperto da un manto rossiccio e striato sul dorso. La grossa testa dalle orecchie appuntite e pelose e dalle grosse fauci dai denti acuminati ricordava vagamente quella di un felino. Inoltre poco prima di attaccare, era solito drizzarsi sui possenti arti posteriori emettendo un temibile ruggito. Monsieur Denneval e i suoi più stretti collaboratori non tennero in gran conto quelle testimonianze continuando a credere che si trattasse di un grosso lupo e per diversi mesi continuarono a cercarlo senza riuscire in alcun modo a stanarlo. Nel frattempo quasi a volersi prendere gioco dei suoi inseguitori la bestia continuava a mietere vittime. Il 12 Gennaio del 1765 un gruppo di coraggiosi ragazzini venne assalito dalla creatura e riuscì a metterla in fuga utilizzando dei bastoni e dei coltelli. Prima di scappare la bestia riuscì a sbranare due dei ragazzi. Quell’ episodio mise in cattiva luce Monsieur Denneval e i suoi ripetuti insuccessi. Poco mesi dopo un certo de la Chaumette riuscì a ferire a un occhio l’animale utilizzando una spingarda caricata con 5 colpi di polvere, 35 pallettoni e un proiettile di grosso calibro. Le vittime tuttavia continuarono a crescere. Intorno alla prima metà di Giugno, Luigi quindicesimo stanco delle continue critiche della stampa internazionale, che non perdeva occasione di mettere in evidenza come in Francia un solo animale tenesse in scacco un intero esercito di soldati, decise di sostituire Monsiuer Denneval con Antoine de Beauterne il suo ufficiale porta fucile. Coadiuvato da più di quaranta tiratori scelti, Beauterne riuscì finalmente nel corso di una grossa battuta di caccia a incrociare e uccidere la creatura. Si trattava effettivamente di un lupo di taglia eccezionale, ben 130 libbre contro le 50 di uno normale, con folto pelo e strane striature sul dorso. Tuttavia, a dispetto dell’ impresa dell’ufficiale, nel dicembre dello stesso anno le uccisioni ricominciarono. La bestia era ancora in circolazione. Nel 1976 un coraggioso contadino uccise un grosso lupo di oltre 100 libbre. Fu soltanto a partire da quel momento che le aggressioni di contadini da parte di belve feroci cominciarono a diradarsi fino a cessare completamente nell’ estate del 1767. Della creatura si continuò comunque a parlare nei salotti di corte e nei villaggi. La bestia di Geuvadan rimane forse uno dei più terribili e inquietanti misteri di quel tempo. Fra le innumerevoli tesi avanzate negli anni che seguirono quei drammatici eventi, la più razionale sembrerebbe quella sostenuta da alcuni zoologi contemporanei, secondo cui non ci fu una solo animale ma piuttosto un branco di tre grossi lupi che vennero di volta in volta scambiati per la misteriosa creatura.
La trama in un libro. Considerazioni.
E’ interessante cercare di scoprire nei libri gli elementi comuni per quanto riguarda la loro struttura. Una persona può esercitarsi, cercando di trovare uno schema logico in ogni libro che legge. Di solito in ogni libro, si possono individuare almeno tre parti, di una certa importanza su cui è costruita tutta la narrazione. Possiamo individuare quindi una parte introduttiva, una parte centrale in cui si svolgono i vari avvenimenti, e una parte finale. Nella parte iniziale sono contenuti di solito gli elementi narrativi e i presupposti di base su cui si baserà in seguito tutta la storia. La parte centrale del libro contiene invece le sottotrame, che devono essere abilmente inserite nella trama fondamentale. Infine nella parte finale dell’ opera, è indispensabile cercare di chiudere con intelligenza sia la trama, che le varie sottotrame.
