mercoledì 19 ottobre 2011

La struttura dei tre atti

Lo schema che segue è molto utilizzato dagli sceneggiatori di fumetti e da quelli cinematografici. Lo ritengo utile per chiunque voglia scrivere una storia, ma è un po’ confuso ed è rimasto bloccato, per diversi motivi (mancanza di ispirazione, eccessivo perfezionismo, incapacità di organizzare la propria attività amatoriale di scrittore ecc..)

Ho già spiegato che può essere utile dividere una storia in una serie di scene in cui il personaggio principale deve risolvere un problema specifico, incontrando vari ostacoli fino al raggiungimento della soluzione finale.

Possiamo quindi individuare in una storia le scene iniziali, quelle centrali e quelle finali.

Nella parte iniziale dobbiamo presentare il protagonista, descrivendone le caratteristiche, e facendo apparire inoltre dei personaggi secondari.

Sempre in questa fase deve presentarsi il problema che sarà al centro di tutto il racconto. Si può anche provare a presentare una soluzione appariscente (che sarà poi abbandonata nel corso della storia).

Nelle scene centrali invece, si verificheranno i primi contrasti, una serie di sfide che il personaggio principale dovrà affrontare, interferenze di vario genere, che lo porteranno a cercare di trovare le prime soluzioni (da applicare al problema fondamentale, base centrale della storia).

Infine avremo le scene finali, dove sarà presentata la soluzione definitiva. Tutte le domande senza risposta presenti nella storia troveranno finalmente una soluzione.
 

1 commento:

  1. La struttura in tre atti non è solo molto utilizzata nei film, ma è bensì obbligatoria.
    Nei romanzi non esiste questo obbligo, anche se convengo sul fatto che può aiutare. D'altra parte però può limitare la creatività. Ricordiamoci infatti che un romanzo non è un film. Il fatto che molti romanzi siano stati adattati a film non ci deve far credere che le due cose seguano gli stessi meccanismi. D'altronde molti romanzi sono stati adattati anche a serie TV, miniserie o divisi in due/tre film, che hanno strutture diverse dal singolo film. In tutti i casi, comunque, si è dovuto ridurre o modificare profondamente la storia per adattarla, proprio perché i modi nei quali si strutturano un romanzo e una sceneggiatura possono essere profondamente diversi.

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