Scrivere e rappresentare la realtà
Ho sempre apprezzato i grandi scrittori del novecento come Hemingway per la loro capacità di rappresentare oggettivamente la realtà. All’ estremo opposto esistono naturalmente da sempre scrittori che scrivono opere fantastiche, e che hanno un grandissimo talento. Ho sempre ammirato anche questi scrittori per la loro grande fantasia. In questo post però voglio parlare della rappresentazione oggettiva della realtà. Della capacità di scrivere opere incredibilmente realistiche e nello stesso tempo, di grande valore. E’ molto difficile raggiungere un simile risultato. Anche perché quando si cerca di rappresentare oggettivamente il mondo che ci circonda, si rischia di cadere nella banalità. Tuttavia le opere di narrativa che nella mia vita ho amato maggiormente rientrano proprio in questa categoria. Naturalmente anche in questo caso la fantasia è importante, perché le opere letterarie nascono sempre dalla creatività degli scrittori. L’ esperienza personale però è importantissima. Solo chi ha vissuto una vita ricca di vicissitudini interessanti riesce di solito a dare il meglio in questo tipo di letteratura.
venerdì 11 novembre 2011
Il mostro di Loch Ness
La fonte originaria di questo articolo è Wikipedia.
Le prime storie inerenti gli avvistamenti di questa misteriosa creatura risalgono al medioevo. Testimonianze di una certa importanza sono state raccolte invece negli anni ottanta del secolo passato. Dal 1930 in poi “Nessie” è stata avvistata in qualche sporadica occasione anche sulla terra ferma.
La maggior parte degli scienziati, ritengono che il mostro non esista affatto, data la carenza di prove credibili. Inoltre quello di Loch Ness è un lago non molto grande, che difficilmente potrebbe consentire la vita di predatori delle dimensioni di “Nessie”.
Per ribattere a questi dubbi qualcuno ha avanzato l’ipotesi di un canale sconosciuto che collega il lago al Mare del Nord. Tuttavia, non ci sono prove dell’ esistenza di canali di questo tipo.
I sostenitori dell’ esistenza della creatura ritengono che si tratti di uno o più plesiosauri sopravvissuti misteriosamente all’ estinzione.
Sembrerebbe che in qualcuno dei rari avvistamenti che l’hanno vista protagonista “Nessie” sia stata vista entrare in acqua con prede cacciate sulla terraferma. Se le cose stessero veramente così, il mostro allora potrebbe aver trovato il cibo indispensabile alla sua sopravvivenza non solo nel lago, ma anche nelle zone circostanti. Questo nell’ ipotesti che esista realmente. Cosa peraltro alquanto improbabile.
A partire dal 1956, grazie all’ uso di imbarcazioni dotate di ecoscandaglio le profondità del lago sono state controllate diverse volte, senza che fra l’ altro sia emerso qualcosa di realmente interessante. In una sola occasione sono state rilevate tre grandi masse in movimento che gli scettici hanno subito identificato come banchi di pesci.
L'ultimo presunto avvistamento del mostro si è verificato il 26 maggio 2007, quando un tecnico di laboratorio, ha filmato una sagoma nuotare nel lago.
Le prime storie inerenti gli avvistamenti di questa misteriosa creatura risalgono al medioevo. Testimonianze di una certa importanza sono state raccolte invece negli anni ottanta del secolo passato. Dal 1930 in poi “Nessie” è stata avvistata in qualche sporadica occasione anche sulla terra ferma.
La maggior parte degli scienziati, ritengono che il mostro non esista affatto, data la carenza di prove credibili. Inoltre quello di Loch Ness è un lago non molto grande, che difficilmente potrebbe consentire la vita di predatori delle dimensioni di “Nessie”.
Per ribattere a questi dubbi qualcuno ha avanzato l’ipotesi di un canale sconosciuto che collega il lago al Mare del Nord. Tuttavia, non ci sono prove dell’ esistenza di canali di questo tipo.
I sostenitori dell’ esistenza della creatura ritengono che si tratti di uno o più plesiosauri sopravvissuti misteriosamente all’ estinzione.
Sembrerebbe che in qualcuno dei rari avvistamenti che l’hanno vista protagonista “Nessie” sia stata vista entrare in acqua con prede cacciate sulla terraferma. Se le cose stessero veramente così, il mostro allora potrebbe aver trovato il cibo indispensabile alla sua sopravvivenza non solo nel lago, ma anche nelle zone circostanti. Questo nell’ ipotesti che esista realmente. Cosa peraltro alquanto improbabile.
A partire dal 1956, grazie all’ uso di imbarcazioni dotate di ecoscandaglio le profondità del lago sono state controllate diverse volte, senza che fra l’ altro sia emerso qualcosa di realmente interessante. In una sola occasione sono state rilevate tre grandi masse in movimento che gli scettici hanno subito identificato come banchi di pesci.
L'ultimo presunto avvistamento del mostro si è verificato il 26 maggio 2007, quando un tecnico di laboratorio, ha filmato una sagoma nuotare nel lago.
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Ridurre la lunghezza di una storia
Di solito quando si lavora su un’ opera letteraria si scrive in un primo momento di getto tutto il contenuto della storia e poi si comincia un intenso lavoro di revisione.
Una parte di ciò che si è scritto molto spesso, si può benissimo eliminare. Questo perché quando si lavora alla bozza di un romanzo alle volte si scrive più del necessario.
Di solito il libro invece che peggiorare migliora, in quanto si tagliano scene superflue.
Il 10% di tutto ciò che si è scritto può essere cancellato. Quindi in linea generale la regola è di ridurre la lunghezza di un’ opera. Raramente si aggiungono nuove scene.
Molto spesso piuttosto che dilungarsi nella narrazione rischiando di annoiare il lettore è più saggio limitarsi all’ essenziale.
E’ importante rileggere continuamente tutto ciò che si è scritto. Un attenta lettura della propria opera è a mio parere molto importante. Valutarne la scorrevolezza, correggerne gli errori. Bisogna in poche parole rimboccarsi le maniche.
Una parte di ciò che si è scritto molto spesso, si può benissimo eliminare. Questo perché quando si lavora alla bozza di un romanzo alle volte si scrive più del necessario.
Di solito il libro invece che peggiorare migliora, in quanto si tagliano scene superflue.
Il 10% di tutto ciò che si è scritto può essere cancellato. Quindi in linea generale la regola è di ridurre la lunghezza di un’ opera. Raramente si aggiungono nuove scene.
Molto spesso piuttosto che dilungarsi nella narrazione rischiando di annoiare il lettore è più saggio limitarsi all’ essenziale.
E’ importante rileggere continuamente tutto ciò che si è scritto. Un attenta lettura della propria opera è a mio parere molto importante. Valutarne la scorrevolezza, correggerne gli errori. Bisogna in poche parole rimboccarsi le maniche.
Non copiare i contenuti altrui
Non bisognerebbe mai copiare i contenuti dei blog di altri autori. Prendere spunto naturalmente è possibile, ma sconsiglio vivamente di fare copia e incolla riportando l’ intero contenuto di un post scritto da un altro blogger sul proprio spazio personale.
E’ anche vero che esistono autori che rilasciano i loro contenuti sotto una licenza creative commons. In questi casi però bisogna sempre citare la fonte originale, o riscrivere l’ intero articolo con parole vostre.
Quando gli articoli presenti su Internet sono protetti dal copyright, copiarli è proibito. Internet è grande, ma rintracciare un articolo copiato è facilissimo. Quindi vi sconsiglio di fare i copioni, perché tanto alla fine vi scoprirebbero.
Nel caso in cui invece avete deciso di utilizzare un articolo rilasciato secondo una licenza creative commons, è meglio riscriverlo con parole vostre, perché se non lo fate correte il rischio di essere penalizzati da google.
Quando google trova un articolo duplicato penalizza di solito il sito che lo ha copiato, non quindi la fonte originale.
Se scriverete articoli originali verrete alla fine sicuramente premiati. Limitarsi soltanto a riproporre i contenuti degli altri autori arrivando persino a copiarli interamente non è mai la scelta vincente per chi ha scelto di scrivere su Internet.
E’ anche vero che esistono autori che rilasciano i loro contenuti sotto una licenza creative commons. In questi casi però bisogna sempre citare la fonte originale, o riscrivere l’ intero articolo con parole vostre.
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Nel caso in cui invece avete deciso di utilizzare un articolo rilasciato secondo una licenza creative commons, è meglio riscriverlo con parole vostre, perché se non lo fate correte il rischio di essere penalizzati da google.
Quando google trova un articolo duplicato penalizza di solito il sito che lo ha copiato, non quindi la fonte originale.
Se scriverete articoli originali verrete alla fine sicuramente premiati. Limitarsi soltanto a riproporre i contenuti degli altri autori arrivando persino a copiarli interamente non è mai la scelta vincente per chi ha scelto di scrivere su Internet.
mercoledì 9 novembre 2011
Lo Yeti. L'abominevole uomo delle nevi.
Lo Yeti è una creatura leggendaria ormai entrata nell’ immaginario collettivo, che vive sull’ Everest e nell’ Himalaya. Il termine Yeti proviene da yeh-teh, che letteralmente significa “quella cosa”, espressione utilizzata comunemente dagli sherpa per indicarlo.
Secondo le testimonianze di chi lo ha visto, lo yeti avrebbe l’ aspetto di un grosso animale, simile sotto certi aspetti ad una scimmia, ricoperto da una folta pelliccia di colore marrone scuro, nero o rossastro, ed alto di solito fra 1.80 e 2.40 metri. Le sue braccia sarebbero tanto lunghe da arrivare fino alle ginocchia. Avrebbe inoltre una lunga capigliatura.
Lo scalatore Reinhold Messner, che ha condotto diverse spedizioni in quei luoghi, ha affermato recentemente che lo Yeti è in realtà il comune orso tibetano, detto Thsemo (o Dremo), che assurge al ruolo di uomo orso nelle funzioni religiose locali. Tale interpretazione, secondo quanto è stato riferito dall'esploratore, sarebbe stata confermata a più riprese dalla popolazione locale.
Secondo le testimonianze di chi lo ha visto, lo yeti avrebbe l’ aspetto di un grosso animale, simile sotto certi aspetti ad una scimmia, ricoperto da una folta pelliccia di colore marrone scuro, nero o rossastro, ed alto di solito fra 1.80 e 2.40 metri. Le sue braccia sarebbero tanto lunghe da arrivare fino alle ginocchia. Avrebbe inoltre una lunga capigliatura.
Lo scalatore Reinhold Messner, che ha condotto diverse spedizioni in quei luoghi, ha affermato recentemente che lo Yeti è in realtà il comune orso tibetano, detto Thsemo (o Dremo), che assurge al ruolo di uomo orso nelle funzioni religiose locali. Tale interpretazione, secondo quanto è stato riferito dall'esploratore, sarebbe stata confermata a più riprese dalla popolazione locale.
Pensare al lettore quando si scrive
Scrivere per i lettori non solo per se stessi. Questa dovrebbe essere una delle regole fondamentali di ogni aspirante scrittore.
Ignorare i lettori è sempre un grosso sbaglio. Certe volte si pensa di poter scrivere solo quello che piace; così se un aspirante autore ama trovare solo scene d’amore nei libri, allora comincia a riempire la bozza del suo primo romanzo di scene di questo tipo.
Questo modo di operare non va bene. Un libro è destinato ad un pubblico di lettori. Deve essere quindi interessante, gli avvenimenti narrati devono susseguirsi con un certo equilibrio. Altrimenti si rischia di scrivere storie monotone.
Questo tipo di problema può verificarsi quando si tenta di scrivere un libro autobiografico. Se non si è vissuta una vita realmente avventurosa il libro può rivelarsi un po’ banale.
Una storia autobiografica è sempre difficile da scrivere. Molti grandi autori del passato che hanno lasciato ai posteri romanzi autobiografici di grande interesse, hanno anche vissuto delle vite straordinariamente ricche.
Non dimenticare mai l’ importanza del lettore deve essere quindi una delle regole di base di ogni aspirante autore.
Ignorare i lettori è sempre un grosso sbaglio. Certe volte si pensa di poter scrivere solo quello che piace; così se un aspirante autore ama trovare solo scene d’amore nei libri, allora comincia a riempire la bozza del suo primo romanzo di scene di questo tipo.
Questo modo di operare non va bene. Un libro è destinato ad un pubblico di lettori. Deve essere quindi interessante, gli avvenimenti narrati devono susseguirsi con un certo equilibrio. Altrimenti si rischia di scrivere storie monotone.
Questo tipo di problema può verificarsi quando si tenta di scrivere un libro autobiografico. Se non si è vissuta una vita realmente avventurosa il libro può rivelarsi un po’ banale.
Una storia autobiografica è sempre difficile da scrivere. Molti grandi autori del passato che hanno lasciato ai posteri romanzi autobiografici di grande interesse, hanno anche vissuto delle vite straordinariamente ricche.
Non dimenticare mai l’ importanza del lettore deve essere quindi una delle regole di base di ogni aspirante autore.
Scrivere senza fretta
Essere uno scrittore non professionista presenta diversi vantaggi. Quando non si ha una scadenza da rispettare per consegnare il proprio libro ad un editore, si può lavorare con maggiore serenità senza lasciarsi vincere dall’ ansia.
Uno scrittore che non abbia maturato ancora una certa esperienza non dovrebbe mai aver fretta di completare le proprie opere. Quando si lavora ad un romanzo o ad un racconto è indispensabile scrivere con calma, e rileggere con attenzione ogni singola parte della storia. Spesso è indispensabile rileggere il proprio libro non una, ma due, tre, alle volte anche cinque o sei volte.
Molti scrittori professionisti consigliano di rileggere il proprio libro a distanza di mesi, dopo averlo lasciato in un cassetto per un lungo periodo.
E’ entusiasmante completare un libro, ma quando si raggiunge questo traguardo, spesso si è troppo contenti e non si riesce a valutare la propria opera con la necessaria obbiettività.
Meglio aver pazienza ed aspettare ancora un po’.
Uno scrittore che non abbia maturato ancora una certa esperienza non dovrebbe mai aver fretta di completare le proprie opere. Quando si lavora ad un romanzo o ad un racconto è indispensabile scrivere con calma, e rileggere con attenzione ogni singola parte della storia. Spesso è indispensabile rileggere il proprio libro non una, ma due, tre, alle volte anche cinque o sei volte.
Molti scrittori professionisti consigliano di rileggere il proprio libro a distanza di mesi, dopo averlo lasciato in un cassetto per un lungo periodo.
E’ entusiasmante completare un libro, ma quando si raggiunge questo traguardo, spesso si è troppo contenti e non si riesce a valutare la propria opera con la necessaria obbiettività.
Meglio aver pazienza ed aspettare ancora un po’.
Monaci fantasma
La fonte del seguente brano è il libro: Storie vere di spettri – Marchesa Townshend – Maude Ffoulkes – Arnoldo Mondatori Editore
Un tardo pomeriggio d’autunno, il famoso scrittore Joseph Conrad stava viaggiando in carrozza con la moglie nella zona del Kent quando il loro cavallo perse un ferro; Conrad si mise subito alla ricerca di un luogo dove lasciare la moglie ad attenderlo mentre portava il pony dal fabbro del villaggio.
Quel giorno i due coniugi si trovavano non lontano dalla prioria di Bilsington, dove in un’ ala abitavano un contadino e sua moglie; il resto era un cumulo di rovine a tutti gli effetti.
La moglie del contadino, una signora dai modi molto ospitali, portò la signora Conrad in un locale riscaldato da un bel fuoco; poi andò a prendere una lampada, lasciandola in compagnia di un simpatico terrier a pelo ruvido.
Trascorsero diversi minuti. Poi, all’improvviso il cane che stava accanto alla donna emise un ringhio sordo, con grande sorpresa della signora, la parete che aveva davanti sembrò dissolversi nel nulla, e il limpido chiarore del fuco si offuscò in una specie di caligine, attraversò cui lei riuscì gradualmente a distinguere le sagome di diversi monaci in processione.
I fantasmi si diressero lentamente verso una scalinata nascosta, e la signora Conrad udì distintamente il rumore dei loro sandali con le suole di legno, che risuonando ritmicamente sui gradini, scandivano il passo della processione.
Quando l’ultimo monaco fu scomparso, la caligine si diradò, il muro riapparve al suo posto, e il cane tornò tranquillo.
La signora Conrad attese perplessa il ritorno della moglie del contadino decisa a scoprire quale passata tradizione monastica fosse associata a quella manifestazione crepuscolare.
Ma la sua ospite non era a conoscenza di nulla che potesse esserle d’aiuto. Tuttavia, fu in grado di confermare il racconto della signora Conrad.
“Che Dio la benedica, signora, non faccia assolutamente caso a quei monaci. Sono talmente puntuali che il rumore dei loro passi ci fa da orologio, perché sono sempre le sei precise quando vanno su per la scala.”
(Fonte: Storie vere di spettri – Marchesa Townshend – Maude Ffoulkes – Arnoldo Mondatori Editore)
Un tardo pomeriggio d’autunno, il famoso scrittore Joseph Conrad stava viaggiando in carrozza con la moglie nella zona del Kent quando il loro cavallo perse un ferro; Conrad si mise subito alla ricerca di un luogo dove lasciare la moglie ad attenderlo mentre portava il pony dal fabbro del villaggio.
Quel giorno i due coniugi si trovavano non lontano dalla prioria di Bilsington, dove in un’ ala abitavano un contadino e sua moglie; il resto era un cumulo di rovine a tutti gli effetti.
La moglie del contadino, una signora dai modi molto ospitali, portò la signora Conrad in un locale riscaldato da un bel fuoco; poi andò a prendere una lampada, lasciandola in compagnia di un simpatico terrier a pelo ruvido.
Trascorsero diversi minuti. Poi, all’improvviso il cane che stava accanto alla donna emise un ringhio sordo, con grande sorpresa della signora, la parete che aveva davanti sembrò dissolversi nel nulla, e il limpido chiarore del fuco si offuscò in una specie di caligine, attraversò cui lei riuscì gradualmente a distinguere le sagome di diversi monaci in processione.
I fantasmi si diressero lentamente verso una scalinata nascosta, e la signora Conrad udì distintamente il rumore dei loro sandali con le suole di legno, che risuonando ritmicamente sui gradini, scandivano il passo della processione.
Quando l’ultimo monaco fu scomparso, la caligine si diradò, il muro riapparve al suo posto, e il cane tornò tranquillo.
La signora Conrad attese perplessa il ritorno della moglie del contadino decisa a scoprire quale passata tradizione monastica fosse associata a quella manifestazione crepuscolare.
Ma la sua ospite non era a conoscenza di nulla che potesse esserle d’aiuto. Tuttavia, fu in grado di confermare il racconto della signora Conrad.
“Che Dio la benedica, signora, non faccia assolutamente caso a quei monaci. Sono talmente puntuali che il rumore dei loro passi ci fa da orologio, perché sono sempre le sei precise quando vanno su per la scala.”
(Fonte: Storie vere di spettri – Marchesa Townshend – Maude Ffoulkes – Arnoldo Mondatori Editore)
Gli scrittori di successo e la ricerca.
Vi siete mai chiesti come lavorano gli scrittori di successo? Come affrontano il lavoro di ricerca? Gli autori di bestseller stranieri hanno naturalmente i loro sistemi.
C’è chi svolge lunghe ricerche prima di cominciare a scrivere il proprio libro. Certi scrittori viaggiano, visitano luoghi spesso lontani dalle loro abitazioni, raccolgono un bel po’ di materiale, che utilizzeranno poi per scrivere il proprio romanzo.
Altri rimangono a casa è svolgono un lavoro da topi di biblioteca. Molti oggi utilizzano Internet. Bruce Sterling uno dei fondatori del movimento fantascientifico chiamato cyber punk, ormai utilizza per le sue ricerche quasi esclusivamente Internet.
I tempi sono un po’ cambiati ed oggi è possibile compiere molte utili ricerche inerenti luoghi e scenari utili per i propri romanzi, rimanendo comodamente seduti a casa.
Un tempo le cose funzionavano diversamente. Hemingway ad esempio prima di scrivere Addio alle armi, tornò in Italia per visitare nuovamente i luoghi che aveva conosciuto ai tempi della prima guerra mondiale.
Adesso parliamo un po’ degli scrittori di successo e dei retroscena dei loro libri.
Certi autori come Patricia Cornwell scrivono dei retroscena molto lunghi e dettagliati, che a certi lettori piacciono, ad altri un po’ meno. Stephen King cerca invece di fare un uso molto più abile dei retroscena, cercando di non esagerare. Il suo obbiettivo è sempre quello di informare il lettore senza annoiarlo.
Come lettore, io preferisco ai romanzi di autori come Patrizia Cornwell e Tom Clancy, in cui i retroscena sono molto dettagliati, romanzi di altri scrittori.
Uno scrittore che mi piace molto è ad esempio Philip K. Dick. Apprezzo la sua capacità di costruire retroscena efficaci e di catturare l’ attenzione del lettore tenendola viva fino alla fine dei suoi romanzi.
C’è chi svolge lunghe ricerche prima di cominciare a scrivere il proprio libro. Certi scrittori viaggiano, visitano luoghi spesso lontani dalle loro abitazioni, raccolgono un bel po’ di materiale, che utilizzeranno poi per scrivere il proprio romanzo.
Altri rimangono a casa è svolgono un lavoro da topi di biblioteca. Molti oggi utilizzano Internet. Bruce Sterling uno dei fondatori del movimento fantascientifico chiamato cyber punk, ormai utilizza per le sue ricerche quasi esclusivamente Internet.
I tempi sono un po’ cambiati ed oggi è possibile compiere molte utili ricerche inerenti luoghi e scenari utili per i propri romanzi, rimanendo comodamente seduti a casa.
Un tempo le cose funzionavano diversamente. Hemingway ad esempio prima di scrivere Addio alle armi, tornò in Italia per visitare nuovamente i luoghi che aveva conosciuto ai tempi della prima guerra mondiale.
Adesso parliamo un po’ degli scrittori di successo e dei retroscena dei loro libri.
Certi autori come Patricia Cornwell scrivono dei retroscena molto lunghi e dettagliati, che a certi lettori piacciono, ad altri un po’ meno. Stephen King cerca invece di fare un uso molto più abile dei retroscena, cercando di non esagerare. Il suo obbiettivo è sempre quello di informare il lettore senza annoiarlo.
Come lettore, io preferisco ai romanzi di autori come Patrizia Cornwell e Tom Clancy, in cui i retroscena sono molto dettagliati, romanzi di altri scrittori.
Uno scrittore che mi piace molto è ad esempio Philip K. Dick. Apprezzo la sua capacità di costruire retroscena efficaci e di catturare l’ attenzione del lettore tenendola viva fino alla fine dei suoi romanzi.
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